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La conferma dal 38 occupato: “Piazza Verdi si barrica” [comunicati]

Dopo lo stop della Questura ai leghisti in zona universitaria, le prese di posizione di Cua, Noi Restiamo, Hobo, Eat the Rich, Asia-Usb, Xm24 (che invita a presentarsi ciclomuniti), alcun* singol* e Cub.

01 Giugno 2016 - 14:23

> Leggi anche la precedente raccolta di comunicati

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Ore 18 piazza Verdi si barrica!

38 occupato (foto fb Cua)Ieri, dopo una passeggiata comunicativa in Zona Universitaria per lanciare la resistenza ad oltranza di piazza Verdi contro il comizio razzista di Matteo Salvini, decine di studenti hanno deciso di occupare la Facoltà di Lettere e Filosofia in via Zamboni 38.

Sono passati pochi minuti dall’occupazione della facoltà quando dalla sua pagina Facebook il leader leghista comincia la lagna per il divieto di usare piazza Verdi per la sua schifosa propaganda razzista ed allestire il comizio. Un primo risultato importante. Un risultato sicuramente frutto della reattività e determinazione con cui tutta la Zona Universitaria si è mobilitata a difesa di un territorio da sempre ostile alla propaganda razzista e xenofoba, insieme alla convergenza delle tante realtà antifasciste, antirazziste e antisessiste della città. Un passaggio che segna sicuramente una continuità importante con il rifiuto che la città di Bologna ha sempre espresso nei confronti di Salvini, dalla resistenza di ponte Stalingrado, passando per la muraglia popolare a difesa dell’occupazione di via Mario de Maria, fino ad arrivare alle centinaia di studenti e studentesse che, il 5 maggio, con forza hanno contestato l’incontro tra il rettore Ubertini e il leader del carroccio.

Ma la notizia della mancata concessione di piazza Verdi all’Almirante dei giorni nostri non ha di certo fermato la mobilitazione. Centinaia di studenti si sono ritrovati nella facoltà occupata e, tra un’iniziativa musicale, cori e sfottò nei confronti di Salvini e della Lega Nord, hanno continuato imperterriti a preparare e costruire la resistenza dell’1 e 2 giugno in piazza Verdi.

L’Antifascismo e l’Antileghismo non lo deleghiamo. Non ci fidiamo e continueremo a vigilare sulle provocazioni e gli attacchi che questo squallido personaggio possa mettere in campo. Salvini odia Bologna e questa città difficilmente dimenticherà lo sfregio dei saluti romani rivolti al sacrario dei partigiani in piazza Maggiore l’8 novembre.

Per questo motivo oggi, a partire dalle 18h, saremo in piazza Verdi come promesso: riteniamo infatti che sia necessario non solo mantenere alta la vigilanza per eventuali provocazioni leghiste ma siamo convinti dell’importanza di caratterizzare esplicitamente Piazza Verdi con i contenuti politici delle lotte sociali bolognesi, argine quotidiano alle derive fasciste della nostra società e alla guerra tra poveri da sempre fomentata da personaggi come Salvini.

Facciamo quindi appello a tutti i compagni e le compagne che hanno aderito alla piazza della resistenza ad oltranza ad intervenire e prendere parola dal palco che allestiremo e a portare il proprio contributo durante l’iniziativa. Ci rivolgiamo anche ai residenti e ai comitati del quartiere che in forma differenti ci hanno sostenuto e hanno espresso a modo loro il rifiuto della provocazione leghista e li invitiamo a trascorrere le ore di autogestione della piazza insieme in segno di solidarietà e partecipazione. Saremo quindi in piazza Verdi per costruire le barricate contro la provocazione di Salvini e della lega Nord, per mettere le nostre tende e vigilare che nuovi attacchi non saranno messi in campo. E nel caso farci trovare pronti e difenderci ancora una volta.

