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L’Xm24 insieme ai sinti di via Erbosa: “All’amministrazione non dà retta più nessuno”

Le riflessioni che il centro sociale della Bolognina ha condiviso con gli abitanti del campo dopo l’allontamento di Salvini. Da Ross@ solidarietà per i manifestanti denunciati.

14 Novembre 2014 - 15:38

All’amministrazione non dà retta più nessuno

Contestazione Salvini (foto YouReporter)Precisiamo che queste riflessioni arrivano dopo aver trascorso un pomeriggio e una mattinata nel campo sinti di via Erbosa e aver discusso, con chi era lì, degli avvenimenti di sabato scorso e della cacciata dei leghisti. Mentre ci confrontavamo, nella buca delle lettere del campo, è stato rinvenuto un biglietto con su scritto: “Zingaro maiale prima o poi finisce male”, una diretta conseguenza dell’effetto Salvini su qualcuno esasperato dalle difficoltà del presente.

I sinti di Via Erbosa non volevano Salvini al campo! Quando, qualche giorno fa, l’assessora Frascaroli dichiara che “i sinti non interessano a nessuno”, si sta forse riferendo alla sua amministrazione comunale e ai partiti di opposizione? Sembrerebbe l’interpretazione più logica, vista l’indifferenza dimostrata dal ceto politico di questa città alla richiesta dei sinti di proibire l’accesso al campo al fascista-xenofobo Salvini e all’aspirante presidente dell’Emilia Romagna Fabbri, in base alla legge Mancino, per istigazione all’odio razziale. O forse le esternazioni della Frascaroli, seguita da tutti gli altri volti della politica cittadina, si spiegano con interessi di tipo elettorale e con il timore di perdere voti a destra assumendo posizioni nette e, almeno questa volta, coerenti con la legalità che tanto sbandierano?

Si è vero,dunque, che i sinti  non interessano a nessuno, visto che sono vittime dei dictat e dei “patti” imposti dall’amministrazione comunale.

Si è vero,  i sinti  non interessano a nessuno, visto che, per paura dei sondaggi elettorali, ci si arroga il diritto di decidere per loro chi possa entrare in casa loro al solo scopo di provocare, insultare e strumentalizzare.

Si è vero, i sinti  non interessano a nessuno, visto che, sfruttando la loro posizione di bisognosi di misure di welfare, gli si impone di sorridere a chi li insulta e le vorrebbe al rogo, altrimenti niente case, niente soldi, niente aiuti etc.

Sì è vero, i  sinti non interessano a nessuno, visto che le logiche di partito, i calcoli e gli interessi politici contano più del loro parere e della loro libertà.

Si è vero, i  sinti  non interessano a nessuno, visto che un sabato mattina si sono trovat* imprigionat* dentro il loro campo, circondato da agenti antisommossa, perchè amministrazione comunale e questura avevano soffiato sul fuoco della paura alimentando favole sui centri sociali sanguinari e violenti.

Dal momento del famoso ceffone alla leghista provocatrice, il nostro rapporto con gli e le abitanti del campo (che, come noto, si trova a meno di un chilometro dal nostro spazio) è stato continuativo e intenso.
Anche dopo la fuga precipitosa di Salvini, quando riflettori e telecamere si sono spenti e i volti da campagna elettorale sono spariti, dal campo sono venuti a ringraziarci per averli aiutati a non essere strumentalizzati e schiacciati da una campagna elettorale nella quale, come noi, non intendono certamente essere trascinati a forza. Né loro, cui si continua ad attribuire posizioni che non hanno e ruoli che non vogliono avere, né noi, già da giorni definite “violenti” a dispetto di ogni evidenza e con palese disprezzo della realtà dei fatti. Tutte e tutti noi che, spenti i riflettori, continuiamo a vivere assieme quotidianamente lo stesso quartiere e il suo spirito antifascista e antirazzista, scambiandoci sorrisi, abbracci e solidarietà.

Proprio noi che rimaniamo perfettamente indifferenti alle percentuali dei sondaggi elettorali, dal momento che il nostro reddito e i nostri diritti non fanno che diminuire sistematicamente da anni a prescindere da chi governa. Quelle e quelli che sentono la rabbia crescere in maniera direttamente proporzionale al peggioramento inesorabile delle loro condizioni materiali.

