Cua: “Tira vento di tempesta dalle rocche accademiche, bene, da settembre continueremo a dare battaglia”. Intanto si apprende che sarebbero tre i docenti indagati per gli ‘esami collettivi’.
“Finalmente liberi dall‘obbligo di firma gli studenti che avevano partecipato alle manifestazioni di protesta per una mensa più accessibile”. Ne dà notizia un comunicato del Cua.
Prosegue il collettivo: “Insieme a centinaia di altri studenti e studentesse avevano lottato con determinazione e generosità contro il caro-mensa e il folle dispositivo poliziesco messo in atto da Università e Questura. Questo nel tentativo di ostacolare le giuste rivendicazioni di chi usufruisce del servizio pessimo e costoso della mensa (lo ricordiamo: 6.80 euro per un pasto!) a fronte della totale incapacità dell’Università di gestire un bisogno primario come l’accesso al cibo per noi studenti e studentesse. Per i giovani in questione era stata addirittura formulata l’accusa di estorsione e richiesti gli arresti domiciliari! Caduta in sede giudiziaria e comminato l’obbligo di firma in Questura, era sin da subito chiaro come l’attacco repressivo fosse utile a criminalizzare una lotta giusta e legittima, ma che causava molti malumori ai piani alti di Er.go e Alma Mater evidentemente vicini agli interessi di Elior (la cooperativa che gestisce la mensa) piuttosto che con gli studenti e studentesse che manifestavano le problematiche di un servizio universitario tra i più cari d’Italia! Ancora una volta si è preferito reprimere invece di risolvere, ma chi sta dalla parte del giusto non si ferma davanti a chi tenta di silenziare in questo modo le istanze poste”.
Si legge in conclusione: “Dalle strade alle aule accusatorie dei tribunali sono stati mesi di dure battaglie. Mesi in cui l’Università di Ubertini a braccetto con la Questura ha in ogni modo tentiamato di estirpare dalla zona universitaria migliaia di giovani studenti e studentesse. Non ce l’ha fatta. Siamo ancora qui, in via zamboni e piazza verdi con la cultura autogestita, i nostri comportamenti e le lotte sociali. Tira vento di tempesta dalle rocche accademiche, bene, da settembre continueremo a dare battaglia, a strappare pezzi di reddito, a difendere i nostri spazi di aggregazione, a conquistarne di nuovi. Liber tutt!”
Intanto, a quanto si apprende, sarebbero tre i docenti dell’Università di Bologna indagati per abuso d’ufficio per aver acconsentito agli ‘esami collettivi’, permettendo ossia ad alcuni studenti sospesi di sostenere i colloqui durante l’ultima sessione, senza verbalizzare. Nessuno dei tre sarebbe ancora stato sentito in Procura.