Culture

Le Resistenze della Cirenaica,
dove le strade cambiano nome [foto]

Due giorni fa un’intera domenica di iniziative tra reading, trekking urbano e “guerriglia odonomastica”. Wu Ming: “Una giornata di gioia, memoria conflittuale, potenza”. Vag61: “Ed è solo l’inizio”.

29 Settembre 2015 - 15:40

Resistenze in Cirenaica


Resistenze (che rifioriscono) in Cirenaica

Là, in Cirenaica, dove le strade cambiano nome e i nomi indicano la strada. Inutile negarlo (e poi, perchè?): per la giornata di domenica siamo ancora emozionati. Il piccolo miracolo di Resistenze in Cirenaica ci ha regalato una delle pagine più belle da quando è cominciato il nostro cammino in questo quartiere.

Bello, bellissimo vedere il cortile_DSC9384 copia invaso di persone per un pranzo di quelli buoni. Belle, bellissime le centinaia di persone che hanno varcato il cancello per riversarsi nel reticolo di vie che compone questo spicchio di San Vitale. Belle, bellissime le strade che al tocco delle parole e delle note hanno cambiato nome e tramandato memoria. Ancor più bello vedere che questo è successo dove neanche ce l’aspettavamo. Belli, bellissimi i volti dei partigiani che hanno fatto capolino tra i palazzi. E bello, bellissimo vedere che un giardino pubblico possa diventare pubblico davvero, riempiendosi di vita e arte, di saperi e desideri. Bello, bellissimo e anche di più sentire gli applausi per Lorenzo Giusti, ferroviere anarchico e combattente antifascista, nel vedere (finalmente) il suo nome all’ingresso del fazzoletto di verde che a lui è intitolato. Bello, bellissimo sentire sulla pelle un quartiere che pulsa, respira, sorride e sa riannodare i fili. Alla faccia dell’Enel che all’ultimo momento ha negato la corrente, di chi non ha perso tempo per andare a staccare qualche cartello e della volante che s’è precipitata per un po’ di guerriglia odonomastica (“Guerrigliache?”).

E pensare che, come abbiamo sentito dire da più voci a fine giornata, tutto questo è solo l’inizio. Le antenne restino drizzate, che Resistenze in Cirenaica ha ancora molto da dire e da fare.

Nel frattempo, non possiamo che rigraziare tutte le persone che hanno partecipato alle iniziative e, ovviamente, il resto della banda che insieme a noi ha fatto scattare la scintilla: Spazi Aperti, Wu Ming, Kai Zen, Guglielmo Pagnozzi & Brigate Sonore, Brigata Cucinieri della Cirenaica, Atopie Sottili, Coro R’Esistente del Pratello, Compagnia Fantasma, Bhutan Clan, Fabio Tricomi, Camilla Serpieri, Claudia Finetti, Eat The Rich, Xm24, Istituto Parri, Condominio Bel(LE)Trame, Associazione Naufragi… E grazie, anche, a Omar al-Mukhtar, Vinka Kitarovic, Ilio Barontini, Lorenzo Giusti, Paolo Fabbri e le/gli altre/i: il loro contributo sì, che è stato prezioso.

Alla prossima strada da imboccare. Dietro l’angolo, c’è una Storia che ci aspetta.

Vag61 – Spazio libero autogestito in Cirenaica resistente

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«Resistenze in Cirenaica», una giornata memorabile, grazie a tutte e tutti!

Questo non è un reportage della giornata di ieri, 27 settembre 2015 (due giorni fa, ndr). Quello arriverà appena ci saremo ripresi dal mix di fatica e meraviglia che l’esordio di «Resistenze in Cirenaica» ci ha pompato nelle arterie. Più che un reportage, sarà un web-documentario. Abbiamo testi, foto, video.