Collettivo Universitario Autonomo

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Sabotare le Ruspe, puntare alla Fortezza

Alla fine piazza Verdi vietata a Salvini. Mentre la sua presenza in città rimane comunque confermata, e l’attenzione resta giustamente alta, vale la pena sottolineare che non è stata certamente il senso civile di cui si fa ipocrita custode il sindaco Merola a impedire questa comparsata dal sapore provocatorio e fascista. Questo divieto è piuttosto la risultante dei meccanismi di una sfida sul piano esclusivamente elettorale tra forze politiche che si giocano però la gestione del medesimo progetto. Una volta tanto la compattezza di diverse realtà cittadine ha saputo giocare un ruolo intelligente nell’approfittare della possibilità di inserirsi in questo ingranaggio per sabotarlo. Un precedente da valorizzare.

Ora e in futuro l’occasione è quella buona perché a questo ingranaggio venga tolto il velo che lo nasconde. Innanzitutto allora ci tocca provare a comunicare alla città a che gioco stanno giocando il PD e la Lega. Le ruspe che nei giorni scorsi hanno sgomberato il campo profughi di Idomeni ci danno spunto per avvicinarci a questa sera e alla giornata di domani con qualche interrogativo a Salvini, l’eurofascista in linea con gli eurocrati.

Salvini, tu che proponi le ruspe per sgomberare i campi nomadi, non hai provato un po’ di imbarazzo quando il tuo antieuropeismo è stato messo in discussione dalle scelte repressive con cui il confine greco-macedone è stato difeso proprio seguendo il tuo consiglio, proprio in base alle politiche migratorie dell’Unione Europea? Per non parlare di Ventimiglia, di Lampedusa, del Brennero, … Luoghi in cui ruspe di qualsiasi tipo sono chiamate a difendere la Fortezza a prescindere dallo sbiadito colore politico di chi siede ad amministrare.

Salvini, tu che proponi di “aiutarli a casa loro”, non hai provato un po’ di pudore quando il tuo antirenzismo è stato messo alla berlina dall’accordo UE-Turchia tanto voluto dallo stesso premier, il quale oggi pensa di estenderlo proponendo il Migration Compact ai paesi della sponda meridionale del Mediterraneo?

Salvini, tu che a Bologna ti ritrovi candidati che fanno campagna elettorale promuovendo corpi punitivi fascisti a difesa della proprietà privata contro alcune delle più significative esperienze di lotta sociale quali le occupazioni abitative, non ti sembra che Merola, Questura e Prefettura già diano corpo a quelli che erano i vostri sogni più incoffessati quando da anni agitano sempre più forte il manganello di centinaia di celerini contro chi difende il tetto sopra la propria testa?

Salvini, tu che anche a Bologna vuoi una sicurezza fatta di strade vuote per i più e bar fighetti aperti per pochi, non ti è parso di perdere argomenti elettorali quando un’ordinanza amministrativa ha recentemente deciso che quest’estate il centro storico cittadino non può essere attraversato da giovani e meno giovani, e dai loro ritmi vitali, gli stessi che forse stanno animando troppo anche la Bolognina?

Salvini, tu che difendi il senso d’identità e la competizione al ribasso, non sei stato galvanizzato dalla proposta del Rettore Ubertini di costruire le Giornate dell’Identità dell’Unibo, ateneo in lizza per garantirsi i pochi fondi pubblici rimasti e suscitare gli ulteriori appetiti dei privati?

Salvini, tu che ti lamenti che non ti sia stata concessa Piazza Verdi, ti rode un po’ il fegato a vedere come la caratura elettorale di questa decisione sia ben rappresentata dalle scelte di chi a metà aprile non aveva invece avuto remore a provocare gli studenti e le studentesse disponendo una decina di camionette a presidiare il Teatro Comunale in cui si celebrava lo show di Oscar Farinetti mentre fuori in tantissimi portavamo avanti un’assemblea pubblica attraversata da diverse anime?

Queste e tante altre domande vorremmo porre a Salvini. O forse no.

