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La Procura indaga sull’acqua agli occupanti

Aperto un fascicolo sul riallaccio dell’acqua in via Mario de Maria. Social Log: “Crociata contro il diritto all’abitare”. Intanto stamane ottenuto il rinvio di sei sfratti in via di Corticella.

07 Luglio 2015 - 17:54

Picchetto antisfratto - © Michele LapiniMentre il caldo assedia la città, si apprende che i pm stanno indagando sull’ordinanza che il 23 aprile scorso ha permesso agli occupanti di via Mario de Maria di tornare ad avere acqua corrente in casa.

“Ricordiamo che le famiglie occupanti erano state private dell’acqua grazie all’applicazione dell’articolo fascista presente nel Piano Casa dell’ex ministro Lupi, il disgraziato articolo 5 che priva del diritto all’acqua, alle utenze, e alla residenza chiunque abiti all’interno di occupazioni abitative – scrive Social Log in una nota – L’ex ministro Lupi con l’articolo 5 ha disposto che in Italia decine di migliaia di persone che vivono dentro una casa occupata siano private di acqua, luce, e di diritti fondamentali come salute, istruzione, maternità, infanzia, e l’accesso al rinnovo del permesso di soggiorno e contratti lavorativi. Quello che sta producendo nelle vite reali delle persone già afflitte dagli effetti della crisi economica e per questo costrette ad occupare sono sofferenze atroci ed inaudite”.

Continua il collettivo: “Con una grande battaglia di giustizia sociale e per la dignità la nostra città è stata la prima in Italia a mettere concretamente in discussione l’articolo fascista del Piano Casa e a costituire un precedente importante e prezioso per rafforzare le lotte che nelle altre città puntano allo smantellamento dell’articolo. Solo poche settimane fa anche la vice-presidente Gualmini della regione Emilia Romagna, a seguito di un tavolo di contrattazione sulle nostre istanze di lotta, ha garantito pubblicamente l’indisponibilità a recepire l’articolo 5 all’interno del piano casa regionale. Crediamo quindi che le iniziative della procura di Bologna fatte di inchieste e sequestri preventivi siano una vera e propria aggressione contro un movimento sociale che coinvolge decine di migliaia di persone nel nostro paese, sostenuto da ampie fasce della popolazione che nel destino degli occupanti o degli inquilini resistenti agli sfratti di oggi riconoscono il loro futuro prossimo, e che nella nostra città sta ottenendo primi importanti risultati come l’ordinanza per l’acqua in questione. La procura della città aggiunge una nuova aggressione alle famiglie occupanti, e questa volta torna a colpire gli abitanti dei palazzi occupati di via Mario de Maria che sono tornati a godere di un diritto fondamentale come l’acqua. La crociata della procura contro il movimento per il diritto all’abitare e le occupazioni di case continua anche davanti al dato oggettivo che vede le occupazioni come l’unica vera soluzione all’emergenza abitativa. Tutto questo deve finire! La lotta per il diritto all’abitare non è argomento di tribunali, manette, celere, e manganelli!”.

“Esigiamo in maniera forte e determinata l’immediata abolizione dell’articolo fascista del Piano Casa – rilancia Social Log – crediamo senza esagerare che togliere l’acqua e diritti fondamentali a parte della popolazione sia un gesto degno di una rappresaglia delle SS o di un gerarca fascista, ed esigiamo una presa di posizione chiara e concreta dal nuovo ministro delle infrastrutture Delrio: o dalla parte dell’articolo 5, o dalla parte del diritto alla residenza, all’acqua, alla salute, alla maternità, all’istruzione, all’infanzia e al lavoro anche per chi vive nelle occupazioni! Per quanto ci riguarda anche il mese di luglio sarà dedicato alla nostra quotidiana resistenza agli sfratti e a al rilancio della campagna nazionale per l’abolizione dell’articolo 5 del Piano Casa. A proposito rinnoviamo l’invito a partecipare alla Prima Notte Rossa del diritto all’abitare dando appuntamento il 16 luglio alle 21:30 in via Fioravanti 27”.

Si conclude la nota: “Dopo anni di lotte un sogno si realizzò a Bologna quando per prima la nostra città si è liberata dell’orrore dei CIE, ora è il momento di realizzare un nuovo sogno: che Bologna si liberi subito dell’infame articolo 5!”.

La Procura, per parte sua, ha fatto sapere che si tratta di un “ordinario approfondimento”, legato al fatto che sull’immobile occupato di via De Maria pende un decreto di sequestro. L’inchiesta e’ stata avviata d’iniziativa dai pm, non sull’onda di un esposto (di esponenti politici o associazioni) o di una denuncia da parte della proprieta’.

Intanto, in mattinata, il comitato Inquilini Resistenti ha bloccato lo sfratto di 6 nuclei familiari da una palazzina oggetto di dismissione fallimentare. Gli inquilini sono riusciti ad ottenere una robusta proroga dal Tribunale fallimentare, intenzionato in un primo momento a mettere all’asta gli immobili per liquidare le banche creditrici. “Oggi dopo una lunga trattativa – si legge su facebook – tutte e sei le famiglie interessate dallo sfratto hanno potutto tirare un sospiro di sollievo con un lungo rinvio. Grazie alla solidarietà e alla determinazione del Comitato Inquilini Resistenti il tribunale fallimentare intervenuto per liquidare i debiti della società di speculazione edilizia a cui appartenevano gli immobili, ha dovuto oggi fare i conti con la carne e il sangue di persone organzzate e decise a non fare un passo indietro di fronte alla minaccia di dover lasciare le proprie case senza alcuna soluzione alternativa per consentirne una messa all’asta. Ancora una volta grazie alla resistenza il diritto ad avere un alloggio e la dignità sono prevalsi sugli interessi delle banche creditrici. Lasciamo soddisfatti e con una promessa il picchetto, finché la speculazione e gli interessi dei banchieri vorranno prevalere sulla vita e sulla dignità delle persone non saremo disposti a fare un passo indietro”.