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La Scuola di Lettere denuncia il Cua

Gli strali del preside per le iniziative al 38 e per il blitz dell’altro giorno in Consiglio. Il collettivo: “E’ l’Ateneo che sta cercando lo scontro, non certo chi vuole diritti e spazi per gli studenti!”.

13 Febbraio 2015 - 17:57

cuaLa Scuola di Lettere in via Zamboni 38 è stata chiusa per alcune ore stamattina, dopo che i custodi hanno trovato una vetrata infranta.

L’Ateneo incolpa il Cua, che aveva organizzato ieri sera un aperitivo proprio al 38 di via Zamboni. Il collettivo respinge l’accusa. “Si sta alzano la tensione in modo sconsiderato”, hanno affermato gli studenti in conferenza stampa, a cui si sono presentati con due sagome di cartone: una con il rettore Dionigi raffigurato come poliziotto in assetto anti-sommossa; l’altra con il preside Marmo nei panni di Pinocchio. “Ieri sera abbiamo chiuso l’iniziativa senza danni, abbiamo pulito tutto e siamo andati via. Anche il personale dell’Ateneo lo puo’ testimoniare. A lettere non c’e’ alcun problema di ordine pubblico, stanno cercando di crearlo loro”. Il Cua lancia quindi “una sfida” al rettore Dionigi e al preside Marmo “per un incontro pubblico su questa faccenda”.

Marmo però è sul piede di guerra: “D’ora in avanti non ne passa piu’ una, denunceremo tutto –  avverte – io sono un pubblico ufficiale e sono tenuto a farlo. D’ora in poi non si tratta più, non ci sono piu’ compromessi”. Il preside ha denunciato il Cua questa mattina: per il danneggiamento della vetrata, per interruzione di pubblico servizio (in riferimento al blitz di due giorni fa alla riunione del Consiglio) e di vendita non autorizzata di bevande alcoliche (“Abbiamo i testimoni”). Marmo non risparmia le minacce: “Vorrei uno, due, dieci buttafuori che tenessero queste persone alla larga  perché io non le voglio piu’ vedere. Si potrebbe anche chiedere al Senato accademico di radiarli.  Queste persone vogliono solo farsi il loro viaggio, sono interessati solo ai loro saperi, non importa nulla a loro dell’Università”.

Il Collettivo Universitario Autonomo ribadisce le sue posizioni in un comunicato diffuso poco fa:  “In questi ultimi giorni abbiamo visto l’accrescersi di un clima di tensione e di attacco, da parte del rettore Dionigi e del presidente Marmo, sulle iniziative culturali e politiche che gli studenti dal basso costruiscono in università. Crediamo che in questo clima siano doverosi alcuni chiarimenti”.

Il primo chiarimento: “Mercoledì 11, un gruppo di studenti riuniti nella campagna Spazio agli studenti, ha voluto partecipare all’assemblea indetta dal presidente per parlare delle “occupazioni”. Un’assemblea che non rappresenta di fatto nessun organo istituzionalmente riconosciuto. Le dichiarazioni che ritraggono gli studenti come un gruppo di delinquenti che ha impedito lo svolgimento di quella riunione corrispondono al falso, nel momento in cui la volontà era esclusivamente improntata alla partecipazione e all’ascolto. Chi si è voluto sottrarre da un piano di dialogo e confronto in questo caso è stato proprio il presidente che ha richiamato l’assemblea a sciogliersi”.

Poi, “questa mattina ci siamo trovati difronte ai portoni dei civici 38 e 36 serrati. Questo perché un vetro delle porte che permettono l’accesso al cortile del 38 è andato in frantumi durante la notte.  La sera prima la scuola è rimasta aperta per un  cineforum, tenuto dagli studenti del laboratorio culturale ‘sound system culture’, e la serata si è conclusa tranquillamente a mezzanotte senza nessun problema. Una volta puliti come sempre i pavimenti gli studenti sono usciti e il custode prima di tornare a casa dopo il lavoro ha potuto verificare come sempre che i locali fossero perfettamente intatti. Problemi strutturali delle porte oppure provocazione di ignoti? Non lo sappiamo ma sicuramente rispediamo al mittente gli attacchi che ci vengono rivolti da parte del presidente Marmo che fin dalle prime ore della mattinata ci ha indicati come responsabili del danneggiamento, proponendo illazioni senza alcun fondamento e prova evidente di un nostro coinvolgimento. Tutto ciò è davvero grave!”.

In tutto questo, sottolinea il Cua, “le richieste degli studenti, che in questi mesi sono state punto centrale della campagna, sono e rimangono, di poter accedere agli spazi universitari, autogestendoli per continuare i percorsi seminariali che coinvolgono docenti e centinaia di studenti di Bologna e non solo. Le nostre Iniziative culturali e sociali che non hanno più trovato lo spazio, nel momento in cui la necessità di costruire momenti di partecipazione, di socialità e laboratoriali è stata quantitativamente alta. Una negazione quindi ad usufruire di alcuni spazi, che comunque rimangono aperti ogni sera, dal lunedì al giovedì. Un’aula, uno spazio, per poter costruire iniziative in autogestione, e per lasciare lo spazio a chi sente la necessità di costruire momenti culturali rimane quindi la nostra richiesta!”.

Dunque, “il rettore di quest’università riesca solamente a porsi verso le richieste e i bisogni dei suoi studenti con metodi repressivi.  Definire delle iniziative culturali,sociali e politiche un problema di ordine pubblico da il segnale di come in quest’università si vogliano affrontare le questioni legate agli studenti e alle istanze che vengono portate avanti. Un atteggiamento che, a fine mandato del rettore, ci lascia auspicare che sia derivato da pieni fini elettoralistici”.

Infine, il collettivo respinge l’acusa per cui “le iniziative che si svolgono in università siano un problema di ordine pubblico. Anzi , crediamo che proprio perché si svolgono in università collaborino nel costruire un clima di sapere e costruzione di idee. Per questo lanciamo un invito al rettore e al presidente Marmo a tenere un incontro pubblico la settimana prossima proprio a partire dalle ‘idee’. Questo è quello che vogliamo dire all’università! Se un piano di discorso verrà meno sarà ancora una volta chiaro come lo scontro in questo momento lo stanno cercando le istituzioni universitarie e non di certo chi vuole diritti e spazi per gli studenti!”