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Invalsi, Cobas con il maestro-obiettore mentre l’Usp minaccia sanzioni

Il sindacato di base: “Ottimo bilancio anche a Bologna delle prime iniziative contro i quiz, il fronte che si oppone ai test mostra una forza crescente rispetto agli scorsi anni”.

08 Maggio 2015 - 09:14

cobas“Ottimo bilancio anche a Bologna delle prime iniziative contro i quiz Invalsi”, dicono i Cobas della scuola. “Quest’anno i test Invalsi previsti per la scuola primaria per il 5 e il 6 maggio sono stati illegittimamente spostati dalle dirigenze Invalsi con una procedura scandalosamente ostile allo sciopero del 5 dei Cobas e di tutti i principali sindacati. Ciononostante i primi due giorni di svolgimento delle prove nella scuola primaria hanno mostrato la forza crescente rispetto agli scorsi anni del fronte che si oppone ai test. Ieri (due giorni fa, ndr) infatti anche nella provincia di Bologna abbiamo notizie di molte classi che non hanno effettuato i test a causa dello sciopero dei docenti, e di molte altre classi in cui la sensibilità dei genitori ha consigliato loro di tenere a casa i bambini e le bambine invalidando le prove. Abbiamo purtroppo notizia anche di alcuni casi grotteschi e scandalosi di dirigenti che hanno sostituito gli scioperanti entrando nelle classi a somministrare i test, oppure hanno ‘ordinato’ ai docenti in servizio di fare loro stessi l’azione riprovevole di sostituire un collega in sciopero. Ovviamente stiamo raccogliendo informazioni su questi casi per segnalarli dettagliatamente agli organi di competenza in modo da tutelare il diritto di sciopero dei lavoratori”.

Il comunicato dei Cobas continua così: “In questo contesto di crescente critica ai test si inserisce la scelta di un nostro attivista, Gianluca Gabrielli, insegnante della scuola primaria che ha deciso quest’oggi (ieri, ndr) di impartire la normale lezione in classe non effettuando i test Invalsi. I Comitati di Base della scuola sostengono la scelta di Gabrielli e si adopereranno per difenderne le ragioni e il diritto nelle sedi opportune”. L’insegnante, infatti, rischia di subire provvedimenti disciplinari per la sua decisione. Lo dice il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Giovanni Schiavone: “Ogni commento all’accaduto è inutile”, perchè “se c’è una norma va rispettata, in ossequio alla legalità. Quelle di Gabrielli non sono motivazioni: i quiz sono per gli insegnanti uno spunto per riflettere e apportare correzioni alla propria didattica, laddove se ne presenti il bisogno. E’ un’autoanalisi obbligatoria. Se ci si vuole sottrarre, si va incontro a provvedimenti disciplinari, che in virtù dell’autonomia, spettano al dirigente scolastico”.