Forse in realtà, non abbiamo remore a rivendicarcelo, con Salvini non vogliamo parlare. Con il suo ordine del discorso non abbiamo nulla da spartire, e chi esasperasse oltre misura il confronto/scontro con la sua personale figura perderebbe l’occasione per mettere in moto meccanismi più interessanti. Contestarlo sì, per indicare però alla città la sua pochezza, la sua inutilità, la sua stretta continuità con le politiche dell’amministrazione uscente.

Forse piuttosto le precedenti domande dovremmo porle agli europeisti convinti. A quelli che di fronte alle dichiarazioni roboanti dei fascioleghisti hanno uno sussulto di dignità che li spinge a provare un giusto ribrezzo, ma rimangono immancabilmente privi di ogni senso critico quando la realtà passa dalle suggestioni dei reazionari ai fatti concreti portati avanti dall’eurocrazia. A quegli altri che, in un modo o nell’altro, cercano e continuano a cercare la legittimazione di un sistema di potere che a parole osteggiano, ma che di fatto rimane l’unico orizzonte di riferimento del proprio agire, senza averne forse compreso la mutazione neoliberale definitivamente impressa dall’alto dai Trattati e dai vertici europei. Quel cambio di passo che da non pochi anni impedisce di trovare con le forze al comando alcuna possibile mediazione sociale o politica quando non vi sia uno scenario di rottura a sorreggere tale ipotesi.

Le più interessanti esperienze lungo la penisola, e non solo, ci insegnano che questi scenari sono possibili solo qualora si provi a coordinare il fermento che anima il comune sentire delle periferie. Ma il tentativo di ricomporre faticosamente il blocco sociale, pur nella pluralità delle sue voci, sta riuscendo in quelle metropoli in cui alle condizioni oggettive è coincisa la volontà politica di coordinarsi tra esperienze e realtà territoriali differenti. Perché poi questo fermento si sedimenti e si trasformi in progetto politico capace di sovvertire l’esistente è necessario proporre una visione degli eventi nella cornice complessiva che il nemico di classe rende sempre più chiara, e dalla cui lettura critica possono essere interessati quei soggetti sociali che pur non partendo da un assunto ideologico condiviso possono tuttavia trovare nella rottura della gabbia l’unica soluzione reale per liberarsi da catene sempre più strette.

Oggi come in futuro, nella contestazione contro le passerelle di Salvini, Borgonzoni e della loro cricca, riscontriamo dunque la necessità di andare oltre l’orgoglio antirazzista contro personaggi tanto deplorevoli, la possibilità addirittura di estendere il portato delle nostre quotidiane rivendicazioni parziali fino a farne lente a disposizione di quella consistente fetta di città che già adesso ha tutto da perdere sia dal PD sia dalla Lega. A partire proprio dalla componente giovanile, mostrandole ad esempio il concentrato di retorica leghista presente nell’accordo sulla formazione siglato nelle scorse settimane tra Italia e Germania, in occasione del quale il ministro Giannini ha condito l’invito a competere per un posto nella classe dirigente internazionale con l’amara constatazione secondo cui il calo demografico continentale necessita dello sfruttamento della forza lavoro migrante. La stessa che contemporaneamente il suo Governo rigetta in mare o stiva in moderni campi di concentramento. La stessa che percepisce con ancora più crudezza la precarietà e l’attacco al lavoro che questo Governo sta attuando. In piena sintonia con il Carroccio, che da sempre promuove barriere ai confini per indebolire e rendere ricattabile la permanenza di utili braccia per le aziende domestiche. Che oggi queste stiano venendo scalzate definitivamente dalle multinazionali e dal capitale nordeuropeo pone le basi per le uniche reali differenze nell’agenda politica di PD e Lega. Tutto il resto è fumo negli occhi.

