Attualità

Libia / Ancora bombardamenti aerei

La situazione resta molto confusa. La speculazione fa schizzare il prezzo del petrolio. Intanto a Roma alcune decine di attivisti dei movimenti hanno occupato stamattina la Camera di commercio italo-libica in viale Regine Margherita.

24 Febbraio 2011 - 16:18

(dal sito di Radio Onda d’Urto)

zawiaProseguono la rivolta e le violenze in Libia. Secondo testimoni oculari, la repressione di Gheddafi ha colpito oggi la città di Zawia, ad una cinquantina di chilometri ad ovest di Tripoli. La notizia è riportata da al-Arabiya, secondo cui miliziani e militari fedeli al colonnello starebbero attaccando in queste ore anche con nuovi bombardamenti aerei. Decine, forse centinaia le vittime stando ai testimoni, che vanno ad aggiungersi ad un bilancio sempre più difficile da stilare.
Le ultime cifre, riferite ancora da al-Arabiya, che cita le dichiarazioni di un membro libico della Corte penale internazionale dell’Aja, parlano di 10mila morti e 50mila feriti in una settimana. Altre fonti indicano un bilancio compreso fra i 5 e i 7mila decessi. Nel frattempo, diversi testimoni raccontano di violenti scontri anche nella città di Sabratha, 80 chilometri ad ovest di Tripoli. Per la prima volta, inoltre, ci sono notizie di proteste anti-regime nella città meridionale di Sabha. I ribelli starebbero ormai controllando la Cirenaica e le città di Misurata e Bengasi.
Secondo Saad Gheddafi, secondogenito del colonnello, il regime avrebbe comunque ancora il potere sull’85% del Paese. La situazione dunque è più che mai confusa: ulteriori testimonianze raccontano addirittura di un imminente attacco contro Tripoli, dove resta asserragliato il colonnello, ancora rinchiuso nel suo bunker di Bab al-Aziziya. Intanto, migliaia di mercenari e miliziani africani si starebbero dirigendo verso la capitale per portare rinforzi al leader libico.Il ramo nordafricano di al-Qaeda si schiera nel frattempo insieme ai dimostranti anti-regime e accusa Gheddafi di essere un “assassino di innocenti”. Lo riferisce il Site, il gruppo di monitoraggio dei siti estremisti islamici, citando un comunicato pubblicato su internet. “Facciamo appello ai musulmani libici perché abbiano fermezza e pazienza, e li incitiamo a continuare la propria battaglia e rivoluzione per cacciare il tiranno criminale”, aggiunge il comunicato.
Sulla scia della rivolta non solo libica, ma di buona parte del mondo arabo, la speculazione finanziaria continua intanto a far crescere il prezzo degli idrocarburi. I rincari, come sempre, riguardano soprattutto il petrolio, che ha ormai definitivamente sfondato i 110 dollari al barile alla Borsa di Londra, raggiungendo quota 112. Attorno ai 100 dollari invece la quotazione a New York.
La ribellione del popolo libico trova intanto nuova solidarietà in Italia. Alcune decine di attivisti dei movimenti romani, come ad esempio Action e la Rete verso il primo marzo, hanno occupato stamattina la Camera di commercio italo-libica in viale Regine Margherita. Due gli obiettivi: dare supporto morale al popolo libico e rilanciare il corteo che si svolgerà nella capitale il prossimo primo marzo per rivendicare i diritti dei migranti, il cui arrivo in Italia è in costante aumento dopo le rivolte arabe.