Speciale

No Cop15 / Raid della polizia a Christiania e altri aggiornamenti

Dalle nostre due inviate a Copenaghen. «La polizia sembra stia tentando di logorare l’opposizione in strada con una costante azione offensiva-preventiva contro gli attivisti»

16 Dicembre 2009 - 02:19
Barricate a Christania (foto di tt)
Barricate a Christiania (foto tt)

Le ultime notizie dalla capitale danese inviateci da S. intorno alle 17 di ieri, martedì 15, riguardano l’irruzione della polizia al Klima Forum, in cui sono state fermate circa 30 persone, mentre sono in corso controlli e arresti nelle zone dell’Accomodation Place in Norrebro.> Per le cronache di domenica 13 leggi il report su Indymedia Italia:
…l’azione di blocco del porto, che ha coinvolto 500 persone, ha visto infatti ancora una volta numerosi fermi (circa un centinaio), alla fine del corteo autorizzato. Tra questi alcuni ragazzi italiani che riportano una situazione invivibile (a causa della quantitá di gente presente) nelle gabbie predisposte in occasione del summit… | Leggi tutto

> 14 dicembre: report di S.

La giornata del 14 dicembre ha visto in strada i manifestanti del “No Border Action”, l’obiettivo era il Ministero della Difesa, preso come simbolo della ipocrisia istituzionale riguardo la situazione climatica.

L’appuntamento alle 11 in Isreal Plade ha visto una partecipazione notevole; il corteo ha percorso senza problemi il tratto autorizzato, alla fine del quale un gruppo di manifestanti ha continuato a camminare in direzione dell’adiacente Ministero. La polizia ha creato degli ulteriori cordoni (il corteo era circondato sui lati lunghi della massa da cordoni di poliziotti) per impedire azioni nell’area adiacente all’edificio. I dimostranti hanno quindi staccato le corde che tenevano un grande pallone a  forma di globo ai supporti, e l’hanno trasportato fino al retro del Ministero. Dopo un momento di caos, si e’ tornati uniti in direzione di Christiania. Il corteo e’ terminato subito fuori l’entrata principale e nel percorso la polizia ha seguito i manifestanti con camionette e schieramenti di celere a piedi ma senza ripercussioni. Per le 7pm era in programma il Reclaim Power Party sempre a Christiania, dibattito con Naomi Klein e Michael Hardt e a seguire musica e visuals.

In nottata, verso le 12.00 / 12.30, sono iniziati scoppi che provenivano dalle vie limitrofe e dopo poco un elicottero ha iniziato a sorvolare tutta l’area. Ci sono stati lanci di oggetti e molotov verso la polizia che nel frattempo era arrivata e aveva circondato tutte le entrate. Dopo circa un’ora di attacchi e ritirate, la polizia ha definitivamente sfondato i tentativi di barricate che erano state tirate su ed e’ entrata in Christiania. Girando con cani e torce tra la gente che era ancora dentro (nella tenda con la musica, nei vari locali, bar, etc..), i poliziotti hanno fermato e portato via quasi 200 persone (la maggior parte delle quali era rimasta lontano dagli scontri e quindi ignara della situazione), tra i quali non pochi italiani, rilasciati in nottata.

> Notte tra il 14 e il 15 dicembre: raid a Christiania – report di tt

Una lunga giornata di manifestazioni contro il Canadian Tar Sands, le questioni del cambiamento climatico e delle migrazioni che doveva concludersi con una notte di festa a Christiania, per rilassarsi e caricarsi di energie in vista del Reclaim Power la giornata di azioni dirette e manifestazioni prevista per domani [oggi, ndr] 16/12.

Invece la festa si conclude verso le 23.00 quando nuvoloni di fumo si alzano dagli ingressi di Christiana e gas lacrimogeni riempiono l’aria.

Bruciano le barricate erette a protezione dai manifestanti mentre comincia un lancio di bottiglie verso la Polizia schierata in assetto antisommossa fuori dall’entrata, la quale risponde lanciando gas lacrimogeni. Un elicottero sorvola continuamente la zona e Christiana e’ circondata in poco tempo da cordoni di polizia.

La situazione precipita e la polizia danese sfonda le barricate in fiamme che erano state costruite agli ingressi del quartiere. Quasi tutti quelli che si trovavano a Christiania in quel momento vengono arrestati: quasi 200 persone di cui molti italiani.

Nonostante le proteste di successo del 14 dicembre, in cui gli attivisti sono stati in grado di marciare per le strade senza arresti di massa, sembra che a Copenaghen sia effettivamente illegale opporsi pubblicamente allo scambio di emissioni, ai mercati del carbone, e alle altre “soluzioni” al problema del cambiamento climatico. Dall’inizio del vertice oltre 1500 persone sono state fermate, arrestate, aggredite con gas lacrimogeni, spray al peperoncino, e volutamente tenute a temperature sotto lo zero per aver espresso la loro opposizione.

Ancora non e’ chiaro il motivo per cui gli attivisti sono stati attaccati con gas lacrimogeni e arrestati dalla polizia mentre si svolgeva una notte di festa.

La polizia sembra stia tentando di logorare l’opposizione in strada con una costante azione offensiva-preventiva contro gli attivisti, intimorendo chi prova a far valere il proprio diritto ad essere qui e a manifestare: la maggior parte dei fermati viene arrestata non per una effettiva partecipazione a riot o per esplicite azioni dirette violente ma semplicemente per scoraggiare una presenza di massa determinata alle manifestazioni.

La modalita d’intervento della polizia e’ la stessa che e’ stata usata dall’inizio del vertice: squadroni di poliziotti e cani antisommossa accerchiano e/o isolano gruppi di manifestanti in modo piu’ o meno casuale (basta trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato o essere vestito troppo di nero!!!) che vengono poi bloccati e arrestati in via preventiva. Tutti i fermati vengono perquisiti, ammanettati con fascette di plastica, fatti sedere a terra in fila sull’asfalto gelido.e poi trasferiti in una ex fabbrica di birra appositamente attrezzata nella parte sud della citta, dove vengono nuovamente fatti sedere a terra prima di essere chiusi dentro celle di piccola dimensione. Il fermo e la permanenza in cella per gli arrestrati in via preventiva puo’durare dalle 4 alle 12 ore.

Ieri gli attivisti sono stati rilasciati attorno alle 5 di mattina, nessuno ha subito violenza fisica ma resta la rabbia e l’impotenza nel vedersi privati della propria liberta’senza che questa privazione sia supportata d’alcuna motivazione.