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“No sociale al Governo e al Pd”, domani sciopero generale e manifestazioni

Alla chiamata di diverse sigle del sindacalismo di base rispondono anche studenti, insegnanti, il movimento per l’abitare, collettivi. Al mattino cortei studenteschi, poi in Bolognina concentramento sindacale alle 10,30 e piazza dell’autogestione dalle 13.

20 Ottobre 2016 - 10:54

Sciopero (repertorio Zic.it)Astensione dal lavoro di tutte le categorie del lavoro pubblico e privato proclamata per l’intera giornata dai sindacati Usb, Unicobas e Usi, radicati in particolare tra trasporti, scuola, coop sociali e associazioni sportive, a cui si affianca quella indetta da SiCobas e Adl Cobas per i lavoratori della logistica. Con loro in piazza, studenti medi e universitari, spazi sociali, realtà di lotta per la casa.

“Diverse iniziative – fa sapere Usb in una nota – confluiranno alle 10.30 in piazza dell’Unità, contestualmente ad altre piazze convocate in città per lo sciopero sociale e metropolitano contro il Governo Renzi e per il No Sociale alla controriforma costituzionale. Nel corso della giornata proseguiranno azioni di denuncia, blocco e di controinformazione”.

La protesta poi si sposterà a Roma, con diversi pullman in partenza sia nel pomeriggio di venerdì sia sabato per un’accampata a piazza San Giovanni “che sarà ribattezzata per l’occasione piazza Abd Elsalam, l’operaio ucciso a Piacenza durante i blocchi alla Gls”. Previsti dibattiti e incontri e il concerto di Assalti Frontali e Banda Bassotti, per poi dar vita l’indomani alla “manifestazione nazionale No Renzi Day che inizierà alle 14.00 da piazza Abd Elsalam”, indetta dal Coordinamento NO Sociale al Referendum.

SiCobas e Adl Cobas, sui loro profili facebook, danno conto di numerose assemblee nei magazzini della logistica e dei corrieri in preparazione alla data di domani, declinata contro lo sfruttamento e le gravi carenze di sicurezza, tutela e retribuzione che caratterizzano il settore.

Passando alla mobilitazione studentesca, gli studenti medi del Cas si ritrovano alle 9 in piazza XX Settembre: “Non abbiamo paura di gridare ad alta voce il nostro grande NO, un no che cresce strada per strada e scuola per scuola, creando un dissenso sociale da parte di tutta la città. Siamo la generazione ingovernabile, vogliamo spezzare le catene dell’esistente e riprenderci ciò che ci aspetta bloccando strade, scuole e città e dimostrando che niente e nessuno può rovinare la nostra voglia di cambiare le cose!”.

Per quanto riguarda gli universitari, mentre Noi Restiamo promuove uno spezzone studentesco al corteo sindacale, il Cua dà appuntamento alle 10.30 in piazza Verdi: “Crediamo sia fondamentale – scrivono – che anche gli studenti universitari scendano in piazza e prendano finalmente parola, unendo la propria voce a quella delle tante lotte esistenti e delle manifestazioni che movimenteranno la giornata.

Continua il collettivo: “Per noi dire NO al Referendum non vuol dire solamente chiudersi in una cabina elettorale pensando di aver così cambiato qualcosa. Dobbiamo dire NO tutti i giorni, dire NO a questo governo che impoverisce sempre di più noi giovani, con Jobs Act o stage gratuiti; dobbiamo dire NO ad un governo che, a distanza di pochi mesi dal terremoto di Amatrice pensa a costruire grandi ed inutili opere con i soldi pubblici, devastando e saccheggiando i nostri territori. Dobbiamo dire NO ad un partito che sgombera centianaia di famiglie occupanti di casa, proprio mentre l’inverno è alle porte e di soluzioni non ce ne sono! Dobbiamo dire NO ad un governo che odia noi giovani, che pensa che i problemi degli studenti non siano una necessità. Nella nostra vita da universitari dobbiamo affrontare ogni giorno decine di problemi, dalle rette troppo alte agli alloggi inesistenti, dalla mensa più cara d’Italia alle aule sovraffollate, dagli affitti salatissimi alla continua speculazione sullo studente. Come sempre abbiamo di fronte delle controparti che continuano a fare orecchio da mercante, ignorando ogni problematica che ci riguarda.. ora basta!”.

Le due manifestazioni studentesche confluiranno poi nella piazza dell’Unità “di sciopero, autogestione e alternativa” indetta da Social Log contro il governo Renzi a cui, si legge su Facebook, “rivolgiamo la nostra attenzione quando dobbiamo subire l’ennesimo sgombero, l’ennesima vessazione sul lavoro, l’ennesimo esercizio autoritario di un preside. La costruzione di un NO sociale al governo e al Partito democratico, che avrà nella giornata del 27 Novembre un importante momento di piazza nazionale, passa per noi anche attraverso l’innalzamento del conflitto e delle lotte sui nostri territori, con l’obiettivo politico di cacciare Renzi e la sua cricca”.

Continuano gli attivisti: “Più aumenta la crisi e si impongono politiche di austerità e più la lotta per il diritto all’abitare sente l’urgenza di cooperare e viaggiare insieme nei territori con quanti sperimentano conflitto, autogestione e alternativa sulla sovranità alimentare, la salute, lo sport, la controinformazione, l’uso delle risorse pubbliche, l’istruzione, l’arte, la qualità della vita e la dignità sui posti di lavoro o nei quartieri di periferia. Per questa ragione vogliamo costruire una piazza dell’Unità alternativa al grigiore che si vorrebbe imporre su questa città, definendola ”piazza dello sciopero, delle autogestioni e delle alternative”, e nella quale fare esprimere i tanti NO sociali al governo Renzi che ogni giorno resistono e lottano sotto le due Torri”.

A fianco di stand, banchetti, materiale informativo, mostre e documenti, ci saranno “gli sportelli di ascolto per il diritto all’abitare/contro gli sfratti”, un “pranzo sociale offerto dagli occupanti di case e il Comitato Inquilini Resistenti”, una mostra fotografica sui movimenti per la casa, laboratori per bambini, castagnata e vin brulé, e dalle 17 lo “speak corner delle lotte e dell’autorganizzazione”. Partecipano: rete Eat The Rich, XM24, Palestra Popolare Stevenson, Rete Educatori Bologna, Associazione Sindacale Pugno Chiuso, Partigiani Scuola Pubblica, Comitato No People Mover, Ciclofficina XM24, e appunto Cua e Cas.

Si mobilita anche il Tpo, non svelando però cosa bolla in pentola: “Ricordate quella storiella – si legge sulla pagina facebook del centro sociale – per cui il JobsAct avrebbe creato nuova e più stabile occupazione. Bene, l’Inps certifica da gennaio da agosto 2016 un +28% dei licenziamenti disciplinari, un -33% dei contratti a tempo indeterminato e un +36% dei famigerati voucher. Lo sfruttamento ringrazia Matteo Renzi. Noi invece vogliamo più diritti e meno precarietà, lavoro pagato e non gratuito, welfare e non promesse. Il nostro NO al referendum costituzionale lo costruiremo con tanti piccoli gesti per un paese diverso, a partire dallo sciopero generale e metropolitano del 21 ottobre. Stay tuned…”.