Volevamo pranzare insieme alle donne e agli uomini del campo, avevamo portato torte, patate e bevande. Avevamo strumenti musicali, abiti colorati e striscioni sfottò. Abbiamo trovato tantissimi giornalisti capaci solo di riportare quello che fa comodo ai loro padroni, disprezzando la realtà dei fatti. Abbiamo trovato agenti con scudo e manganello che volevano assicurare l’accesso a un balordo e impedirlo a chi invece ha nel campo la sua casa. A metà mattinata, visto il solito e inutile schieramento di forze dell’ordine (utile come sempre solo ad aumentare lo stipendio delle truppe e la tensione) abbiamo convenuto con gli abitanti del campo che sarebbe stato meglio che non entrassimo all’interno, in modo da prevenire qualsiasi occasione di scontro con le forze dell’ordine. Questa posizione è stata mantenuta e ci siamo limitate a rimanere in presidio alle 2 entrate. Abbiamo incontrato alcuni leghisti venuti a sostenere il loro ducetto, nessuno dei quali è stato toccato.

Poi l’auto di Salvini ha accelerato investendo cinque di noi prima che la macchina fosse colpita. Siamo state chiamate “aggressori” per esserci difesi da un tentato omicidio. Infine la solita litania su giornali e televisioni su buoni e cattivi, violenti e non violenti.

La verità è che nessuno crede più all’amministrazione comunale che fa il gioco delle destre, dei ricchi potenti e delle banche, che promette, sorridendo, con una mano mentre fa la vittima e toglie diritti e servizi con l’altra.

Eravamo sicure che i sinti e le sinte non ci sarebbero cascati, ci riconoscono come bersagli degli stessi pregiudizi che loro per primi da sempre subiscono. Sabato mattina ci hanno impedito di festeggiare la nostra alterità insieme ai sinti di via Erbosa. Di esorcizzare l’arrivo al campo della tristezza e della più bassa espressione della politica. Ma nessuno ha potuto impedirci di festeggiare poi, tutti e tutte assieme, nel pomeriggio, la riuscita di quello che, collettivamente e orizzontalmente, avevamo stabilito di fare. Salvini è rimasto fuori! Questa è la storia.

Spazio Pubblico Autogestito Xm24 con le donne e gli uomini sinti di via Erbosa

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L’antirazzismo non si processa! Solidarietà ai compagni denunciati!

Le mani nude sul cofano e la reazione dovuta a un criminale tentativo di investimento da parte di da Salvini sono subito reati. Il tentato omicidio fatto con un’auto che parte a tutto gas contro delle persone invece no. Il tutto in un’azione della Lega che è istigazione all’odio razziale.

Questo è il metro di giudizio sui fatti di sabato che danno Digos e magistratura, accompagnati da una giunta Merola vergognosa e da una stampa zerbino.

Dieci le denunce contro i compagni che hanno rappresentato sabato scorso a Bologna quella parte di Bologna che non si arrende alla marea montante della destra reazionaria di Lega, Casa Pound, Forza Nuova. Un’estrema destra che ha iniziato in tutto il paese un attacco a migranti e zingari, con veri e propri pogrom alimentati dai media (e di certo non contrastati dall’inerzia delle forze politiche istituzionali che si richiamano all’antifascismo a parole e per liturgia) come i fatti romani di Tor Sapienza di questi giorni, e che ci fanno capire che l’antifascismo e l’antirazzismo o sono militanti, diventano autodifesa, o non sono.

Per quanto riguarda il clima di caccia alle streghe che i vari attori dei poteri forti cittadini stanno montando: dalle minacce di revoca delle convenzioni a realtà e centri  sociali, alle denunce, non ha certo giovato lo sciacallaggio di chi da “sinistra” ha preso le distanze nei confronti del movimento antagonista sin dai fatti delle sentinelle.

Ma evidentemente per ragioni elettorali e di convenienza politica, qualcuno ci sguazza nello stereotipo del manifestante “black block”, anche se a mani nude, a volto scoperto in una mobilitazione del tutto pacifica.

Ross@ Bologna rivendica il respingimento di Salvini in via Erbosa di sabato e invita tutte le forze della sinistra autentica a mobilitarsi per difendere i compagni denunciati. E per proseguire con l’antifascismo e l’antirazzismo militante ovunque la canaglia razzista e fascista esca dalle fogne per attaccare categorie sociali discriminate, lavoratori, antifascisti.

Ross@