Questo è lo sforzo comune cui le forze conflittuali sono sempre più chiamate in tempi in cui la rappresentanza degli interessi popolari non è più praticata da alcun soggetto politico capace di concentrare su di sé, pur magari tra mille limiti e difetti, le aspettative del blocco sociale cui vogliamo dare voce. Queste sono occasioni per iniziare un percorso di dialogo tra quelle realtà con le caratteristiche adeguate a riempire un vuoto politico che, alla lunga, sta venendo sempre più colmato proprio dall’utile opposizione dei fascioleghisti, le cui eclatanti sparate servono a bilanciare la vicinanza che (non per loro volontà) sempre più li accomuna al Partito della Nazione. A noi il compito di mostrare quella vicinanza, a noi il dovere almeno di provarci, non potendo delegare questo tentativo ad accrocchi elettorali di breve respiro. Come a Napoli, come a Roma, con le dovute differenze ma cogliendo le analogie che ci chiamano al confronto. Gli anni ’90 sono passati da un pezzo, e anche gli zero sono ormai lontani. Notarlo non è sufficiente, tentiamo di dotare la carica antagonista degli strumenti necessari per tenere testa all’incedere della storia.

Noi Restiamo

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Salvini e Questura: solo chiacchiere e distintivo

É appena arrivata (ieri sera, ndr) la notizia che la Questura non se la sente di concedere la piazza alla provocazione del leader fascioleghista. Si tratta del risultato delle annunciate mobilitazioni plurali che da subito hanno dichiarato che Salvini non avrebbe messo piede in zona universitaria. E, al contempo, il frutto di tutte le volte che il rappresentante razzista della casta è stato cacciato con determinazione da Bologna, a partire da Villa Erbosa fino ai libri mandati in fumo. E così lo sfigato Salvini prima non trova nessuna libreria disposta a presentare il suo best-seller di carta igienica, ora non trova nemmeno una piazza cittadina disposta ad ospitarlo. In questa vicenda le nostre controparti hanno perso tutte: la Lega viene ancora una volta esplicitamente respinta, il Pd e i suoi satelliti di sinistra dimostrano di fare il gioco di Salvini, la Questura si rivela una tigre di carta.

Questo risultato é necessario ma certo non sufficiente: confermiamo che la mobilitazione contro i due Matteo continua, perché attaccare Salvini e Renzi é legittima difesa. Ci vediamo ovunque, il 2 Giugno e in ogni giorno dell’anno.

Hobo

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Domani nessuno venga a pranzo a Vag!

L’ennesima calata del leaderino razzista Matteo Salvini ci tiene domani lontani dai fornelli perchè scegliamo di presidiare Piazza Verdi e la nostra città tutta insieme alle tante e ai tanti compagn@ che da giorni si organizzano per resistere e cacciarlo. Ci vediamo dunque nelle strade sempre pronti ad imbandire tavolate anche sopra le barricate se occorresse

E nella serata di domani segnaliamo un interessantissimo incontro a xm24 che vedrà ospite la Cooperativa Integral Catalana “iniziativa in transizione per la trasformazione sociale dal basso, attraverso l’autogestione, l’autorganizzazione ed il lavoro in rete”

Eet the Rich

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Anche Asia-Usb sarà èresente il 2 giugno in piazza Verdi contro il comizio leghista!

Ecco perché siamo in piazza anche noi giovedì. Perché la Lega Nord è questo. Fascismo becero e violento. Bisogna però anche ricordare come il Questore, il PD cittadino e la Lega, qualche analogia e convergenza di fondo la trovano. A fronte di 19 sgomberi violenti portati a termine dalla Questura bolognese quest’anno, a fronte dell’amministrazione pubblica cittadina targata PD che per chi chiede casa e dignità non ha mai dato risposta se non chiamare violenza e polizia, a fronte dell’ormai visibile e ostentato bisogno della Lega di incitare alla guerra tra poveri, noi ci domandiamo: chi è peggio?

Quindi quando si combatte il fascio-leghismo, non dimentichiamoci gli altri nostri nemici, i quali portano avanti in maniera diversa lo stesso progetto politico. Al quale noi risponderemo sempre con la lotta per conquistare: casa – reddito – dignità per tutti!

