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Incendio all’ex Condominio sociale, Social Log: “Responsabile chi volle sgombero”

E’ accaduto stamattina in via De Maria, fermate alcune persone che si sarebbero introdotte nello stabile. Gli attivisti: “Inammissibile il disimpegno dell’amministrazione a guida Pd, necessario aprire una grande stagione di lotta”.

25 Agosto 2017 - 18:34

Un rogo ha interessato questa mattina la palazzina occupata per anni come “Condominio sociale De Maria”. A quanto si apprende, ad aver preso fuoco sarebbe stato un materasso. La polizia ha fermato almeno due persone accusate di essersi introdotte nello stabile, ancora sotto sequestro giudiziario dopo lo sgombero dello scorso ottobre. I proprietari declinano ogni responsabilità (“rivolgetevi alla Procura”) e chiedono che il palazzo sia riconsegnato “per demolirlo e poi ricostruire”. L’adiacente poliambulatorio Tiarini è stato evacuato.

Così Comitato inquilini resistenti e Social Log in un comunicato stampa scritto poco dopo i fatti: “Vogliamo ricordare che quegli immobili furono la nostra prima occupazione abitativa e per mesi sono stati abitati da numerose famiglie che trovarono una risposta importante al disagio abitativo. Abbandonati e fatiscenti da anni, quei palazzi furono recuperati socialmente dal lavoro dei nuovi inquilini che avanzarono proposte sia all’amministrazione che alla proprietà per vedere riconosciuta l’esperienza di autorecupero urbano. La risposta è nota: come nel caso delle altre grandi occupazioni abitative fu la celere del questore Coccia a intervenire sgomberando lo stabile, pestando uomini e donne, i solidali accorsi e terrorizzando i numerosi minori che vi abitavano. Un inquilino resistente si ritrovò all’ospedale con diversi giorni di prognosi per i pestaggi ricevuti”.

Alla proprietà, Social Log ricorda che recentemente “senza alcun pudore ha detto di non essere ancora pronto a ristrutturare i due palazzi. Eppure in combutta con la procura ricordiamo con quale ostinazione si appellava alla necessità di sgomberare la struttura che posta sotto sequestro dai pm venne restituita alla speculazione immobiliare e all’abbandono, fino all’incendio di oggi”.

Prosegue il testo: “I palazzi di via Mario de Maria in fiamme sono l’immagine emblematica della Bologna di oggi dove la rigenerazione urbana è affermata dall’amministrazione a partire dagli interessi dei fondi speculativi e dei palazzinari, derubricando i bisogni di una parte consistente della cittadinanza senza reddito a questione di ordine pubblico, manganellate e denunce. Se la giunta Merola si fosse interessata del territorio e dei suoi abitanti oggi quelle due palazzine non sarebbero avvolte dalle fiamme, ma avrebbero continuato a vivere in una bella esperienza di solidarietà sociale e mutualismo che ad esempio vide le famiglie occupanti impegnarsi nella raccolta dei beni di prima necessità per i terremotati dallo scorso anno.

“La responsabilità – si legge poi- delle decine di sgomberi e del ritorno all’abbandono di quote importanti di territorio bolognese è quindi dell’amministrazione che come un Ponzio Pilato si deresponsabilizza e demanda alla questura l’intervento su questioni sociali rilevanti tramutando la lotta per il diritto all’abitare, per una vera rigenerazione urbana, e per gli spazi sociali autogestiti in affare di ordine pubblico. A questa preoccupante deriva dobbiamo opporre resistenza e argini e dopo gli sgomberi estivi c’è la necessità di aprire una grande stagione di lotta e conflitto sociale: la deresponsabilizzazione e il disimpegno dell’amministrazione a guida PD non è più ammissibile così come l’esclusiva tutela degli interessi di banche e fondi speculativi a discapito di importanti esperienza di riscatto sociale e autogestione culturale che non devono più essere ridotte a mere questioni di ordine pubblico! Al fianco del Laboratorio Crash! apriamo una grande stagione di lotta e conflitto sociale!”.