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“In Italia c’è ancora il confino”, appello per Gianmarco e contro il divieto di dimora [adesioni in aggiornamento]

Sindacalisti, esponenti politici, scrittori e docenti tra i primi firmatari. Intanto le lotte per la casa non si fermano: il 12 nuova Notte rossa promossa da Social Log. Assemblee per Comitato inquilini via Gandusio e Cispm.

01 Settembre 2015 - 17:49

Gianmarco De Pieri (foto GlobalProject - repertorio)“Divieto di dimora e cittadinanza precaria: in Italia esiste ancora il ‘confino’ per motivi politici”. Comincia così un appello diffuso oggi dal Tpo dopo il divieto di dimora che ha colpito Gianmarco De Pieri. “Gianmarco risiede da vent’anni a Bologna, dove è un cittadino socialmente, economicamente, culturalmente attivo. Lì vive la sua famiglia con Gloria e il piccolo Leonardo che proprio in questi giorni dovrebbe fare il suo ingresso in asilo. I suoi più elementari diritti di cittadinanza sono negati per un episodio di limitata rilevanza penale, ma di significativo valore sociale: il 18 giugno scorso, insieme a molti altri, si è opposto allo sgombero forzato di decine di donne, uomini e bambini, precari e poveri senza casa di ogni origine, da Villa Adelante, residenza fino ad allora e da allora abbandonata al degrado. Gli viene imputato l’attivo impegno nei movimenti sociali cittadini, il pubblico dissenso e la concreta opposizione alle politiche europee e governative di austerity che, in questi anni di crisi, hanno reso la nostra società più povera, più ingiusta e meno democratica. I magistrati, come purtroppo già avvenuto in simili casi, hanno applicato una misura particolarmente odiosa disponibile nei Codici, e che ricorda da vicino l’allontanamento coatto degli oppositori al regime fascista: Gianmarco è stato mandato al ‘confino‘, né più né meno. Gianmarco De Pieri deve poter tornare subito a Bologna, da cittadino libero, senza alcuna restrizione alla sua libertà personale e agibilità politica. Così come non devono più trovare applicazione provvedimenti che, calpestando diritti costituzionalmente garantiti, cerchino di limitare e chiudere spazi di espressione del dissenso e dell’opposizione sociale e politica”.

Questo l’elenco dei primi firmatari: Luciana Castellina (già parlamentare italiana ed europea, giornalista e scrittrice), Francesca Chiavacci (presidente nazionale Arci), Maurizio Landini (segretario generale Fiom Cgil), Stefano Rodotà (docente di Diritto costituzionale dell’Università di Roma), Luigi Manconi (senatore del Pd), Eleonora Forenza (parlamentare europea Gue–Ngl), Nicola Fratoianni (deputato e coordinatore nazionale Sel), Elly Schlein (parlamentare europea Socialisti & Democratici), Marco Revelli e Massimo Torelli (Lista Altra Europa con Tsipras), Stefano Bonaga e Sandro Mezzadra (docenti Università di Bologna), Filippo Miraglia (vicepresidente nazionale Arci), Raffaella Bolini (reponsabile Internazionale Arci), Gianni Rinaldini (Fondazione Claudio Sabbatini), Carlo Balestri (Uisp / Mondiali Antirazzisti), Wu Ming (scrittori), Girolamo De Michele (insegnante e scrittore), Franco Berardi Bifo (agitatore culturale), Giovanni Paglia (deputato di Sel), Mirco Pieralisi (consigliere comunale di Bologna), Gianfranco Bettin (sociologo e scrittore). All’indirizzo tpo@mail.com possono essere inviate ulteriori adesioni.

