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L’Italia accetta le armi chimiche siriane

Secondo un accordo tra Opac e Farnesina, le armi chimiche siriane saranno presto accolte in un porto italiano. Le coste di Sicilia e Sardegna in cima alla lista.

17 Dicembre 2013 - 12:04
Un lanciarazzi del tipo che, secondo gli ispettori Onu, potrebbe aver sparato munizioni chimiche in Siria (foto: Vlad)

di Baba Urra

Le armi chimiche siriane verranno “neutralizzate” in un’isola in Italia.
La notizia che circola già da qualche settimana non è ancora stata pubblicata diffusamente, ma fonti sempre più accreditate confermano la disponibilità del Governo italiano all’operazione militare. Lo stato degli accordi sarebbe già infatti in fase avanzata.
Le sostanze pericolose – 500 tonnellate – dovrebbero essere trasferite dal porto siriano di Latakia su navi norvegesi e danesi per poi approdare in “non precisato” porto italiano.

Il piano di azione è quello deciso dall’accordo tra Russia e Stati Uniti. A fare da tramite tra i due blocchi è stata l’Opac (Organizzazione per la distruzione delle armi chimiche). L’operazione, dopo l’approdo delle sostanze chimiche in Europa attraverso un porto italiano, prevede il trasferimento della armi siriane sulla nave americana “Cape Ray” in arrivo dalla Virginia. Saranno poi i tecnici americani, in porto italiano, su nave americana, ad occuparsi della loro “neutralizzazione”.

La disponibilità offerta dal ministro degli esteri Emma Bonino, pare sia stata data già durante la conferenza di Ginevra nello scorso mese di novembre. In un discorso al Parlamento parrebbe che la ministra avesse preventivamente avvisato che la Farnesia “avrebbe dato disponibilità massima all’uso di un porto per il trasbordo”.

I tempi. Al momento le informazioni sono piuttosto vaghe e discordanti. L’Opac vorrebbe chiudere l’Operazione entro aprile stimando tra i 50 e i 90 giorni per i lavori. Secondo fonti accreditate “entro il 31 dicembre i componenti devono lasciare i territori”. Al momento sono ancora in corso le valutazioni tecniche per scegliere quale potrebbe essere il porto sulla base della “lontananza dal centro abitato”. Si pensa che l’operazione possa aver luogo – con benestare dell’Opac – nella seconda metà di gennaio.

Inutile dire che, l’informazione su quale sarà il luogo prescelto per i 150 container è blindata. Rumors hanno parlato di Sicilia o Sardegna. La soluzione italiana è arrivata dopo che sono saltati gli accordi con l’Albania. Lo scorso mese di novembre erano state numerose le proteste di piazza a Tirana da parte dei cittadini che rifiutavano categoricamente la possibilità di accogliere le sostanze tossiche sul territorio.