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L’8N di ponte Stalingrado, arrivano i decreti di condanna

Nel mirino gli scontri con la polizia nel giorno del comizio di Salvini, Meloni e Berlusconi in piazza Maggiore. Difendere Bologna: “Si vuole criminalizzare una straordinaria giornata di lotta collettiva”. Solidarietà da Crash.

04 Giugno 2016 - 18:40

22710706330_87e9bbda6e_z“In questi giorni sono stati consegnati i decreti penali di condanna a diversi giovani di Bologna che l’8 novembre hanno partecipato alla prima fila degli scontri di ponte Stalingrado, quando un corteo forte di migliaia e migliaia di persone non accettò di farsi chiudere la strada dalla celere, schierata per difendere il comizio in piazza Maggiore di Salvini, Meloni e Berlusconi, a cui parteciparono anche numerose sigle della destra neofascista e ultra reazionaria”. A diffondere l’informazione è la pagina Facebook di Difendere Bologna, la sigla che diede l’appuntamento di ponte Stalingrado. I decreti penali di condanna sono provvedimenti che impongono una pena pecuniaria e che diventano inappellabili, finendo impressi nel casellario penale, se non ci si oppone entro il brevissimo termine di 15 giorni.

Qualche tempo fa, sempre Difendere Bologna rese noto che erano state denunciate 20 persone. Quel giorno “per ore il corteo si è scontrato più volte con la celere, mostrando intransigenza e tenacia nel voler difendere Bologna dalle provocazioni e aggressioni della banda di Salvini, Almirante padano dei nostri giorni. Successivamente un corteo ormai ingrossato a dismisura continuò a sfilare per la città e dopo aver ripreso le forze in piazza Verdi, si diresse in piazza Maggiore dove venne incendiata una bandiera della Lega Nord. Per tutto il giorno numerose iniziative di rifiuto e cortei spontanei attraversarono tutta Bologna in una sorta di sciopero antifascista autoconvocato e sollecitato da due assemblee cittadine partecipate da centinaia di persone”.

Prosegue il post: “La storia successiva è nota a tutti e tutte: ogni volta che Salvini è tornato a Bologna ha dovuto fare i conti con contestazioni di massa, come nel caso della muraglia meticcia in difesa dell’occupazione abitativa di via Mario de Maria, o del corteo studentesco che si è scontrato con la celere posta a difesa dell’ignobile incontro tra Salvini e il rettore Ubertini, fino ad arrivare alle tre giornate di Piazza Verdi da poco trascorse, che tra occupazioni di facoltà, barricate di piazza, cortei e scontri ha confermato la nostra città come indomabile e pronta ad attivarsi per resistere alle politiche della Lega Nord. D’altronde il progetto leghista a Bologna è contrastato quotidianamente dalle lotte sociali che metro dopo metro dalla periferia al centro città insistono per neutralizzare la cultura della ‘guerra tra poveri’ e costruire spazi di riscatto e dignità per quanti vengono aggrediti dalla propaganda leghista e costretti a vivere in miseria a causa delle politiche di austerità del governo Renzi. L’8 novembre, Difendere Bologna, fu quindi una sollevazione collettiva radicata nelle lotte e nei territori e non saranno certo dei decreti penali di condanna ad intimidire o a far arretrate di un millimetro la prima fila dello scontro animata e partecipata da centinaia e centinaia di giovani e giovanissimi della nostra città. Infatti basta guardare alle tre giornate di piazza Verdi per esserne certi! Vogliamo quindi fare appello a tutti e tutte a solidarizzare con quanti sono stati aggrediti dalla Procura della città che con questa iniziativa vuole scrivere una storia che non gli appartiene, e tentare invano di criminalizzare una straordinaria giornata di lotta collettiva, i cui frutti sono sotto gli occhi e vissuti da tutti e tutte”.

Dal centro sociale Crash, sempre su Facebook, arriva “solidarietà a chi ha difeso la nostra città dalle aggressioni dell’Almirante padano!”.