> Le adesioni in aggiornamento: qui

Le lotte per il diritto all’abitare, nel frattempo, non si fermano. L’Assemblee Occupanti e Comitato Inquilini Resistenti con Social log, ad esempio, rilanciano l’appuntamento con la prossima Notte rossa per il diritto all’abitare in programma per sabato 12 settembre con partenza alle 20 dall’ex Telecom occupata di via Fioravanti 27. “Sarà l’occasione per rompere il silenzio sul massacro sociale degli sfratti che incombe sulla nostra città, sul problema politico del diritto all’abitare avanzato dalle occupazioni abitative e per l’abolizione immediata dell’articolo 5 del Piano Casa del governo Renzi.
Ogni giorno ci sono 3 sfratti per morosità incolpevole per ciascun giorno dell’anno e riteniamo che sia il tempo di attuare immediatamente una moratoria degli sfratti per fare in modo che centinaia e centinaia di famiglie non vengano sbattute fuori casa da ufficiale giudiziario e polizia. Noi continueremo a resistere e a solidarizzare con quanti non accettano il sopruso e l’ingiustizia dello sfratto e per settembre annunciamo un mese di picchetti resistenti quotidiani! Intanto le occupazioni abitative si barricano e si difendono dalle spietate aggressione della procura della città che ordinando sequestri preventivi vuole strappare con la forza il diritto alla casa e alla dignità conquistato con grande coraggio e determinazione da quanti hanno lottato duramente e occupato palazzi e immobili in disuso. La risposta e la soluzione ai problemi e alle istanze politiche avanzate dalle occupazioni abitative deve essere all’altezza di più di anno di conflitto sociale di massa che continua a coinvolgere una parte importante della popolazione della nostra città che partecipa e solidarizza alla lotta per il diritto alla casa nelle sue diverse forme. L’articolo 5 del Piano Casa del governo Renzi, giustamente definito infame e fascista va abolito con grande urgenza: le sofferenze che sta producendo in tutta Italia sono ormai insostenibili. La privazione di acqua, luce e residenza (e quindi dell’accesso a tutto il welfare del territorio) rende la vita ancora più difficile a quanti per stato di necessità sono stati costretti ad occupare per poter vivere dignitosamente. Fino a quando quel maledetto articolo non verrà cancellato promettiamo lotta dura e senza quartiere insieme a tutto il movimento per il diritto all’abitare italiano”.

Il 12 avrà luogo “una Notte rossa per rompere il silenzio sul diritto all’abitare e per alzare la voce insieme in difesa delle occupazioni abitative, della resistenza agli sfratti e della lotta per l’abolizione dell’articolo 5. Nell’esprimere solidarietà a quanti nelle mille battaglie di giustizia sociale che animano la nostra città devono fare i conti con le continue aggressioni della procura, invitiamo collettivi, comitati, sindacalismo di base e solidali a partecipare ad una nottata di lotta al fianco degli occupanti e degli inquilini resistenti di Bologna”.

Il Cispm, intanto, rende noto che ieri nella sala comune del centro di accoglienza autogestito Lampedusa si è svolta”una partecipata assemblea tra gli occupanti e gli abitanti del quartiere. E’ emersa una gran voglia di conoscersi, di collaborare, di superare il muro di menzogne vergognose con cui i media di potere tentano di coprire l’ orrore delle morti infinite. Vogliamo ringraziare tutti i cittadini che hanno partecipato e che ci hanno regalato consigli preziosi. Ci ritroveremo l’11 settembre per sentire i racconti dei rifugiati e per continuare a discutere nel corso di una cena sociale. Sempre al Caa Lampedusa. Siete tutti invitati”.

Infine, il Comitato inquilini di via Gandusio dà appuntamento per un’assemblea in programma per le 18 di oggi e attacca la Giunta comunale di Bologna e i dirigenti Acer, “che hanno preferito fare i loro porci comodi, piuttosto che risolvere il dramma dell’alloggio per una massa dilagante di proletari e operai, impoveriti dalla crisi, che nella civilissima città felsinea sono costretti a muoversi da un alloggio di fortuna all’altro come fossero dei pacchi postali”.