Acabnews Bologna

Interporto, blocchi al magazzino Artoni

In sostegno alla vertenza per i 28 lavoratori licenziati a Cesena. Diverse realtà al fianco dei lavoratori e proteste anche a Roma, Padove e Napoli. Intanto ieri terza giornata di lotta all’Holiday Inn.

04 Dicembre 2015 - 10:51

art“Stiamo bloccando il magazzino Artoni all’Interporto di Bologna (oltre ad iniziative a Padova, Roma e Napoli), di seguito ad una vertenza che stiamo portando avanti a Cesena (28 lavoratori lasciati a casa da agosto e tavoli di trattativa beffa)”. E’ il messaggio fatto circolare stamattina dall’Adl Cobas, che poi fornisce alcuni aggiornamenti su Facebook. “Adl Cobas, Coalizione per lo Sciopero Sociale e Si Cobas insieme in questa giornata di lotta!”, così sono state “bloccate tutte le entrate e le uscite del magazzino Artoni in Interporto. Bloccati anche i magazzini di Padova e Napol”. All’hub Artoni di Bologna “i lavoratori e i solidali stanno costruendo barricate ai  quattro accessi principale. Sindacati conflittuali, Adl e Si Cobas e Coalizione per lo Sciopero Sociale uniti, generalizziamo le vertenze, sperimentiamo nuove pratiche di lotta e conflitto! La Carta degli strikers oggi viene praticata fino in fondo”. L’Adl riferisce anche che a Bologna “uno dei lavoratori più attivi nel cantiere di Cesena è stato colpito alla gola e scaraventato a terra” da un dirigente della Stemi, una coop “organica ad Artoni, che non vuole lavoratori con diritti ma schiavi”. E’ intervenuto il 118 e il lavoratore è stato trasportato in ospedale per accertamenti.

IMG-20151204-WA0000Presente anche l’Usi, che scrive in un comunicato: “Oggi dalle prime ore della mattina lavoratori e solidali, con il supporto di Adl Cobas, Si Cobas, Coordinamento migranti, Coalizione per lo sciopero sociale e Usi Bologna hanno effettuato con successo un blocco dei 4 ingressi del magazzino Artoni dell’interporto , per chiedere il reintegro di 28 licenziati. Analoghe iniziative si sono tenute negli altri magazzini dell’azienda in tutta Italia  (Cesena, Padova, Napoli, Roma). L’iniziativa si inserisce nel quadro della mobilitazione internazionale per l’1 marzo. Nel corso del picchetto un responsabile ha aggredito un lavoratore che è stato poi trasferito in ospedale in ambulanza. Per il reintegro immediato di tutto i lavoratori! Il blocco continua!”.

Anche il Coordinamento Migranti riferisce l’episodio dell’aggressione: “Ecco come vanno le trattative di lavoro all’Artoni… Uno dei dirigenti della cooperativa ha aggredito uno dei lavoratori migranti, che é stato appena caricato sull’ambulanza. Il blocco continua”. E Connessioni precarie: “Uno dei dirigenti del consorzio delle cooperative ha appena aggredito un lavoratore migrante che al megafano spiegava ai facchini e agli autotrasportatori fermi a causa dei blocchi le ragioni della lotta. Anche a questo arriva la violenza di quel padrone chiamato ‘coperative’. Ma i blocchi continuano a Bologna, insieme precarie, operai e migranti per dire basta alla precarietà che li opprime!”.

Ieri sera intanto il Si Cobas ha prodotto un aggiornamento sulla lotta delle lavoratrici dell’Holiday Inn: “Terza giornata di sciopero per le 12 operaie delle pulizie di Holiday Inn – BolognaFiera messe di fronte ad un cambio appalto unilaterale con contratti capestro dal consorzio cooperativo, capace di inventarsi 40 giorni fa una nuova società con capitale sociale di 150 (centocinquanta) euro e 0 (zero) dipendenti pur di continuare a sfruttare le operaie per fatturare centinaia di migliaia di euro. Anche oggi (ieri, ndr) la direzione dell’albergo non ha saputo fare di meglio che fingere di ignorare lo sciopero e chiamare le guardie, sollecitata dai clienti colpiti da una raffica sonora di smegafonate, urla, fischietti. Oggi fortunatamente il ‘pestaggio’ è stato a danno delle sole pentole. A fronte della decantata ripresa, del crollo della disoccupazione grazie alle leggi schiaviste del governo Pd-Legacoop, alleanza potente nella metropoli emiliana, le operaie rispondono compatte ai ricatti mostrando i risultati delle frustate di Renzi&Poletti. Anche oggi (ieri, ndr) ecco la nostra risposta ai contratti capestro ed al Jobs act”.