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In Emilia-Romagna un medico su due è obiettore

Se una donna entra in ospedale per un’interruzione volontaria di gravidanza ha più del 53% delle possibilità di non riuscirci per il rifiuto di ostetrici e ginecologi. Gli anestesisti che si rifiutano sono il 32,5%.

11 Novembre 2016 - 10:16

(foto Mujeres Libres)Decidere di abortire in Emilia-Romagna è ancora un rischio. Se una donna entra in ospedale per un’interruzione volontaria di gravidanza, ha più del 50% delle possibilità di incontrare un medico obiettore. Nei dati presentati alla commissione sanità della Regione si legge che sono il 53,1% gli ostetrici e ginecologi che si rifiutano di praticare l’aborto. E insieme a loro ci sono pure il 32,5% gli anestesisti dichiarati obiettori.

Secondo quanto si legge, rispetto alla media nazionale dove la percentuale dei medici che si astengono dall’igv è del 70%, abortire in regione dovrebbe essere più facile, ma evidentemente non abbastanza.  Anche nella città di Bologna gli attacchi alla 194 non mancano dove le iniziative contro l’aborto continuano a trovare spazio anche dentro gli ospedali.

Nel rapporto si legge che 2015 sono state praticate 7.848 interruzioni di gravidanza, il 7,4% in meno rispetto all’anno precedente, e che più in generale tra il 2006 e il 2015 il calo è stato del 27,5%, il numero è sceso sotto quota 10.000 a partire dal 2012. Un fenomeno importante che non si verificava dal 1979.