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“La violenza verbale è la prima che subiamo tutti i giorni”

Sui social e sui muri la campagna di “L’otto tutti i giorni” per denunciare i commenti degradanti rivolti alle donne. Intanto, le Mujeres Libres pubblicano un opuscolo “per monitorare la sezione femminile di Forza Nuova”.

20 Febbraio 2018 - 15:44

“Utilizzando la grafica creata da Nola Darling, protagonista della nuova serie tv diretta da Spike Lee, vogliamo richiamare l’attenzione su tutte quelle forme di violenza verbale spesso trascurate o ritenute meno importanti di quella fisica. L’azione di oggettivare una donna chiamandola con un nomignolo che spesso viene ritenuto un complimento dal simpaticone di turno è un comportamento sessista e sbagliato: è semplicemente un modo come un altro per degradarci, per farci sentire un oggetto carino, per ridurci ad essere ‘un bel culo’, ‘un bel sorriso’. Noi non siamo questo, non lo siamo mai state”. Così un comunicato giunto in redazione a titolo “Stai attent@ a quando apri bocca” e firmato L’otto tutti i giorni.

Prosegue il testo: “Inutile dire che dietro la violenza verbale si può celare quella fisica, perciò vogliamo dire a gran voce: state molto attenti quando aprite bocca, perché questa è la prima forma di violenza che subiamo ogni giorno, e quando condotta all’estremo e non eliminata sul nascere si fa poi corpo, diventa azione. Le parole producono degli effetti sul contesto sociale e ogni azione violenta e sessista è il prodotto di tutti quei microatteggiamenti maschilisti che ogni giorno ci colpiscono e che sono ormai così frequenti e normalizzati da non stupire quasi più. Abbiamo usato le foto di alcune donne che hanno costruito la loro (e la nostra) storia di donne e di femministe”. Nell’elenco, Audre Lorde, scrittrice lesbica e femminista, attiva per i diritti della comunità nera; Hande Kader,  attivista turca trans, brutalmente mutilata e uccisa a soli 22 anni; Franca Viola, prima donna in Italia ad aver denunciato lo stupro  portando il caso in tribunale; Frida Kahlo, rivoluzionaria, femminista e pittrice messicana; Angela Davis, figura fondamentale per il movimento femminista nero degli anni ’70 e Rosa Luxemburg, militante polacca fondatrice del primo partito comunista tedesco, rapita e uccisa nel 1918.

Si legge poi: “Attraverso gli sguardi potenti di queste donne ognuna di noi vuole rispedire ai mittenti i commenti più o meno espliciti che ci siamo sentite dire almeno una volta nella vita, ognune di noi vuole urlare che: il mio nome non è ‘abbona’, il mio nome non è ‘tesoro’, il mio nome non è ‘bel culo’, il mio nome non è ‘chicca’, il mio nome non è ‘splendore’, il mio nome non è ‘fammi un sorriso’.Vogliamo diffondere questo messaggio ovunque in maniera virale: stampa una o tutte le immagini e attaccale dove vuoi”.

Il collettivo femminista Mujeres Libres, intanto, ha reso disponibile sul proprio blog un opuscolo “per contribuire a monitorare la sezione femminile di Forza Nuova ‘Evita Peron’, ossia donne fasciste militanti, per fornire alcune informazioni sulla loro comparsa, sui principali contenuti portati avanti e sulle loro strategie comunicative sul web”.