Attualità

“La sfida della sollevazione permanente”

Il fitto calendario di mobilitazione deciso dall’assemblea nazionale di movimento: 16 e 20 novembre contro le grandi opere, 29 e 30 per il diritto all’abitare. A dicembre nel mirino precarietà e lavoro festivo.

11 Novembre 2013 - 10:59
foto da Twitter @Csoa_Gabrio

Pubblichiamo il report diffuso dopo la due giorni a cui sabato e domenica hanno preso parte le realtà e le reti che hanno costruito il corteo nazionale del 19 ottobre e le successive manifestazioni.

La due giorni di assemblea di movimento che si è tenuta a Roma presso l’università La Sapienza e presso l’occupazione abitativa di via delle Province ha condiviso una valutazione estremamente positiva della potenza di movimento espressa attorno e dentro la settimana di mobilitazione che ha portato al 19O, pur nella consapevolezza di trovarsi soltanto all’inizio un processo di conflitto e trasformazione dell’esistente. Vengono in modo particolare sottolineati alcuni elementi centrali nel processo di costruzione che devono continuare a caratterizzare i percorsi avvenire:

– Costruire dentro pratiche di confronto e condivisione plurali ed orizzontali, senza parlamentini di movimento e burocratici comitati promotori, il rifiuto netto delle logiche della rappresentanza istituzionale e d­ella delega nonché la fine della mediazione, punti alla base del processo che si è aperto a partire dalla giornata di mobilitazione del 19O. In questo senso il movimento si pone dentro l’idea di sviluppo di percorsi di autorganizzazione che tengano sempre agganciato il piano dei bisogni a quello dei sogni e della politica, della trasformazione radicale dell’esistente, dentro una prospettiva di sviluppo autonoma del conflitto e, dentro questo, di costruzione dell’alternativa.

– L’idea di mettere al centro i movimenti sociali come spazi non solo di conflitto ma anche di protagonismo fuori e contro gli assetti istituzionali e statuali è emersa rafforzata da quanto prodotto sino ad ora. Di più, la composizione determinata e meticcia che si è espressa con il 19O ha dimostrato di saper eccedere e straripare, facendo intravedere la possibilità di processi di ampia ricomposizione sociale e di andare molto oltre la semplice sommatoria dei movimenti e delle lotte esistenti, aprendo di fatto un nuovo spazio di movimento accessibile e praticabile dalle diverse figure e soggettività del precariato metropolitano.

– Mettere al centro i territori e le pratiche reali di conflitto e di riappropriazione come è avvenuto nei mesi e nelle settimane precedenti al 19O e si è continuato a produrre come assedio e sollevazione permanente fino alla giornata del 31 Ottobre scorso.

Per questo si ritiene importante sviluppare forme di illegalità diffusa e di massa come rifiuto di una crisi che, sotto il ricatto del debito, vogliono farci pagare con scellerate politiche di austerity che stanno determinando lo smantellamento sistematico e un livellamento verso il basso dei diritti sociali. Una crisi del capitale che è semplicemente strumento di sopraffazione della politica neoliberista sulle nostre vite e sui nostri territori. Illegalità diffusa e di massa come sabotaggio degli ingranaggi del capitale ed allo stesso tempo di riappropriazione di reddito e vita.
La rabbia che si esprime nelle piazze è parte integrante e motore dei processi di conflitto e di trasformazione che vengono portati avanti. Non ci sono né buoni né cattivi, ma attori protagonisti di un percorso collettivo di conflittualità come è stato anche il 15 ottobre 2011. Non si può accettare che in pochi paghino per quello che tutti vogliamo costruire.

Dalla discussione sviluppata emerge, quindi, la necessità di definire una sfida che ci permetta di proseguire ed accrescere la sollevazione e l’assedio permanente, ma anche di fissare i contenuti centrali di una nuova avventura collettiva che abbia respiro e prospettive, che sappia mettere in campo forme di radicamento e di contropotere sempre più forti ed incisive.

La prossime tappe dell’assedio e della sollevazione di fatto sono già sul tappeto:

– La mobilitazione nazionale degli studenti prevista per il 15 novembre e per il 6 dicembre prossimo.

– La giornata di mobilitazione nazionale diffusa sui territori prevista per il 16 novembre sui temi del rifiuto delle grandi opere e delle nocività, sul tema della liberazione degli spazi sociali.

– L’assedio previsto per il 20 novembre prossimo in occasione del vertice di governo Italia – Francia da costruire mettendo al centro, accanto al tema della sovranità sui nostri territori, la questione delle risorse che vengono ancora destinate alle banche ed alle grandi opere e che vanno invece riconquistate per dare risposta ai settori sociali che stanno pagando la crisi del capitale: diritto alla casa, reddito, salute, diritto alla formazione etc…

– Le giornate del 29 e 30 novembre con mobilitazioni diffuse in ogni città sul tema della casa e dell’abitare (blocco generalizzato degli sfratti, piano di emergenza per le case popolari, battaglia contro la vendita del patrimonio pubblico, assalto al demanio e all’invenduto).

– E il prossimo rilancio su scala nazionale della campagna di boicottaggio alla Granarolo contro cui stanno lottando i facchini di Bologna e l’intero movimento di lotta della logistica, che promette già nuovi appuntamenti di sciopero anche su altri fronti del settore.

Dentro ed oltre questi appuntamenti condivisi, per i ragionamenti affermati sopra, è necessario prendersi cura del percorso collettivo anche attraverso momenti di confronto tematico e di sviluppo di nuovi conflitti. La prima occasione sarà l’assemblea prevista per il 21 novembre presso l’occupazione dei rifugiati di piazza Indipendenza Roma sul tema della libertà di circolazione e di movimento. A questo passaggio seguiranno altri momenti di confronto fra lotte, pratiche, soggettività.

Per dare respiro e forza ai territori si propone, inoltre, per Dicembre un mese di lotta contro il carovita e la precarietà, che sperimenti a partire dalle diverse soggettività del precariato metropolitano nuove forme di conflitto, di pratiche di riappropriazione quotidiane (ticket sanitari, bollette, etc..), rafforzando soprattutto quelle lotte e quelle pratiche che permettono di riconquistare reddito e di liberare spazi e tempi di vita, condividendo la giornata di mobilitazione contro il lavoro festivo nei centri commerciali promossa per l’8 dicembre su scala nazionale dal sindacalismo conflittuale. Questo percorso delineato si proietta anche verso l’ipotesi di nuove mobilitazioni collettive e generalizzate verso la primavera e verso nuove sollevazioni.