Acabnews Bologna

“Impresa si dimetta”, Usb in presidio

Il sindacato in piazza dopo l’intercettazione del prefetto sulle “porcherie” nell’accoglienza ai migranti, di cui chiede reinternalizzazione e controllo pubblico.

06 Settembre 2018 - 13:07

“Stop profitti sui migranti, servizi di accoglienza pubblici”: questo lo striscione che ha accompagnato la manifestazione dell’Unione sindacale di base, ieri pomeriggio davanti alla Prefettura. Esplicita la richiesta di dimissioni del prefetto Patrizia Impresa, dopo la divulgazione di stralci di intercettazioni telefoniche risalenti a poco più di un anno fa (quel “ne abbiamo fatte di porcherie” sull’accoglienza dei migranti nel padovano”).

La manifestazione ha inoltre reclamato “la reinternalizzazione dei servizi di accoglienza e di welfare” e un “controllo pubblico sulla gestione di centri e fondi per l’accoglienza” e ha rilanciato verso nuovi appuntamenti: “tra la fine della prossima settimana e l’inizio della successiva” è prevista un’assemblea pubblica (probabilmente nei pressi dell’Hub di via Mattei) per valutare le ipotesi di “una grande manifestazione di piazza” e di  “un incontro, o un tavolo istituzionale, in cui portare le nostre proposte sulla gestione dell’accoglienza e discutere delle difficili condizioni di vita dei migranti all’interno dei centri e di quelle lavorative, anch’esse difficili, dei lavoratori delle cooperative”.

Così Usb nell’evento Facebook di indizione del presidio: “Oggi la privatizzazione degli ambiti del welfare è quasi totale, e il danno alla popolazione sempre più evidente: senza diritti sociali garantiti da una gestione pubblica la paura e le disuguaglianze aumentano, e non è solo un problema legato all’accoglienza dei migranti perchè per molti è sempre più difficile curarsi, istruirsi, perfino avere una casa. Allo stesso modo infatti sono preoccupanti la direttiva leghista che promette “tolleranza zero” verso le occupazioni abitative: con una diminuzione enorme negli ultimi anni delle case popolari e aumenti costanti degli affitti, non si può pensare di risolvere il problema abitativo col manganello, ma solo con un’opera pubblica finalizzata all’ampliamento del patrimonio. L’assenza del pubblico dai servizi alla persona quindi è un problema di tanti, e il fatto che le istituzioni con funzione di rappresentanza dello Stato nei territori coprano la mala gestione privata non è tollerabile”.

C’erano anche gli attivisti della campagna Noi Restiamo: “Siamo scesi in piazza assieme ad attivisti sociali e compagni che vivono sulla propria pelle il dramma della migrazione, per chiedere le dimissioni del prefetto di Bologna dopo gli ultimi scandali e la reinternalizzazione dei servizi di accoglienza. Occorre essere chiari nell’individuare le responsabilità, trasversali all’intero arco politico attuale, di questo sistema basato solo sul profitto”.