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Logistica, i sindacati di base firmano un accordo “storico” per i facchini

Siglato un documento che migliora le condizioni dei lavoratori con alcune delle più grandi aziende del settore. Si Cobas e Adl Cobas: “Concrete possibilità di vincere battaglie con la lotta e migliorare le condizioni di vita”.

07 Novembre 2016 - 21:10

@Fb Si Cobas H&MIl 15 settembre scorso in un magazzino di Piacenza Abd Elsalam, un lavoratore della logistica è stato travolto e ucciso durante un picchetto davanti all’azienda dove lavorava. Pochi giorni fa i due sindacati più rappresentativi del settore della logistica, Adl Cobas e Si Cobas, e le principali aziende del settore hanno firmato un accordo che ha valore su tutto il territorio nazionale. L’accordo segna un passaggio importante nelle relazioni sindacali, perché nasce dopo una lunga stagione di lotte conflittuali e perché modifica a tutti gli effetti il contratto nazionale di riferimento firmato dai sindacati confederali.

Così i sindacati di base nel loro comunicato:  “Agli inizi del mese di ottobre sono stati siglati veri e propri accordi di valenza nazionale, tra le Oo.ss Adl Cobas e Si Cobas e alcuni dei principali corrieri presenti in italia che riguardano, in parte molti degli obiettivi già raggiunti con accordi di magazzino direttamente con i fornitori, con l’aggiunta di ulteriori aspetti migliorativi. Si tratta di accordi che vanno nella direzione indicata dal formidabile ciclo di lotte di questi ultimi anni e che segnano un rivoluzionamento delle relazioni sindacali, andando a formalizzare i rapporti di forza in essere, fuori da ogni normativa esistente sulla rappresentanza e sui diritti formali previsti dalle norme contrattuali. Gli accordi che vengono riportati in calce sono il frutto di un lungo periodo di conflitti e trattative che hanno indotto Tnt, Gls e Brt a sottoscriverli, mentre Sda ha firmato una dichiarazione di intenti che impegna comunque i fornitori ad applicare le stesse condizioni previste dagli accordi. Come è noto, stiamo parlando dei principali operatori del settore, i quali, assieme a Dhl, con cui non è stato ancora possibile addivenire ad un accordo nazionale, rappresentano grossa parte della logistica in Italia. E’ evidente che la firma di questi accordi assume un valore di importanza politica enorme, soprattutto in una fase politica dove padronato e governo sono complessivamente all’attacco nei confronti dei lavoratori su scala nazionale.”

La portata politica e storica della firma dell’accordo, e i suoi potenziali risvolti su tutte le relazioni sindacali, viene messa in evidenza dai sindacati con queste parole: “Si tratta di un evento politico del tutto nuovo nello scenario del ‘sindacalismo di base’, in quanto non era mai successo che le grandi aziende, alcune delle quali anche multinazionali, fossero costrette dalla pressione delle lotte a sedersi attorno ad un tavolo con organizzazioni sindacali di base per condividere accordi che definiscono linee guida di valenza nazionale attorno alle quali i vari fornitori dovranno adeguarsi. Fino ad ora esistevano accordi di natura nazionale sottoscritti solo con Cgil Cisl e Uil e, quindi, la novità di quanto è successo, segna un evento storico che modifica il quadro delle relazioni sindacali a livello nazionale. I punti salienti del documento, analizzati nello specifico, assumono una rilevanza politica di primo piano, in quanto vanno a modificare in modo sostanziale il Ccnl trasporto merci logistica firmato da Cgil Cisl e Uil, e riconoscono il ruolo essenziale e prioritario sul piano contrattuale del Si Cobas e Adl Cobas. In particolare ci preme sottolineare il fatto che gli accordi siglati , che sarà nostra cura depositare al ministero del Lavoro e nelle varie prefetture, dettano le condizioni contrattuali e retributive alle quali gli appaltatori dovranno sottostare nei magazzini della logistica.”

sicobas L’accordo sindacale siglato prevede numerose novità per il lavoratori, a partire da dalla nuova clausola per il cambio d’appalto. “Per la prima volta viene stabilito che in caso di cambio di appalto tutti i lavoratori presenti in quel determinato magazzino, avranno il diritto di passare al nuovo appaltatore, alle stesse condizioni contrattuali e retributive mantenendo l’anzianità di magazzino”. Una grande novità considerando il fatto che secondo il contratto attualmente in vigore “in caso di cambio di appalto vi fosse solo la ‘preferenza’ nell’assunzione del personale presente e non l’obbligo di farlo”.

Novità anche nel merito della carriera degli operi: “l’inquadramento professionale, non viene più concepito in base alla sola attività professionale come prevista dal Ccnl, ma viene stabilito un principio di automatismo in base all’anzianità nei passaggi di livello. Si tratta, dunque, di un dato politico significativo che rompe lo strumento di ricatto e di divisione in mano arbitrariamente ai padroni e impone un aumento di salario di una certa rilevanza, visti i tempi odierni della crisi capitalistica”.

