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Milano / Prima della Scala: generazione precaria in rivolta! [report+foto]

Ripubblichiamo da MilanoX sui fatti di ieri:gli studenti cercano di entrare nel teatro e la polizia manganella

08 Dicembre 2010 - 16:30

sco 13 672 458 resize 575x281 PRIMA DELLA SCALA: GENERAZIONE PRECARIA IN RIVOLTA!Rimane frizzante l’aria qui a Milano. Dopo i cassonetti rovesciati, i cortei selvaggi, i blocchi stradali e le mille iniziative fantasiose di queste settimane, oggi è stata l’ennesima giornata di conflitto nel cuore della città.

La è da sempre un appuntamento particolare nella metropoli della moda sin dai primi anni ‘ 70, quando i movimenti per l’opposizione sociale decisero che ”la vetrina borghese del perbenismo metropolitano” doveva essere obiettivo sensibile da puntare e colpire.

(Ascolta l’intervista di Tom sulla giornata.)

Oggi, a distanza di decenni, questa  passarella, dove politici  falsi e corrotti e la “milano bene”  sfilano davanti alle telecamere sorridendo compiaciuti, continua a rappresentare un simbolo da sfregiare per le periferie e le persone ai margini che tutti i giorni esplodono di rabbia e odio verso uno stato sociale di diritto completamente assente.

Così, la volontà di replicare un appuntamento lanciato dai nostri padri ha riunito in questi giorni moltissimi studenti, operai e lavoratori, e,  Il passaparola si è sensibilmente  intensificato: ”Andiamo alla come fecero negli anni 70!” E così è stato.

Fin dalle 15,00 piazza della Scala si presenta piena di persone, nonostante l’ incessante e battente pioggia. Oggi ci sono davvero tutti: i lavoratori della Scala, gli studenti universitari, quelli delle superiori e i migranti della torre di via Imbonati, tutti assieme per dire no ai tagli alla cultura e a chiedere le dimissioni di questo governo.

Un gruppo di studenti universitari dà il via alle danze suonando con pentole e tamburi, e, verso le 16.00, si decide di provare ad entrare e superare l’ imponente cordone di polizia. La risposta delle forze dell’ordine è immediata e pesante. Caricati e colpiti duramente, i manifestanti sono costretti ad indietreggiare.

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Dopo le prime manganellate, il corteo non si lascia intimidire: ”oggi dobbiamo entrare alla scala”.

Poco dopo gli studenti, più organizzati e decisi, ci riprovano. Vengono forzate le transenne e  si avanza. Ci sono attimi di tensione, poi parte una carica della polizia ancora più pesante della prima, la testa del corteo indietreggia e, con un fitto lancio di torce e fumogeni, garantisce la sicurezza per il resto dei manifestanti. Nonostante la tensione e la pioggia, la piazza non si svuota e si parte spontaneamente verso San Babila. Bloccati dai poliziotti in assetto antisommossa, studenti e lavoratori decidono di prendere la metro e dirigersi verso Piazza Castello per portare la protesta alla ormai squallida e purtroppo spenta festa degli Obej Obej. Dopo qualche tentativo di diffondere e far conoscere al resto della città i motivi del dissenso, il corteo viene nuovamente bloccato e  tutti insieme si decide di porre fine alla spettacolare giornata e di andare alla fermata di Lanza. Impossibile non fermarsi a riflettere dopo l’intensità del momento. A Milano è cambiato e sta cambiando qualcosa. Ciò che era permesso fare una volta oggi non lo è più. Il modo di gestire la sicurezza in piazza si sta evidentemente modificando anche in seguito all’affacciarsi del nuovo questore. I cortei selvaggi vengono bloccati e impacchettati ogni volta che provano a praticare obbiettivi  che sono invece comuni ad altre città. La forza pubblica ”la fa da padrona” bastonando e reprimendo qualunque tentativo di uscire dagli schemi sempre più rigidi.

Per settimane le assemblee universitarie si sono interrogate sul come esprimere il proprio malcontanto, praticare conflitto, blocchi e sanzionamenti senza dover ricorrere a cure mediche.

Sono giornate davvero straordinarie, sono giornate dove il protagonismo e la voglia di affermarsi è fortissima. La piazza regala sempre sorprese incredibili, emozioni forti, fortissime: ”possiamo vincere, dobbiamo vincere” è la frase che echeggia e rimbomba nelle scuole e nelle assemblee milanesi.

sco 26 672 458 resize PRIMA DELLA SCALA: GENERAZIONE PRECARIA IN RIVOLTA!

Gli studenti, i giovani, i giovanissimi delle periferie trovano attraverso la pratica del conflitto organizzato un elemento di ricomposizione che è in grado di rispondere ad un disagio forte.

Per anni abbiamo vissuto e sofferto l’assenza di ricomposizione, di solidarietà. Per anni ci siamo sentiti soli, abbandonati e senza garanzie davanti ai nostri mille problemi di tutti i giorni (casa, mobilità, tasse e assenza di servizi).

Per anni abbiamo subito e siamo stati in silenzio, mentre nei palazzi del potere si ragionava e pianificava una destrutturazione sociale sempre più forte che ha prodotto un sistema liquido, senza appigli dove ognuno è da solo con se stesso.

Questa fase, è la fase della ribellione alla precarietà dell’esistente. E’ la fase dell’affermazione di noi stessi, dei nostri bisogni, dei nostri mille problemi di tutti i giorni.

Una generazione precaria che si ricompone. Una generazione precaria che si vuole affermare e vuole uscire dall’individualismo, dalla diffidenza e dalla paura di osare.

Cari politici, cari avvoltoi e speculatori del mattone, cari mafiosi, conservatori e perbenisti garanti del sistema: ”la musica è cambiata, non staremo mai più in silenzio, e non saremo mai più soli davanti alle vostre sopraffazioni e ingiustizie giornaliere”. Siamo stufi della ricattabilità a cui siamo sottoposti ogni giorno e che si manifesta in ogni ambito della nostar vita. Siamo così stanchi che nulla ci fa paura e nulla ci fermerà. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: Questo è solo l’inizio. non è una minaccia, è l’unica certezza che abbiamo nell’insicurezza che avete creato. E lo faremo.

Teo, Vale e Tom Per MilanoX