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Imola, continua la mobilitazione per Nadia e Brahim

Tende davanti al Comune, Sportello Antisfratto: “Strappato nuovo incontro con servizi sociali”. A Bologna, presidio per Carla e figlio. Intanto, altro sgombero alle Carracci, mentre le docce per i clochard finiscono in estrema periferia.

12 Maggio 2018 - 18:47

Prosegue, nella città romagnola, la lotta a fianco della famiglia di Nadia e Brahim, che hanno due figlie piccole, sfrattata lunedì da un alloggio della cooperativa Unicoop. Da ieri sera, per la seconda volta, gli attivisti dello Sportello Antisfratto hanno presidiato, con tanto di tende, l’ingresso del Comune in piazza Matteotti: dopo 18 ore, hanno strappato “un nuovo incontro con i vertici dei servizi sociali per lunedì!”.

“Durante tutto questo tempo – raccontano  – abbiamo avuto modo di parlare con molte persone, che hanno ascoltato, capito e condiviso le nostre ragioni: povertà e precarietà non sono colpe, ed è necessario non tacere e rivendicare i propri diritti! Grazie a tutte le persone che hanno espresso la loro solidarietà, da chi ha passato la notte in tenda a chi si è fermato a parlare. Continueremo a sostenere non solo la famiglia di Nadia e Brahim, ma tutte le persone che non accettano più di essere umiliate e abbandonate dalle istituzioni!”

In una precedente nota lo Sportello aveva riassunto la vicenda: “La famiglia aveva proposto soluzioni che non gravassero sui soci della cooperativa, ma Unicoop, nonostante vanti di promuovere ‘spirito mutualistico’ e ‘solidarietà tra le persone’, ha rifiutato ogni trattativa, sbattendo la famiglia per strada. A seguito dello sfratto, dopo 20 anni di lavoro e di contributi versati, Nadia e Brahim si sono rivolti ai servizi sociali, per poter trovare una soluzione dignitosa nei pochi mesi che li separano dall’assegnazione della casa popolare (sono 30° in graduatoria Erp). Anche qui si sono trovati davanti all’ennesimo rifiuto, anche solo per un sostegno temporaneo. Perciò per due giorni lo Sportello Antisfratto Imola, insieme alla famiglia e a numerosi/e solidali, ha presidiato l’ingresso del Comune con delle tende, per chiedere se fosse quella la soluzione pensata dalle istituzioni. In seguito a un ultimo colloquio con la Commissaria prefettizia e i servizi sociali, il compito di sostenere dignitosamente la famiglia è stata scaricato ancora una volta sulle spalle del terzo settore – la Caritas, in questo caso. Purtroppo la famiglia si è trovata nelle condizioni di rifiutare la proposta della Caritas, poiché questa avrebbe comportato la separazione del nucleo famigliare, senza possibilità di trovare un posto stabile per il padre, rischiando di compromettere inoltre la frequenza scolastica della figlia maggiore, che studia a Sesto Imolese. La famiglia, che avrà anche perso la casa ma non il desiderio di vivere insieme, ha trovato come unica soluzione provvisoria un bed&breakfast a spese proprie. Questo implica costi mensili chiaramente insostenibili per chiunque si trovi in una situazione economica fragile come la loro, avendo il padre trovato un nuovo lavoro da pochi mesi, e a breve torneranno per strada”.

I manifestanti rivendicano dunque “tempi certi e rapidi per le assegnazioni previste per il 2018 delle 55 case popolari a tutte le persone aventi diritto” e “che la soluzione provvisoria trovata dalla famiglia, l’unica che ne mantiene l’unità e consente di salvaguardare i diritti delle due bambine, sia sostenuta economicamente dalle istituzioni!”.

