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Merola intercede sulla Fiera, ora i lavoratori attendono un atto concreto da Boni

Il sindaco, che rappresenta il primo azionista di BolognaFiere, ottiene dal presidente “l’adesione” alla richiesta di ritirare la procedura di mobilità, ma nell’assemblea cittadina di oggi si decide di mantenere la mobilitazione.

19 Settembre 2016 - 20:36

Lavoratori Fiera - © Michele LapiniDopo lo sciopero di venerdì contro il presidente BolognaFiere Franco Boni, a cui i sindacati addebitavano di aver sconfessato quanto concordato pochi giorni prima, Merola, che come sindaco cittadino e metropolitano è primo azionista dell’ente espositivo, ha incontrato lo stesso Boni chiedendo formalmente il ritiro della procedura di mobilità a carico di 123 dipendenti.

Secondo quanto riferito in una nota diffusa dall’amministrazione, il presidente “ha dato la sua adesione personale a tale richiesta”.

Appresa la notizia, i lavoratori e le sigle sindacali attive sulla vertenza hanno annullato il presidio previsto in contemporanea al Consiglio comunale di oggi, e sono state ricevute dal capo di gabinetto del sindaco.

Sono arrivate in serata le prese di posizione dei sindacati di base. Scrive Sgb: “Grazie alla forte mobilitazione messa in campo dalle lavoratrici e dai lavoratori della fiera questa mattina il sindaco Merola ha dichiarato di aver formalmente chiesto al presidente Boni il ritiro della procedura di licenziamento di 123 lavoratori. La dichiarazione è arrivata durante l’assemblea dei lavoratori riunita per decidere i prossimi passi della lotta. Dopo un accesa discussione l’assemblea ha dato mandato ad una delegazione di incontrare il comune (nella fattispecie il dott. Montalto) per ribadire che il formale ritiro della procedura è la condizione sine qua non per proseguire il confronto sul futuro della fiera”.

Continua il testo: “Finalmente, dopo averlo ripetuto per mesi, anche una parte dei soci ha capito il semplice concetto che non si può avviare una serena discussione sotto ricatto. Speriamo che a brevissimo seguano uguali dichiarazioni di soci pubblici e privati e ribadiamo che, senza un formale ritiro, la lotta proseguirà mettendo a repentaglio le prossime fiere”.

Così Usb: “Non finiscono di stupire le esternazioni del presidente Boni: a pochi giorni dall’uscita sulla conferma della mobilità e delle soluzioni da lui individuate (esternalizzazioni e agenzie interinali), oggi, con una nuova giravolta, Boni conviene con il sindaco Merola sull’opportunità di ritirare i licenziamenti per i 123 lavoratori part-time della fiera. Una clamorosa inversione di marcia che, riteniamo, si è resa necessaria dopo che, a tutta la città ed a tutti i soggetti istituzionali coinvolti, si è palesata l’assoluta inadeguatezza della dirigenza di BolognaFiere nella conduzione di una trattativa delicata e fondamentale riguardante il futuro delle famiglie dei lavoratori coinvolti ed il destino del quartiere fieristico, proiettato sempre più in una dimensione regionale con l’avvio del progetto di Holding sponsorizzato da Bonaccini, che mette la fiera di Bologna insieme a quelle di Parma e Rimini.

Dunque, “oggi la partecipata assemblea dei lavoratori della fiera ha rigettato l’ennesimo tentativo di utilizzare la stampa, nello specifico la nota emanata dal sito del Comune di Bologna, per tracciare il calendario e l’ordine del giorno della discussione. L’assemblea, all’unanimità, ha votato la prosecuzione dello stato di agitazione con pacchetti di ore di sciopero da attuarsi sin da domani, per arrivare a proclamare lo sciopero per l’intera giornata del 26 settembre, giorno dell’inaugurazione del Cersaie.Nel successivo incontro della delegazione sindacale di oggi pomeriggio, alla presenza del Capo di Gabinetto del sindaco è stato ribadito l’impegno dei lavoratori a proseguire la lotta sino all’atto formale del ritiro del licenziamento collettivo. Da parte del Capo di Gabinetto è arrivata l’informazione che Boni si accinge a consultare il Consiglio di Amministrazione per dare seguito a quello che sembra essere il suo ultimo impegno preso. Come USB sosteniamo la decisione dell’assemblea dei lavoratori di mantenere alto il livello della mobilitazione fino a quando non verrà messo nero su bianco che il ritiro dei licenziamenti. È finita l’ora delle chiacchiere!”.