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Il Pd si divide sul Cie, Forza Nuova tenta di infilarsi

Merola si dice contrario ma il segretario regionale dem difende il piano del Viminale. I neofascisti annunciano manifestazione per questo sabato, Nodo antifa: “Inaccettabile autorizzarla”, Làbas: “Non la permetteremo”, Hobo: “Topi di fogna”.

12 Gennaio 2017 - 18:00

Dopo Forza Italia, in piazza sabato scorso ma tenuta distante dall’hub dal contropresidio antirazzista, e la Lega, che ha in programma per stasera una fiaccolata in piazza Roosevelt, sono i neofascisti del partito guidato da Roberto Fiore ad annunciare l’intenzione di manifestare sabato mattina in piazza Santo Stefano, a favore della riapertura del Cie, con una nota delirante in cui straparlano di centri sociali “coccolatissimi” (sic!) dal Comune, attaccando in particolare Xm24 che sarebbe “cagnolino da guardia della giunta” (ri-sic!) in Bolognina.

Insorge subito il Nodo sociale antifascista: “Riteniamo inaccettabile – si legge sul blog Staffetta – che, autorizzando anche questa ‘manifestazione’, la Questura di Bologna continui a contrapporsi al sentire di questa città. Una città che rifiuta il razzismo, l’antisemitismo, l’islamofobia, l’omofobia, il sessismo, il militarismo e lo squadrismo. Una città che, dalla strage del 2 agosto 1980 alla banda della Uno bianca, ha pagato a caro prezzo le strategie autoritarie dei neofascisti e delle loro sponde negli apparati dello Stato”.

All’attacco anche Làbas: “Dopo il tentativo di sciacallaggio, risultato poi un flop, di Forza Italia e della Lega Nord sulla pelle dei migranti nei pressi del Cie, anche le squadracce del partitino fan di Hitler e Mussolini provano a raccattare qualche briciola di visibilità. Questi farabutti non devono avere nessuna agibilità, con qualunque sigla essi si organizzino, anche perché la corona del Partigiano Giancarlo Romagnoli, bruciata più volte nei mesi scorsi in via Broccaindosso, grida ancora giustizia. In ogni caso, non permetteremo che Piazza Santo Stefano, cuore della città e del nostro quartiere, sia terreno di tale propaganda”.

Così Hobo: “Evidentemente hanno bisogno di qualche delucidazione: per la loro identità di topi di fogna razzisti, sessisti e xenofobi non ci può essere alcuna sicurezza a Bologna!”.

L’amministrazione, per bocca dell’assessore al Welfare Rizzo Nervo, la butta subito in caciara derubricando tanto le sortite xenofobe dei forzanovisti quanto la mobilitazione dei collettivi a “strumentalizzazione politica fra opposte fazioni”, riecheggiando Merola che dopo la giornata di sabato scorso aveva parlato di una “incompatibilità ambientale” del Cie a Bologna dimostrata dal fatto che “abbiamo già assistito a due cortei contrapposti appena è stata annunciata la cosa”. Il sindaco quantomeno mantiene fede alla sua posizione contraria a un centro di identificazione ed espulsione, ribadendola anche incontrando, ieri, il ministro Minniti. Non lo segue, se non in parte, il suo stesso partito, che per bocca del segretario regionale difende il piano del Viminale e invita gli amministratori locali ad affrontare la questione “con realismo e concretezza, andando oltre gli slogan”.

Un incontro, quello tra il primo cittadino e il titolare degli Interni, che avrebbe escluso la riconversione dell’ex caserma Chiarini da hub a Cie ma che non ha sciolto il nodo su quale altra collocazione possa avere il centro  sul territorio regionale. Le ipotesi in campo, a quanto si apprende, sarebbero due: o una diversa area ex militare dismessa a Bologna, o il ripristino del centro modenese, chiuso da anni. Proprio oggi il sindaco della città della Ghirlandina è, a  sua volta, a colloquio con Minniti.