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No Salva-banche: “Sequestrati dalla Polizia, facciamo ricorso”

Il comitato torna sulla giornata del 3 giugno scorso, quando ai risparmiatori fu impedito di raggiungere la Festa dell’Unità a cui partecipò Renzi, rendendo noto anche un messaggio ricevuto da un “impaurito” Merola.

23 Giugno 2016 - 13:59

sal“Faremo ricorso nelle sedi opportune contro il trattamento che abbiamo subito da parte delle forze dell’ordine”. Lo annunciano i No Salva-banche dopo quanto accaduto a Bologna il 3 giugno. Una giornata che il comitato ricostruisce così: “Da mesi come risparmiatori azzerati di Cassa di Risparmio di Ferrara e Banca Etruria stiamo lottando contro il decreto salva-banche del governo Renzi, con incontri, manifestazioni e iniziative locali e nazionali. Lo scorso 3 giugno avremmo voluto andare alla Festa dell’Unità per dire in faccia a Renzi quello che ci è stato espropriato, in termini di soldi e di vita, da un governo che continua in modo vergognoso a definirci speculatori. Per impedircelo, siamo stati prima sequestrati in stazione e poi accerchiati davanti a una Festa dell’Unità a numero chiuso da decine e decine di poliziotti in assetto anti-sommossa, siamo stati minacciati e scortati dal primo all’ultimo minuto. Prima ci hanno tolto i nostri risparmi, adesso ci tolgono anche il diritto di parola. Questo avviene a Bologna, città roccaforte del Partito democratico”.

Inoltre, i No Salva-banche rendono noto che “qualche giorno dopo, all’indomani del deludente risultato del primo turno delle amministrative, un impaurito sindaco Virginio Merola ha contattato con un messaggio un’esponente del nostro comitato”. Ecco il testo del messaggio, diffuso dai No Salva-banche: “Sono davvero rammaricato per quanto successo. So che la Polizia ha preso provvedimenti. Ci sarà l’occasione per rincontrarci tutti insieme, per la chiusura della campagna elettorale per il ballottaggio. nei prossimi giorni daremo i dettagli”.

Nel frattempo, “il 16 giugno si è suicidato Antonio Bedin, ex operaio di Montebello Vicentino. Antonio- racconta il comitato- era malato ma non aveva più a disposizione i risparmi guadagnati lavorando per una vita intera come perito chimico e che gli avrebbero consentito di affrontare la vecchiaia e la malattia con serenità. Il suo patrimonio è andato in fumo in seguito alla crisi della Banca Popolare di Vicenza.Ha perso tutto: i soldi e – peggio ancora – qualsiasi idea di futuro. Come Luigi D’Angelo, il pensionato di Civitavecchia che si è tolto la vita a fine novembre 2015, in seguito alla perdita dei suoi risparmi investiti in Banca Etruria”. Episodi drammatici che costituiscono, purtroppo, il contesto in cui altri risparmiatori continuano a vivere situazioni di grande difficoltà. Raccontano i No Salva-banche: “Nelle scorse settimane, sotto la nostra pressione, l’agenzia 1 di Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara ha concesso a Giosuè Arnone un prestito a condizioni da strozzini. Di fronte alle vicende drammatiche di Antonio e Luigi, ci domandiamo se questo atteggiamento della banca non sia l’ennesima istigazione al suicidio. Come hanno detto i concittadini di Antonio Bedin al suo funerale: ‘Qanti morti dobbiamo ancora aspettare prima di ottenere giustizia?’. Noi non siamo più disposti a subire ancora.Vogliamo continuare a lottare perché le storie di Antonio, di Luigi e di tutti i risparmiatori azzerati urlano giustizia. Vogliamo l’azzeramento del tasso di interesse per il prestito di Giosuè!”. Per questo il comitato dà appuntamento per un’iniziativa in programma per domani alle 11,30 presso l’Agenzia 1 di Nuova Carife in corso Martiri della libertà 55.