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Lo sciopero all’Interporto vince: reintegrato un facchino sospeso

Blocco al magazzino Grandi salumifici italiani. Dopo ore di protesta, promossa dai SiCobas, l’azienda cede. Al fianco dei facchini anche Crash e Coordinamento migranti. Sciopero anche per gli accertatori della sosta, Sgb: “Adesione vicina al 100%”.

01 Luglio 2016 - 19:51

cStamattina, davanti al magazzino Grandi salumifici italiani, all’Interporto, “blocco totale delle attività e dei cancelli per il reintegro di un lavoratore sospeso”. Lo riferisce via social network il sindacato SiCobas. Alla protesta hanno partecipato anche gli attivisti di Crash, che ricostruisce così la vicenda: Grandi Salumifici prima ha sospeso un lavoratore iscritto al SiCobas, accusandolo a mezzo stampa di minacce e danneggiamenti ma “ovviamente senza prove”, poi non ha rinnovato il contratto ad altre lavoratrici pure loro iscritte al sindacato, “insistendo sul resto degli iscritti con atteggiamenti vessatori”. Dopo settimane di trattative a vuoto, stamattina “è arrivato il momento dello sciopero per chiedere il reintegro del lavoratore, il rinnovo dei contratti e il rispetto dei diritti e della dignità”. Alle 6, così, è iniziato il blocco dei camion. Alla fine, la mobilitazione ha pagato: “Dopo otto ore di sciopero ai Grandi salumifici si uniscono i lavoratori della Camst” e l’azienda è stata “costretta a cedere. Reintegro del lavoratore e rinnovo dei contratti a tempo determinato”. Anche il Coordinamento migranti ha sostenuto la vertenza e commenta: “Lo sciopero dei facchini che da questa mattina all’alba ha bloccato il magazzino dei Grandi salumifici Italiani all’interporto di Bologna è riuscito a ottenere il reintegro di un collega sospeso. Dopo aver tentato di proporre finte soluzioni già rifiutate in precedenza dai lavoratori, i padroni si sono arresi. Il lavoratore verrà reintegrato, mentre altre lavoratrici del magazzino hanno ottenuto il rinnovo del contratto che gli era stato negato fino ad oggi”.

Giornata di sciopero, oggi, anche per i lavoratori della sosta di Tper. Riferisce l’Sgb: “L’adesione, vicina al 100% dimostra come sia ormai diventato insopportabile il clima da caserma e quanto le continue disposizioni unilaterali che ormai quasi quotidianamente l’azienda  impone ai dipendenti e che spesso non hanno alcuna ragione se non quella di peggiorare le.condizioni di lavoro e di vita, siano diventate insopportabili. La qualità del lavoro dell’accertatore non si misura certo nella quantità di dati che è in grado di immettere in un palmare, né nel tempo che impiega a spostarsi. Ci auguriamo che l’azienda abbia ricevuto il messaggio e voglia dare un segnale di un cambio di rotta ritirando la disposizione evitando così un ulteriore inasprimento del conflitto”.