Asia-Usb

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Il felpato verde dal cuore nero prova di nuovo, con un exploit estemporaneo, ad attraverare Bologna (sic!) per sostenere la sua candidata alle elezioni comunali cittadine. Nessuno stupore per l’ennesima passerella leghista che sa di provocazione: un politico che di politica non parla, è costretto a creare un teatrino mediatico per far si che si parli della sua presenza piu che dei suoi programmi politici. Per di più, scegliere una zona chiaramente ostile alla sua calata (persino i baristi si sono gia rifiutati di farlo entrare nei loro locali anche solo per un caffee, cosa accaduta solo ad Almirante anni fa) mostra ancor di più il senso della provocazione tesa dal verme verde.

Qui però, non si parla solamente del dove, di uno spazio si e l’altro no: un fascista e xenofobo non deve parlare in nessun luogo. Ne in piazza Verdi ne altrove. Ne a Bologna, ne in nessuna altra città. Non è questione di “zecche rosse” o “persone per bene”; è una questione di dignità. Salvini va contrastato e combattuto a Bologna e ovunque, e con lui le sue idee di odio nazionalista.

Invitiamo quindi, tuttx a partecipare alle iniziative in programma fin da oggi pomeriggio e di raggiungere domani, 2 Giugno, piazza Verdi bici-muniti per monitorare la situazione ed essere prontx a muoversi per tenerlo lontano da tutti i nostri quartieri.

Xm24

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Stalingrado part two

Per uno strano scherzo delle circostanze politiche, Bologna è diventata la meta preferita del leader delle politiche xenofobe nostrane, tale Matteo Salvini, fino ad oggi conosciuto per essere stato il portaborse di una Lega ladrona e ignorante che ha scelto di sdoganare la propria immagine ,dopo gli scandali finanziari legati a Bossi, ai diamanti, ed alle ruberie, cui da anni questo paese è vittima. Forte di un clima di passività politica e culturale, segnato evidentemente dalle tossine in circolazione a causa del massiccio consumo di prosciutti, mortadelle e tortellini, lo stigma burina 2.0 di una città un tempo fucina di progetti rivoluzionari e di culture giovanili esageratamente avanti, Salvini ha battezzato le piazze delle nostra città per ribadire quei 4 concetti abusati , che dovrebbero distogliere l’attenzione dai veri temi della crisi, della necessità di abrogare le leggi neoliberiste sul lavoro, della necessità di votare No al referendum costituzionale. Fortunatamente, qualche anticorpo è rimasto in città, qualcuno che non dimentica che gli unici grandi processi di trasformazione sono passati attraverso i conflitti tra le due visioni storiche: l’una oggi rappresentata dal neoliberismo, che si serve dei Salvini come cani da guardia, e l’altra che esprime una vitalità intatta in una semplice frase: resisteremo un minuto più di voi.
Dunque, piazza Verdi è oggi quel minuto di più, il calcio in culo ai servi dei padroni, e la festa che continua perché è solo l’inizio.

Tiziano Loreti
Sergio Spina
Laura Dondi
Maddalena Micco
Stefano Mariotti (partigiano della scuola pubblica)

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Respingiamo le provocazioni fasciste di Salvini e la Lega Nord

Lo Sportello Sociale a difesa di Disoccupati e Immigrati della Cub Confederazione Unitaria di Base di Bologna sostiene il presidio permanente organizzato in piazza verdi per repingere la provocazione fascista e razzista di Salvini e la Lega Nord. Non dimentichiamoci che la Lega difende i Padroni e alimenta razzismo e fascismo, cercando con la Provocazione di Piazza Verdi di occupare piazze e spazi sociali liberati per cancellare la memoria e la militanza Antifascista e Antirazzista, patrimonio di questa Città e del Movimento Antagonista Bolognese.

Fermiamo Salvini e la Lega e Riprendiamoci Bologna, memoria della Resistenza e dell’Antifascismo militante!

Sportello Sociale – Cub