“Siamo davanti – spiega all’ennesima inadempienza da parte delle istituzioni, che delegano le proprie responsabilità al terzo settore. Ci chiediamo perché si continuino ad utilizzare i fondi pubblici derivanti dalle tasse per salvare le banche e favorire chi non ne ha bisogno, quando mancano sempre i soldi per i servizi sociali, la sanità, la casa, l’istruzione, ossia per garantire alle persone i diritti basilari. La protesta di Nadia e Brahim è la protesta di tutte le persone stanche di sentirsi umiliate e prese in giro. Rivendichiamo il diritto alla casa, siamo al fianco di chiunque si trovi in situazioni di povertà e precarietà! Lo Sportello Antisfratto Imola da anni vede italiani e stranieri aiutarsi a vicenda, perché il problema abitativo è causato della malagestione del patrimonio pubblico, dallo sfitto e dallo spreco di risorse, questioni che colpiscono tutti/e allo stesso modo. Ci battiamo per e con tutte le persone che capiscono che solo uniti si possono rivendicare i diritti che ci stanno togliendo. La povertà e la precarietà non sono colpe, ma problemi strutturali, sociali, collettivi, che le istituzioni non possono più ignorare!”.

Arriva una mobilitazione antisfratto anche nel capoluogo: “Martedi 15 maggio su richiesta del proprietario – scrive infatti Asia-Usb si presenteranno gli ufficiali giudiziari e la polizia per sfrattare la signora Carla e suo figlio. Carla risiedeva in questa casa ormai da anni assieme alla madre. Dopo la scomparsa della madre per un errore burocratico di Acer l’assegnazione della casa non è passata alla signora Carla che ora risulta come occupante. Per questo motivo vorrebbero svuotare l‘appartamento e mandare una famiglia per strada. E’ ingiusto ed inammissibile che si scelga di svuotare questa casa quando già vengono mantenuti sfitti innumerevoli alloggi Acer in un periodo di incalzante crisi economica. Sempre più persone rischiano di andare in mezzo la strada nel totale disinteresse di chi potrebbe risolvere e tamponare con politiche abitative adeguate l’emergenza abitativa. La mancanza di alloggi Erp è una delle cause principali delle difficoltá di tante famiglie. In questo caso la soluzione sarebbe molto semplice: riassegnare la casa alla signora Carla che già ci risiede da anni e non è nella condizione economica per sostenere un affitto da privato. Tuttavia negli ultimi anni la rotta intrapresa dall’amministrazione comunale e da Acer è quella della svendita del patrimonio residenziale pubblico. Per questo oltre a difendere lo sfratto di Carla riteniamo necessario che sia messo in atto un piano straordinario di assegnazione di alloggi Acer a partire dai tanti sfitti o murati. Invitiamo tutti a sostenere e partecipare al presidio per impedire l’ennesimo sfratto ingiusto”.

Intanto il Comune ha fatto sapere di nuovamente sgomberato le ex scuole Carracci: “All’interno non c’erano persone ma è stata riscontrata un’occupazione in corso”, riferisce Palazzo D’Accursio, spiegando di aver “portato via tutto il materiale trovato all’interno, tra cui una decina di materassi, collocati in varie parti della struttura”. La solita attenzione degli amministratori per gli ultimi insomma, come dimostra un’altra decisione di queste settimane, quella di spostare il servizio docce per senza dimora dal dormitorio Beltrame di via don Zanetti (tratto di via Sabatucci recentemente reintitolato, in Cirenaica) al rifugio notturno “Zaccarelli”, in via del Lazzaretto. In estrema periferia, dunque, raggiungibile dal centro solo in autobus, con relativo costo dei biglietti di andata e ritorno che per chi vive in povertà può voler dire un pasto in mano. L’Asp ha spiegato la decisione adducendo episodi di rissa e aggressione al Beltrame, che sarebbe frequentato “in maniera impropria” da persone che sarebbero dedite al piccolo spaccio in zona universitaria. Resta da capire l’Asp cosa ne sappia di cosa fanno queste persone prima e dopo la doccia, e in base a cosa decida di etichetterle come senza tetto di serie B, immeritevoli di una doccia.