Mesi di lavoro sono stati più che ripagati. Boicottaggi e “pacchi” non sono serviti. Un noto Ente Nazionale che fornisce Energia Elettrica ci ha rifiutato all’ultimo momento l’allaccio temporaneo, per… ragioni inconfessate, anche se non è del tutto vero, perché un’operatrice del call center le ha confessate. Abbiamo dovuto trovare generatori a benzina. Poi un giornale locale ha fatto saltare un’intervista già realizzata, ma chissenefrega: nei confronti dell’Ente adiremo le vie che riterremo giuste, e delle interviste sui giornali si può tranquillamente fare a meno, abbiamo i nostri mezzi.

Se solo la settimana scorsa ci avessero detto che centinaia e centinaia di persone avrebbero affollato il rione Cirenaica per guardare insieme le targhe coi nomi delle vie e ascoltare qualcosa come dieci ore di storie, storie che collegano il colonialismo italiano in Africa con un attentato avvenuto a Tripoli due giorni fa, con le attuali politiche dell’ENI nel Delta del Niger e con la strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013, storie che mettono insieme resistenza al colonialismo e guerra partigiana contro il nazifascismo in Europa, e ancora storie sullo sviluppo del rione, la sua edilizia popolare… Beh, ci avremmo creduto a fatica. E sì, ci aspettavamo tanta gente, ma non così tanta.

Se ci avessero detto che l’intitolazione dal basso di via Libia alla partigiana Vinka Kitarovic detta “Lina” (1926 – 2012) avrebbe suscitato lacrime di commozione e abbracci tra estranei ai bordi di un mega-capannello di quasi trecento persone, beh…

Se ci avessero detto che, prima ancora di sapere che avremmo cambiato il nome a via Libia, altre persone avrebbero cambiato il nome di via Edmondo de Amicis (*) intitolandola alla staffetta partigiana Tolmina Guazzaloca, nome di battaglia “Giuliana” (1916 – 2011)…

Se ci avessero detto che una folla stipata nel giardino pubblico «Lorenzo Giusti» avrebbe tributato un’ovazione alla memoria del combattente libico Omar al-Mukhtar…

Se ci avessero detto che alle dieci di sera, dopo un’intera giornata, a innalzare la targa all’anarchico Lorenzo Giusti saremmo stati ancora in più di cento…

Una giornata di gioia, memoria conflittuale, potenza. Davvero grazie a tutte e tutti, anche a nome delle associazioni «Spazi Aperti», «Atopie Sottili» e «Naufragi», del Vag61, di :Kai Zen: / Bhutan Clan (Bruno is the new Mr. Wolf), del centro di accoglienza Beltrame, di Eat The Rich, della Compagnia Fantasma, delle Brigate Sonore, del Coro R’esistente del Pratello, della band interamente composta di genitori delle scuole Longhena che ancora non ha nome e si firma Tricomi, Serpieri, Finetti & Wu Ming 1, dell’Istituto storico «Ferruccio Parri», di XM24, e perché no?, anche di Vanni Santoni che dice arrivo, arrivo, sto arrivando, adesso arrivo, e chi più ne ricorda più ne metta!

Qui proponiamo alcune foto scattate soprattutto da noi. Ne seguiranno altre, scattate da gente più brava :-) Per «Resistenze in Cirenaica» non è che l’inizio. Da ieri nasce un cantiere culturale permanente, che organizzerà serate, laboratori, workshop, campagne civiche. Perché di storie da raccontare ce ne sono tante. E il nome a via Libia, sia chiaro, vogliamo cambiarlo davvero. I “parzialmente ignoti” che ci hanno staccato i cartelli dovranno farsene una ragione.

A proposito, oggi (ieri, ndr) compie 125 anni Ilio Barontini.

* prima di dire «Vabbe’, dai, in fondo De Amicis era solo uno scureggione…», meglio pensare alle tossine vittimiste e nazionaliste che ha contribuito a inculcare in generazioni di italiani, e soprattutto leggersi il suo sfogo contro gli ebrei poveri di Amsterdam analizzato da Furio Jesi nell’appendice a Cultura di destra (Nottetempo, Roma 2011, pp. 268 – 285). E in ogni caso, che c’entra lui in un rione dove tutte le altre vie hanno nomi di combattenti antifascisti?

Wu Ming