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In corteo “per i giovani eritrei uccisi dal regime” [audio+foto]

Domenica scorsa ad Asmara fucilati giovani che avevano cercato di ribellarsi ai lavori forzati. Nel pomeriggio tanti in manifestazione da piazza Re Enzo lungo via Indipendenza.

09 Aprile 2016 - 19:29

“I giovani eritrei non sono soli – scrive il Coordinamento migranti – rifugiati, lavoratori precari e migranti hanno una stessa lotta da fare. Una lotta per la libertà di tutte e di tutti”.

Nonostante il maltempo, tanti hanno partecipato oggi pomeriggio alla manifestazione partita da piazza Re Enzo lungo via Indipendenza convocata dopo il terribile episodio avvenuto ad Asmara una settimana fa: “Un convoglio di soldati trasporta diverse reclute destinate al servizio militare a vita e in pratica ai lavori forzati – si racconta sul blog del Coordinamento – Le giovani reclute arrivano dai campi di addestramento e sono dirette ad Assab, dove saranno obbligati a lavorare come operai. Pochi minuti per tentare di sottrarsi a un destino di violenza, di obbedienza e di sfruttamento. I giovani disertori saltano giù dal convoglio e vengono prontamente uccisi a fucilate, assieme a un numero imprecisato di civili, dai soldati che, avendo ricevuto istruzioni di non fermarsi per nessuna ragione, continuano per la loro strada. Si lasciano alle spalle un atto di ordinaria violenza contro coloro che in Eritrea prova a opporsi e a ribellarsi a una dittatura che li priva di ogni libertà e agisce impunita, potendo insabbiare azioni come queste mettendo a tacere la stampa”.

Prosegue il testo: “I giovani ammazzati per strada domenica sono gli stessi giovani che con più fortuna attraversano il deserto e il mare e arrivano in Europa. Un’Europa che spesso, come accade in Italia, non riconosce loro lo status di rifugiati, ma solo una protezione sussidiaria che li mantiene legati e controllati dalla loro ambasciata e ostacola l’ottenimento della cittadinanza. Un’Europa dove però vengono ancora una volta trattati come forza lavoro. Di fronte al coraggio mostrato dai migranti eritrei in cerca della libertà l’Italia non ha di meglio da offrire che i muri del razzismo democratico. Muri che poggiano sull’arbitrio amministrativo di Questure e Prefetture, le cui pratiche discriminatorie abbiamo denunciato con il presidio del 20 febbraio scorso”.

 > L’audio raccolto in piazza con Abraham del Coordinamento Eritrea democratica:

 

> Le foto:

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Presidio solidarietà reclute eritree (foto Zic)

 

Presidio solidarietà reclute eritree (foto Zic)

 

Corteo solidarietà reclute eritree (foto Zic)