Attualità

Napoli / Centri sociali in piazza, “non siamo riserve indiane” [comunicato+foto+video]

Ieri il corteo indetto dopo un blitz dei Carabinieri allo spazio autogestito: manifesta “la città rumorosa, incazzata, meticcia e ribelle”. Sventola anche una bandiera di Xm24.

17 Maggio 2017 - 17:06

Lunga vita a Mezzocannone occupato, lunga vita ai centri sociali

Giornate come questa cancellano con un colpo di spugna le polemiche, l’amarezza, la stupidità del potere.

Sabato sera decine di uomini delle forze dell’ordine hanno aggredito gli attivisti di Mezzocannone, sfondando la porta per provare ad entrare e fare violenza allo spazio e alla sua comunità.

Oggi pomeriggio centinaia di persone, a partire da quella piccola porta affacciata sulla metropoli, si sono riversate in strada per dire una cosa semplice: nessuno può permettersi di toccare un’esperienza autonoma, ribelle, che produce cultura, saperi, proposta politica, attivismo di base. Non esistono cavilli giuridici e “decoro urbano” che tengano. Ci dispiace per chi pensava che con il decreto Minniti e la svolta autoritaria del governo Gentiloni si potesse aprire un nuovo corso reazionario per le strade di Napoli: la nostra città non è una città pacificata.

In un corteo colorato, meticcio, rumoroso abbiamo raggiunto la Caserma Pastrengo da dove si erano mosse le unità delle forze armate per tentare un vero e proprio assedio del nostro centro sociale. Attivisti dei collettivi dalle scuole, studentesse e studenti universitari, artisti e tante e tanti compagni delle realtà di base che tutti i giorni scrivono la storia conflittuale della Napoli ribelle.

Chi voleva colpirci ci ha dato un’occasione per ribadire con forza che i centri sociali non sono delle riserve indiane un po’ anguste, che vanno bene se non danno fastidio, ma possono essere messi all’angolo per un improvviso capriccio poliziesco: i centri sociali sono luoghi in cui si sperimenta ogni giorno un modo di verso di vivere la città. Forme di vita che sono innanzitutto forme di vita ribelli.

Siamo i nodi da cui passa l’organizzazione partigiana della resistenza contro la città che vogliono dall’alto. Contro la città decorosa, silenziosa, bianca e suddita pensiamo ogni giorno la città rumorosa, incazzata, meticcia e ribelle. Al ritorno dal corteo abbiamo affisso una nuova insegna alla nostra porta: bar-ricata, da oggi, sarà il nome del nostro baretto popolare, dove ascoltare musica, parlare di libri, di arte, ma anche e soprattutto di politica e di come trasformare il nostro territorio. Quella saletta che volevano chiudere con i manganelli e le denunce resterà per sempre aperta per chiunque voglia trovare un po’ di posto e sempre chiusa per tutti quelli che vogliono decidere sulla nostra testa.

Insurgencia

> Video e foto di Zic.it: