Acabnews Bologna

Mensa, studenti ancora in piazza: “Meno chiacchiere e più risorse!”

Nuovo pranzo sociale contro la mensa più cara d’Italia. Giovedì corteo per un prezzo giusto e contro la militarizzazione della città.

08 Novembre 2016 - 17:42

foto ZicOggi nuovo pranzo sociale degli studenti impegnati nella lotta per l’abbassamento dei prezzi della mensa universitaria. All’appuntamento hanno preso parte molti studenti e solidali, ed è stato attraversato anche da persone che quotidianamente vivono la zona universitaria: in piazza Puntoni infatti si trovavano anche alcune bancarelle che ogni settimana allestiscono un mercatino di libri, vestiti e quant’altro. Il dispiego di forze di polizia è stato anche oggi molto consistente, in quella che ormai sembra essere una prova di forza che non si scioglierà se non attraverso l’intervento degli enti coinvolti nella gestione della mensa.

Gli studenti, in un comunicato diffuso appena dopo il pranzo, chiedono che il Rettore Ubertini si impegni nella risoluzione di questo problema che, fra molti altri, colpisce i ragazzi ogni giorno: “E’ tornato dalla Cina, si è accorto dello scempio e niente di meglio ha saputo proferire che pessime frasi di circostanza. Sempre più difficile credere che la governance universitaria abbia serie intenzioni risolutive della complessità di problemi che riguardano non dieci, non cento, ma migliaia di studenti e studentesse. Anche oggi siamo tornati in Piazza Puntoni per dare la possibilità a tutti e tutte di mangiare un pasto genuino e dignitoso assieme alla Rete Eat The Rich, sin da subito schierata a fianco di questa giusta lotta. Stamattina in ulteriore solidarietà ai 9 antifascisti arrestati sabato a Roma.”

foto ZicInoltre, al problema della accessibilità per tutti della mensa
si intreccia anche la volontà di non cedere alla inaccettabile presa di posizione delle istituzioni, che vorrebbero affrontare ogni conflitto nell’ottica della gestione dell’ordine pubblico: “Invece di apportare modifiche sostanziali ai prezzi, Elior, Ergo e l’Università continuano a trincerarsi dietro la polizia, sempre più in forze davanti alla mensa, e a non voler aprire la contrattazione. Dal conto nostro nessuna resa. Continuiamo pertanto a denunciare quanto questa situazione sia l’esatto contrario delle nostre impellenti necessità. Vogliamo soluzioni, non polizia! Se loro certo non sono soliti far fede a quello che promettono (ci ricordiamo i bei proclami del rettore il giorno dell’insediamento) noi sì: sarà resistenza ad oltranza contro la mensa più cara d’Italia e contro la militarizzazione della zona.”

Continuano quindi aprendo lo sguardo dalla zona universitaria all’intera città: “Non possiamo chiudere gli occhi di fronte all’arroganza di chi vorrebbe chiudere ogni spazio d’espressione, di dignità, d’autogestione, di vita. Dagli sgomberi delle occupazioni, gli attacchi portati agli spazi sociali ed autogestiti, la militarizzazione costante delle nostre strade e dei nostri quartieri come succede ogni giorno in Piazza Verdi, come succede ogni giorno in Bolognina. I fatti della mensa si inseriscono in questa cornice di governo della città e sfatano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, il mito della Bologna aperta, tollerante ed erogatrice di benessere. Qui la realtà è un’altra, e ha tutt’altro sapore.”

foto ZicStudenti e solidali lanciano quindi per giovedì 10 novembre alle 18 in piazza Verdi un corteo aperto a tutte e tutti coloro che ritengono si stia consumando una evidente ingiustizia sula pelle degli studenti e di chi lotta per un’idea diversa di convivenza civile:
“Per continuare questa giusta marcia collettiva contro lo scempio della mensa più cara d’Italia, contro l’assurda gestione poliziesca ed il silenzio degli enti chiamati in causa, contro la repressione che colpisce chi combatte e cammina quotidianamente verso il vero ed il giusto, per l’immediato abbassamento dei prezzi dei pasti, per l’immediata de-militarizzazione della zona universitaria, così come di ogni quartiere in cui si pensa di gestire i problemi e le lotte sociali soltanto come una questione di ordine pubblico, per tenerci un luogo che ci appartiene.
Con l’idea di partire in corteo da Piazza Verdi, luogo simbolo di conflitto sociale e solidarietà, attraversare la nostra città e i nostri quartieri, per concludere in Piazza Puntoni e riprendercela. Riempire quella piazza con la nostra forza, i nostri progetti, culturali, artistici e sociali. Per l’autogestione, l’autoriduzione ed il conflitto sociale. Piazza Puntoni non è della polizia, ma di chi la vive quotidianamente! Avanti! Resisteremo una vita più di loro!”