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Làbas al lavoro per aprire una nuova ala dell’ex Masini

Verso crowdfunding e summer-camp. Su una struttura requisita a Ozzano per i rifugiati: “No ai ghetti”. E mercoledì 28 “fascisti al Baraccano? Non lo permetteremo”. Staffetta: “Vigilanza e creatività”. Sei condanne per manifestazione contro Forza nuova.

21 Giugno 2017 - 11:48

Una nuova campagna di finanziamento popolare per il grande complesso di via Orfeo, dopo quella lanciata nel 2015 per dotarla di pannelli solari. L’hanno annunciato ieri lo spazio sociale Làbas e Accoglienza Degna, il progetto di dormitorio sociale che negli spazi dell’ex caserma ha permesso di offrire un tetto a disoccupati e persone in difficoltà, migranti  e non.

Per questa estate c’è in progetto di ristrutturare una nuova ala della struttura: “E’ una grande sfida – spiegano gli attivisti – dal 21 agosto al 2 settembre abbiamo lanciato questo progetto con l’obiettivo di migliorare le condizioni degli edifici in cui ci troviamo, aprire nuovi spazi e promuovere collegamenti con la comunità internazionale. Il campo sarà strutturato in due parti: la ristrutturazione dell’attuale dormitorio di Accoglienza Degna, composto da 7 camere, due bagni, una cucina e una grande sala comune, e la riqualificazione di un edificio dismesso adiacente, che vedrà la sistemazione di due camere, due aule per la scuola di italiano, un ufficio per lo sportello mediazione e diritti, due bagni e una grande sala ricreativa”.

“L’idea – aggiungono – è quella restituire al quartiere e alla città di Bologna un ulteriore spazio abbandonato e in disuso presente nel complesso dell’ex caserma Masini, di migliorare la qualità della vita delle persone ospitate nel dormitorio, di creare opportunità di scambio ed interazione tra volontari ed attivisti internazionali, di creare spazi appositi per le diverse attività parti del progetto”. Per partecipare basta scrivere alla pagina Facebook ‘No one is illegal’.

Gli occupanti di Làbas intervengono anche sulle requisizioni di strutture private fatte dalla Prefettura per sistemare i rifugiati non accolti nei Comuni. La prima in Emilia-Romagna è stata fatta la settimana scorsa ad Ozzano. “Questo non significa accogliere ma relegare persone in un luogo lontano dalla città. Noi siamo contro i ghetti”. Spiegano: “Per intenderci, a noi non convince un messaggio come quello che aveva lanciato Gabanelli nella sua trasmissione ‘Report’, ovvero ‘prendiamo le ex caserme e mettiamoci dentro i migranti'”. Làbas persegue invece “un modello in cui il migrante sia accompagnato nel percorso che lo porta verso l’autonomia”.

E tra una settimana gli attivisti dello spazio di via Orfeo dovranno affrontare un’altra questione di non poco conto: “Da qualche giorno – scrivono su Facebook – sta circolando in rete l’ evento di presentazione di un fumetto dedicato a Sergio Ramelli”. Come spiegato il 15 giugno da un post del blog Staffetta, “Ramelli fu un giovane squadrista del Fronte della Gioventù che nel Giovedì Nero del 12 aprile 1973 era fra le schiere neofasciste che a Milano gettarono tre bombe a mano contro la polizia ferendo varie persone e uccidendo l’agente Antonio Marino”.

L’iniziativa è prevista per mercoledì 28 giugno alle 21 presso il centro sociale Baraccano: si annunciano relatori legati a formazioni come CasaPound, Forza Nuova e Msi. Dunque, “mentre attendiamo con ansia gli ipocriti appelli alla libertà di espressione, annunciamo con determinazione- scrive Làbas- ciò che abbiamo sempre detto e praticato: non permetteremo che i fascisti abbiano spazio in questo quartiere, soprattutto se in un luogo di proprietà pubblica. Crediamo che questa iniziativa non debba aver luogo perchè consiste in una vile provocazione, a due passi da Làbas, che proprio il mercoledì sera è attraversato da migliaia di persone che condividono i valori e le pratiche antifasciste fondanti della nostra esperienza politica e sociale. Ci vediamo nelle strade”.

Così il post di Staffetta della settimana scorsa: “Nella sua storia Bologna ha dovuto subire tante provocazioni, violenze e stragi prima fasciste e poi neofasciste. È una città che ha pagato a caro prezzo le strategie autoritarie dell’estrema destra, dalla strage del 2 agosto 1980 alla banda della Uno bianca. Non merita che un manipolo di nostalgici in doppio petto la imbrattino con la loro propaganda e le loro fandonie. Nel caso la presentazione avesse davvero luogo, invitiamo tutte e tutti alla vigilanza, alla resistenza e alla creatività antiautoritaria”.

Dalla stampa mainstream, intanto, si apprende di sei condanne inflitte agli antifascisti bolognesi per una manifestazione del 2013 contro un’iniziativa di Forza nuova in Bolognina.