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Imola, rinviato un altro sfratto

Nel capoluogo, intanto, spuntano jersey di cemento per impedire la sosta di “nomadi irrispettosi” (sic!) e si sgombera un’altra struttura occupata. Unione inquilini denuncia: “Regione cerca cavilli per cacciare persone dalle case popolari”.

19 Aprile 2018 - 11:40

“La richiesta fatta oggi (ieri, ndr) dalla famiglia sotto sfratto al custode giudiziario, che si era presentato per eseguirlo, è stata quella di avere il tempo per trovare una nuova casa in affitto. Finalmente dopo una lunga ricerca, dovuta ad una situazione del mercato degli affitti vergognosa, che sbatte le porte in faccia a molte persone in cerca di un affitto anche se possono pagare, la famiglia sta infatti riuscendo a trovare una soluzione, e chiede solo un po’ di tempo per evitare uno sfratto ingiusto”. Così ieri lo Sportello Antisfratto di Imola, presente “all’accesso del custode giudiziario per solidarizzare con la situazione della famiglia – con due bimbe piccole – e supportarla nell’ottenimento di un rinvio, e continuerà a sostenere la necessità fondamentale del diritto alla casa e a chiedere soluzioni dignitose per tutti gli sfratti in corso”.

Si legge poi: “Le istituzioni, sia locali che nazionali, molto poco hanno fatto in questi anni per risolvere le problematiche abitative, aggravando invece la situazione vendendo o lasciando sfitte le case popolari e non intervenendo con misure concrete su quello che è un problema sociale che colpisce molte persone e famiglie. Lo Sportello Antisfratto Imola giudica molto negativamente le insufficienti politiche abitative della scorsa amministrazione comunale a guida Pd, ed ha rivolto un appello alla prossima amministrazione, consapevole che spesso anche le forze in passato all’opposizione si sono disinteressate della questione o peggio ancora l’hanno strumentalizzata fomentando guerre tra poveri italiani e stranieri e distogliendo l’attenzione dalla cattiva gestione dei fondi e degli alloggi Erp. Per questi motivi lo Sportello Antisfratto Imola continuerà in un percorso di partecipazione con tutti gli inquilini interessati a fare valere il diritto alla casa, a partire dalla prossima assemblea sulle case popolari prevista per domenica 22 aprile alle ore 17 al centro sociale Giovannini, per rivendicare insieme affitti giusti e condizioni di vita dignitose”.

Tornando nel capoluogo, prosegue la campagna contro gli ultimi delle istituzioni cittadine. Il presidente del Quartiere San Donato-San Vitale ha dato conto del posizionamento, con tanto di gru, di “jersey in cemento in via Larga, per inibire la sosta di autoveicoli in un’area che veniva occupata (e sporcata) solo da nomadi irrispettosi della civile convivenza”. Proprio così, “nomadi irrispettosi”. Il solito Aitini, invece, riferisce che ieri mattina “abbiamo liberato una struttura occupata in via degli Orti”. Liberato da chi o da cosa? Animali, erbacce? O forse esseri umani senza un tetto migliore dove dormire?

Infine, si registra la presa di posizione dell’Unione inquilini contro la recente decisione della Regione di escludere dalle graduatorie Erp chi possiede qualsiasi parte di immobile, sia anche all’estero: “E’ emblematica di come la giunta regionale del Pd vede la questione dell abitare in regione e delle politiche abitative tenute fino ad oggi a livello nazionale, regionale, e locale. Per questi amministratori l’importante non è risolvere la questione ma trovare più cavilli possibili per cacciare fuori dalle case popolari più persone possibili e trasformare l’Erp in ‘parcheggio dei poveri’. Altro che ghettizzazione, sarà sempre peggio. E allora ancora una volta come Unione Inquilini di Bologna chiediamo quale sono le politiche per incrementare l’edilizia popolare? Abbiamo visto come e stata a cuore del Pd il correre a salvare le povere banche in fallimento con soldi dei cittadini , vediamo come tutte le forze politiche sono ‘resposabili’ quando si tratta di fare guerre e e spendere denaro pubblico per fare guerre in giro per il mondo, auspichiamo che spendano un po’ di soldi anche per risolvere la ormai decennale crisi abitativa del territorio italiano e nel nostro caso emiliano-romagnolo”.