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Merola svela il bluff: ”Soluzione immediata per Làbas? Impossibile”

Ieri l’incontro con il collettivo, che parla di confronto ”indossisfacente”. La possibilità di uno spazio nell’ex Staveco ”è un primo passo”, affermano gli attivisti, ”ma mancano impegni precisi su una nuova sede subito”.

30 Agosto 2017 - 12:55

Si è svolto ieri pomeriggio l’annunciato incontro tra gli attivisti di Làbas e il sindaco Virginio Merola dopo lo sgombero, lo scorso 8 agosto, dell’ex caserma Masini: un confronto “insoddisfacente”, è la posizione del collettivo al termine dell’incontro, perchè Palazzo D’Accursio “non ha preso impegni precisi sulla nuova sede di Làbas, e sui tempi, che dovranno essere rapidissimi, con cui fornircela”. Sulla possibilità di uno spazio all’ex Staveco “siamo disposti a discutere” e si tratta “comunque di un primo passo”, ma il problema è dato dal fatto che il Comune “non abbia voluto prendere impegni precisi per far sì che possiamo avere subito una nuova sede, che dovrà essere nel quartiere Santo Stefano, e in grado di ospitare tutte le nostre attività, come abbiamo già detto in precedenza”. E inoltre, è indispensabile “una sede di transizione da trovare immediatamente per consentirci di ripartire”, aggiunge Làbas, confermando sia l’assemblea pubblica di stasera che la manifestazione lanciata per il 9 settembre.

Questo quanto dichiarato da Merola: “Una soluzione immediata non è possibile, non si riesce. Capisco che loro abbiamo una manifestazione, ma non è dato al mondo che in pochi giorni si trovino delle soluzioni e in ogni caso queste soluzioni devono avere dei percorsi basati sulle regole, avere occupato non dà nessun diritto”. E poi: “La soluzione temporanea c’è, nel senso che è la Staveco. Il fatto di avere la necessità di continuare è comprensibile, ma occorre aprire un percorso fatto di regole, io non posso confrontarmi in base al fatto che se non do loro una risposta loro vanno avanti con le loro iniziative. Mi auguro di no, perchè questo chiuderebbe qualsiasi possibilità di risposta da parte dell’amministrazione”. Un riferimento alla manifestazione già annunciata dal collettivo per il 9 settembre con l’intenzione dichiarata di riaprire Labas. Anche per un uso temporaneo dell’ex Staveco, però, “ci sono dei lavori da fare” e secondo le previsioni del Comune, spiega Merola, si parla di un arco temporale che arriva alla “primavera-estate del prossimo anno”. E se Làbas chiede da subito impegni “precisi” da parte del Comune, Merola replica: “Capisco tutto, ma io gli impegni li prendo con persone che condividono un percorso fatto di regole democratiche che riguardano tutti, non solo quelli che hanno occupato”. Inoltre, continua Merola, “non si decide di assegnare uno spazio a Làbas, ma si decide come utilizzare un’area con il concorso e le idee migliori di tutti”: dunque “tutti quelli che vorranno partecipare, parteciperanno” ad una discussione che non riguarda, nel complesso, solo l’ex Staveco. “Noi abbiamo intenzione di aprire una discussione in citta’, su tutta la città- sottolinea Merola- sugli spazi pubblici”, perchè “la città  è piena di spazi che si sono svuotati con il tempo e grazie al nostro lavoro ci sono 40 milioni di euro su come riutilizzarli”. In questa prospettiva, “la cosa che mi preme di più è partire con una mappatura degli spazi da mettere a disposizione di tutti quelli che vogliono partecipare”. Si riparte insomma con la manfrina della mappatura degli spazi inutilizzati, che dalle parti di Palazzo D’Accursio si tira fuori quando fa comodo per poi, puntualmente, non combinare nulla di concreto.

Làbas è tornato a intervenire oggi con un post su Facebook: “L’incontro che abbiamo avuto ieri con il sindaco Virginio Merola non ha raggiunto l’obbiettivo – si legge – Làbas ha bisogno di avere subito uno spazio per poter proseguire le proprie attività, di rimanere nel quartiere Santo Stefano e di mantenere la complessità progettuale che ci contraddistingue. La proposta della Staveco che ieri ci è stata fatta è una sfida ambiziosa e importante per questa città che siamo pronti a cogliere con la passione e l’energia che abbiamo dimostrato in questi cinque anni”.

“Tuttavia – prosegue la nota – è inaccettabile che Làbas debba attendere un anno per avere uno spazio, come se la nostra esperienza possa essere messa in congelatore per essere poi scongelata quando il Sindaco lo riterrà opportuno. Se la Staveco irrompe nel dibattito pubblico come luogo di “rigenerazione urbana” che può ospitare esperienze non speculative, laboratori politici, sociali e culturali come Làbas è perché c’è chi ha lottato per anni, con le unghie e con i denti, affinchè si affermasse un modello diverso da quello a cui è abituata la politica e i palazzinari. La stessa Staveco è stata oggetto negli ultimi anni di mirabolanti progetti, annunciati con brindisi e foto di famiglia, poi naufragati. Sono cinquant’anni che la Staveco si trova in quelle condizioni”.

Scrive poi il collettivo: “Per questo motivo il minimo che possiamo esigere dopo anni di inutili discussioni con l’amministrazione sul futuro di Làbas è che nei prossimi giorni ci sia un impegno concreto, scritto e sottoscritto, che indichi tempi e modalità d’ingresso nello spazio. La discussione in questo senso con l’amministrazione è aperta ed è solo all’inizio. C’è un pezzo di città che è stanco di essere preso in giro, che si sente ferito da questa ingiustizia, e che quindi crede che Làbas debba avere subito una casa, anche temporanea, per poter continuare ad esistere”.

In conclusione, “per fare questo abbiamo bisogno di tutta la forza che la campagna #RiapriAMOLàbas ha espresso in queste settimane. Per questo motivo l’ Assemblea pubblica #RiapriAMOLàbas di stasera sarà un momento fondamentale per poter organizzarci a praticare questo obiettivo”, in vista della “grande manifestazione” già annunciata per il 9 settembre: “Ci vogliono subalterni e pazienti, ci avranno agitati e creativi”.