Un obiettivo che è stato accolto favorevolmente dai sindacati che hanno in proposito dichiarato: “E’ evidente che l’avere imposto questo criterio per i passaggi di livello, rompe quelle gabbie salariali imposte solo ed esclusivamente per lasciare al padrone l’arbitrio nella concessione del passaggio ai livelli superiori. Tenendo conto che nella logistica le articolazioni professionali del facchino sono in generale di tipo standard. Si tratta, dunque, di un dato politico significativo che rompe lo strumento di ricatto e di divisione in mano arbitrariamente ai padroni e impone un aumento di salario di una certa rilevanza, visti i tempi odierni della crisi capitalistica”.

Un altro impegno strappato ai magazzini è quello del buono pasto. Secondo quanto si apprende infatti, le aziende dovranno dare al lavoratore un ticket pranzo del valore di 5,29 € per prestazioni superiori alle 4 ore.

Temi centrali dell’accordo sono quelli della malattia e degli incidenti sul lavoro. “Per l’infortunio viene stabilito che, a differenza di quello che succede attualmente nella stragrande maggioranza dei magazzini dove il lavoratore in infortunio non riceve alcuna integrazione da parte della cooperativa, questi avrà l’integrazione al 100 % a partire dal primo giorno. Per quanto riguarda la malattia, per la quale non è prevista alcuna integrazione da parte dell’azienda, si procederà con un ulteriore passaggio, salvo i casi di miglior favore, con una integrazione al 100 % per 4 eventi all’anno, per 7 giorni ad ogni evento” una misura che come precisano dai sindacati: “in ogni caso, vista la portata dell’innovazione abbiamo accettato tale mediazione in prospettiva di ulteriori verifiche tra le parti per arrivare, all’integrazione per tutti gli eventi di malattia al 100 %”.

Nello stesso documento viene affrontato anche il tema delle malattie connesse al lavoro di facchino per garantire al lavoratore anche parzialmente non idoneo al lavoro “la possibilità di sopravvivere ugualmente anche in caso di non poter più essere in grado di lavorare. In particolare si è stabilito che verranno stipulate polizze assicurative atte ad assicurare ai lavoratori che abbiano avuto riconosciuta dall’Inail, a seguito di infortunio o di malattia professionale, una invalidità pari almeno al 26 %, una rendita mensile, in aggiunta a quanto riconosciuto dall’Inail”.

Inoltre, attraverso la trattativa i lavoratori hanno ottenuto che “a partire dal primo gennaio del 2017 verrà riconosciuto ai lavoratori un giorno in più di permesso retribuito e dal 1° gennaio del 2018 un ulteriore giorno di permesso retribuito, in aggiunta, ovviamente ai permessi già riconosciuti contrattualmente”.

Per ovviare a quanto già avvenuto in passato per i lavoratori – soci delle cooperative, secondo l’accordo si è stabilito che “non possa più essere utilizzata la fattispecie dell’esclusione da socio come forma surrettizia li licenziamento dei lavoratori”.

Questo accordo rappresenta un’importante novità anche dal punto di vista delle relazioni con i sindacati di base non firmatari del contratto nazionale del lavoro. Sono le stesse sigle che infatti sottolineano come “i diritti all’interno del settore della logistica sono stati conquistati solo grazie alla lotta” e che di conseguenza “a fronte di un riconoscimento anche formale del ruolo ricoperto dalle nostre organizzazioni sindacali, abbiamo convenuto che per quanto concerne le modalità di indizione degli scioperi, si seguirà una procedura che prevede la comunicazione scritta da parte sindacale del motivo del contendere, la richiesta di un incontro urgente e che la proclamazione dello stato di agitazione e dello sciopero avverrà solo dopo un esito negativo dell’incontro”.

foto fb Adl Cobas Emilia RomagnaI sindacati parlano quindi di un risultato storico, ottenuto grazie alla tenacia dei facchini in lotta, e di un possibile cambio di paradigma di tutte le relazioni sindacali, travalicando il solo settore della logistica: “Questo risultato e’ stato ottenuto grazie alla determinazione di migliaia di facchini che hanno costruito momenti di mobilitazione nazionale con lotte radicali, diffuse e con picchetti durissimi, resistendo agli attacchi della controparte che non ha lesinato in molti casi nell’utilizzare le forze di polizia. La determinazione nel portare avanti le rivendicazioni ha portato ad una crescita impetuosa della presenza di Si Cobas e Adl Cobas nell’intero comparto della logistica, un settore che sta diventando anche un punto di riferimento e di imitazione per i lavoratori di altri settori che hanno capito che esistono concrete possibilità di vincere le battaglie con la lotta e migliorare così le proprie condizioni di vita. Si tratta oggi di trarre da queste lotte una importante lezione e far tesoro di quanto fin qui ottenuto, estendendo l’iniziativa in tutto il settore della logistica (che conta quasi 200.000 addetti), creando nuove reti di relazioni perché si estendano le lotte in una ottica ricompositiva tese a conquistare migliori condizioni di vita e di coscienza di classe per tutti”.