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“No ai rincari sull’acqua”, blitz all’assemblea di Ato5 [video+comunicato]

Lancio di monetine verso la presidente della Provincia, Draghetti. Intanto i sindaci hanno approvato l’aumento all’unanimità.

22 Dicembre 2011 - 12:46

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Blitz del Comitato Acqua Bene Comune, stamattina, nel corso dell’assemblea di Ato5 chiamata a varare ufficialmente l’aumento delle bollette. Gli attivisti del comitato hanno chiesto rumorosamente di sospendere l’incontro e qualsiasi decisione, ma la presidete della Provincia, Beatrice Draghetti, ha tirato dritto e ha avvisato gli amministratori presenti (che poi hanno approvato i rincari all’unanimità): “I sindaci resteranno qui fino a quando non si conclude l’assemblea col voto”. Dalla parte della sala riservata al pubblico è partito un lancio di monetine in direzione del tavolo a cui era seduta Draghetti.

> Il comunicato del Comitato:

Approvato il golpe sulla bolletta dell´acqua

Grave la totale chiusura della presidente della provincia Draghetti e dei sindaci del territorio bolognese alla richiesta di posticipare la decisione sugli aumenti delle tariffe idriche per permettere un percorso di partecipazione.

Questa mattina è andata in scena un grave atto antidemocratico ed autoritario.

Dopo sei mesi che ATO discute le tariffe e la nuova convenzione con il gestore del servizio idrico e nonostante le ripetute richieste formali di incontro del comitato referendario dal 14 giugno in poi, il comitato viene incontrato solo ieri sera su nostra sollecitazione (le OO.SS. vengono incontrate 2 giorni fa).

Nonostante il parere di merito negativo di tutti questi soggetti.

Nonostante decine di cittadini mobilitati in extremis col passa parola abbiano chiesto pacatamente e democraticamente che la decisione slittasse al nuovo anno per permettere un approfondito esame per trovare soluzioni condivise con un percorso partecipato fino ad oggi negato.

Nonostante ATO abbia ancora pochi giorni di vita e sarà soppiantata da un nuovo organismo dal primo gennaio.

Nonostante non ci fosse nessun obbligo di legge e nessun vincolo concreto, nè alcun effetto negativo irreparabile causato da un rinvio della decisione di aumento delle tariffe.

Nonostante tutti sapessero che la decisione avrebbe provocato un nuovo assetto duraturo nel tempo (5 anni) riguardo alla convenzione col gestore HERA, e che l´accordo oggi preso sarà difficilmente rimesso in discussione col passaggio dall´Ato provinciale a quella regionale.

Nonostante la situazione economica recessiva conclamata, mette a rischio tutte le previsioni di consumi fatte in convenzione.

Nonostante ci sia stato un referendum che ha chiarito che la tariffa non deve contenere la cosiddetta “remunerazione del capitale”, che invece viene riproposta (in parte sotto la stessa voce, in parte sotto una voce inesistente nell´ordinamento, cioè “oneri finanziari”).

Nonostante la copertura dei costi (necessari all´esercizio del servizio) fossero comunque garantiti dagli introiti.

Nonostante non sia stata addotta alcuna motivazione sul mancato incontro di questi sei mesi del comitato.

Nonostante tutto ciò, la Presidente ha mantenuto la decisione di procedere a dispetto di ogni ragionamento di buon senso.

Nessun sindaco fra quelli presenti se si eccettua il relatore che comunque ha ammesso l´errore della procedura seguita, ha sentito il dovere di esprimere né un dubbio né un´opinione anche minimamente difforme.

Quella che è andata in scena è una farsa della democrazia, sindaci e amministratori provinciali e comunali che rispetto alle centinaia di migliaia di persone che hanno votato al referendum nella nostra provincia, hanno deciso provvedimenti in totale solitudine. Qualcuno ci dica in quanti consigli comunali sono stati discussi questi provvedimenti.

Una distanza siderale da migliaia di persone e famiglie che vivono la crisi, gli effetti di manovre economiche pesantissime alle quali si aggiungono anche ingiustificati aumenti dell´acqua. Viene confermato un sistema che fa pagare ai cittadini tariffe salate per pagare rendite, profitti, dividendi ecc. e non per il ciclo idrico e le sue necessità.

Bisogna rilanciare gli investimenti anche oltre le previsioni, per questo basta quello che paghiamo, con una azienda di nuovo pubblica sarebbe possibile.

Diciamo basta alla logica della sovrastima del consumo, per cui se si consuma meno acqua bisogna pagarla di più. E´ esattamente il contrario di quello che dobbiamo fare.

A gennaio saranno direttamente tutti i cittadini a farsi sentire con la campagna di Obbedienza Civile, nella quale ogni utente chiederà conto ad ATO ed al gestore dell´illegale applicazione tariffaria che questa mattina è stata decisa.

Chiediamo il ripristino della legalità , e quindi degli esiti referendari.

Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.

Comitato Acqua Bene Comune di Bologna e provincia