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Il padre di Aldro: “Imbarazzante è tentare di mettere a tacere un’ingiustizia”

“Quanta tristezza nel leggere certe spicciole affermazioni, ma non mi meraviglio di certa politica”, dice Lino Aldrovandi dopo le dichiarazioni di Lega e Fi rilasciate in Comune: “Martire? No, solo un ragazzo ucciso senza una ragione”.

13 Luglio 2018 - 11:20

“Quanta tristezza nel leggere certe spicciole affermazioni, ma non mi meraviglio di certa politica. Questo e’. Federico non è caduto sotto i colpi del nemico, ma di qualcosa di peggio, ovvero sotto i colpi di chi aveva il dovere di proteggerlo, con l’aggravante, sebbene non avesse commesso alcun reato, che nell’impeto di quell’azione improvvida, ingiustificata e assurda, nessuno di quei quattro agenti, si fermò a quelle urla di ‘Basta e aiuto’, udite a centinaia di metri dal luogo dell’omicidio, ma non da chi lo stava uccidendo”. Così il padre di Federico Aldrovandi, Lino, ha voluto replicare alle dichiarazioni rilasciate due giorni fa dai consiglieri di Lega e Fi per opporsi all’intitolazione di un luogo della città al 18enne ucciso a Ferrara, nel 2005, durante un ‘controllo’ della Polizia.  Aldrovandi ricorda le “54 lesioni, la distruzione dello scroto, un’immagine agghiacciante di unagente che lo tempesta di calci mentre lui a terra è bloccato dagli altri tre”, con frasi pronunciate dagli agenti del tipo: “L’abbiamo bastonato di brutto per mezz’ora”, oppure “Moderate ci sono le luci accese” o ancora “Ci vorrebbe la benzina qui…”.

Scrive ancora il padre di Aldro, su Facebook: “Federico martire? No di certo. Era solo un ragazzo che fu ucciso senza una ragione. La sua fede era la vita, erano gli amici, era il divertirsi, era il confrontarsi, era il crescere, era l’imparare, anche sbagliando. Ma quella mattina non fu lui a sbagliare”. Allora “imbarazzante”,  manda a dire Aldrovandi, è “forse il goffo tentativo di mettere a tacere una delle tante ingiustizie di questa piccola Italia. Ma sono stanco di ripetere le stesse cose ai muri, e a queste persone dico loro soltanto di leggersi il libro di Fabio Anselmo ‘Federico’. Penso che alla fine non lo capirebbero comunque, ma forse, oltre ai muri, i loro figli sì”. Il post del papà di Aldrovandi continua sottolineando che “in politica a volte sono le persone a fare la differenza, a prescindere dal loro ‘colore politico’. E di queste persone, in 13 anni ne ho conosciute tante e posso affermare che non hanno mai strumentalizzato il nome di Federico  e che nessuno si è mai scagliato a generalizzare una categoria di lavoratori. Quello lo lascio agli ignoranti. Ma a puntare il dito sulle responsabilità individuali, quello sì, sempre. Perchè i figli sono di tutti”. Aldrovandi manda dunque un abbraccio “a quelle persone per quell’atto d’amore e di rispetto, mentre alle altre… l’immagine della tomba di Federico con i suoi 18 anni dentro e con la terribile angoscia di un padre orfano”, scrive Lino, pubblicando insieme al post, per l’appunto, una foto della lapide del figlio.