Acabnews Bologna

Imola, “essere contro la discarica non basta”

Il Brigata 36 sul progetto di ampliamento che si sta discutendo in città: “Giusto mobilitarsi, ma serve una riflessione più ampia perchè non sarebbe una vittoria impedire l’ingrandimento qui per vederlo poi messo in pratica altrove”.

26 Novembre 2015 - 12:00

Contro la discarica significa essere contro il sistema produttivo che la rende necessaria

spazzParlando di ampliamento della discarica è abbastanza chiaro che in realtà si sta parlando della società odierna e della sostenibilità del modello di sviluppo dell’essere umano. La questione non è semplicemente “che cosa fare del pattume?”, ma riguarda il ritmo di produzione esasperato portato avanti dalla globalizzazione e più in generale dal sistema consumista e dalla concezione “usa e getta” che permea ogni oggetto. Opporsi alla devastazione dei territori significa difendere la salute di tutti/e, l’ambiente e tutti gli esseri viventi che ci vivono, ed è certamente una lotta sempre condivisibile e giusta. Il movimento No Tav, citato anche negli incontri di discussione sulla discarica, è sicuramente uno degli esempi più rilevanti degli ultimi anni per costanza e capacità di superare la questione “nimby”, generalizzando a livello nazionale l’opposizione alla costruzione di una linea ferroviaria inutile e dannosa attraverso l’individuazione precisa delle lobby di potere legate al mondo della politica e delle costruzioni, che cercano di portarne avanti la realizzazione sottraendo risorse pubbliche altrimenti impiegabili per la scuola, la sanità, l’aiuto alle fasce sociali più deboli colpite dalla crisi.

Molti/e di noi in questi anni sono stati in Valsusa, perchè la devastazione ambientale ci colpisce ovunque essa venga praticata. Certo non è facile e possibile per tutti/e portare solidarietà attiva a centinaia di chilometri di distanza, ma esistono modalità molto più semplici per lottare per la difesa dell’ambiente, che sia un treno inutile o una discarica.

Chi ne ha la possibilità può praticare la raccolta differenziata, può ridurre l’uso dell’auto quando non è indispensabile, può spegnere la luce quando non serve, e gli esempi sarebbero infiniti.

Aggiungiamo però che si potrebbe anche smettere di delegare con il proprio voto scelte tanto importanti a partiti politici che hanno permesso la costruzione di inceneritori, avvallato la costruzione della TAV Torino-Lione, o che votarono in Parlamento il ritorno del nucleare in Italia (poi fortunatamente bloccato da un referendum). Solo con questi tre esempi si parla di un buon 70% dell’elettorato, dal PD a Forza Italia fino ai vari partititi di centro e alla Lega Nord. Per quanto questo movimento di opposizione sia un’occasione per acchiappare voti, vedere molti di questi partiti battersi contro la discarica, quando a livello nazionale sono responsabili di scelte ancora più scellerate, ci pare contraddittorio e ridicolo. A persone di tale coerenza non andrebbe affidato neanche il sacchetto del rusco da buttare nel bidone della spazzatura.

Le alternative alla discarica ci possono essere, come l’implementazione di una raccolta differenziata più avanzata o l’introduzione di un sistema di trattamento meccanico biologico che riduca la quantità di rifiuti, ma vanno di pari passo ad una concezione profondamente diversa del rapporto tra essere umano e ambiente. Altrimenti rischiano di rimanere, purtroppo, bei concetti inapplicabili alla realtà dei fatti, ovvero che il modello produttivo attuale per come è concepito genera un eccesso di offerta, inaccessibile a molti/e, e destinato inevitabilmente a trasformarsi in rifiuti su rifiuti senza curarsi delle conseguenze e degli sprechi (basti pensare all’invenduto nei supermercati della GDO e all’enorme mole di rifiuti che produce).

Appoggiamo chi si batte contro l’ampliamento della discarica, ma non basterà mobilitarsi solo contro di esso per impedirne la realizzazione, perché è soltanto l’ultimo ingranaggio di un meccanismo più grande che riguarda il modello di società occidentale, e non pensiamo che sarebbe una vittoria impedire che venga realizzato l’ampliamento qui, per vederlo poi messo in pratica altrove.

È sicuramente brutto da dire ma il nostro modo di vivere stesso sta facendo diventare l’intero pianeta una discarica, e con o senza ampliamento ci siamo costruiti intorno un sistema di industrie e trasporti molto più nocivo e diffuso, ma non vedendo l’inquinamento che produce perché composto da gas e micro/nano-particelle ci allarma meno di una discarica “bella grossa e puzzolente”.

Riteniamo che non sia sufficiente opporsi alla discarica, ma sia necessario aprirsi ad una riflessione più approfondita che porti ad un modo diverso di rapportarsi con l’ambiente, ripensando un sistema di produzione e consumo sostenibile che minimizzi gli sprechi.

Csa Brigata 36