Acabnews Bologna

Il no sociale incassa la vittoria al referendum:
”Ma è solo l’inizio”

Anche in città, già da ieri sera, collettivi e realtà sociali esultano per l’esito della consultazione costituzionale che ha costretto il premier Matteo Renzi ad annunciare le dimissioni: “Vinta una battaglia, le lotte continuano”.

05 Dicembre 2016 - 15:53

14681594_1800760126865563_7613975479569835560_nAnche a Bologna il fronte del “no sociale” incassa i risultati del referendum costituzionale che si è svolto ieri, con il sì fermo al 41% e le dimissioni annunciate per oggi dal premier Matteo Renzi. “Il ducetto Renzi voleva il 18 brumaio, ha incontrato la sua Waterloo. È stato un no di massa, ampio e popolare, innanzitutto sociale quello che ha rovesciato la poltrona del rottamatore del Pd. Un no di cui nessun partito può dirsi rappresentante, perché è un no espresso da chi in questi anni ha subito i costi della loro crisi e delle loro politiche, portate avanti da destra e da sinistra. In questi mesi è questo no che abbiamo costruito e sostenuto, il no degli studenti e dei giovani, il no dei risparmiatori truffati dal salvabanche e dei lavoratori colpiti dal Jobs Act”, è il commento di Hobo, che ieri sera ha atteso l’esito della consultazione in piazza Maggiore. Prima di arrivare lì “alcuni gruppi di studenti e studentesse sono stati fermati e identificati dalla Digos, poi continuamente pedinati per le vie del centro cittadino”, riferisce il collettivo, segnalando poi che nel corso della serata sono state bruciate alcune bandiere del sì e anche una sagoma del premier. Inoltre, riferisce sempre Hobo, una sede del Pd è stata ricoperta di scritte e cartelli con la scritta “Vendesi”. Quanto accaduto ieri “è solo l’inizio, però un inizio importante. Noi sappiamo che le nostre lotte non possono accontentarsi della cacciata di Renzi, e tuttavia sappiamo anche che la cacciata di Renzi è fondamentale per le nostre lotte”.

In piazza, ieri sera, si sono viste anche le bandiere di Asia e di Usb che, a livello nazionale, commenta così il risultato referendario: “La sconfitta netta e senza appello di Renzi ci appartiene. Appartiene a quel no sociale che siamo stati capaci di portare nelle fabbriche, negli uffici, nei quartieri popolari, tra la nostra gente”. Usb rivendica di essere stata “protagonista, compattamente in ogni parte del Paese, di una grande campagna politica e sociale. Noi rivendichiamo questo ruolo e questo risultato. Non sappiamo cosa accadrà ora, quali ulteriori trucchi proveranno a mettere in campo per evitare l’immediato ricorso al voto. Quello che sappiamo è che da oggi siamo più forti nell’organizzare la risposta di massa e di classe alle politiche economiche, sociali, guerrafondaie che l’Unione Europea, la Bce e il Fmi ci vorrebbero continuare ad imporre”.

La sigla Bologna dice no ( a cui fanno riferimento Crash, Social Log, Cua e Cas), invece, sarà in piazza Nettuno stasera dalle 18. L’appuntamento era stato convocato nei giorni precedenti al voto, per “dire sin dal day after che la scommessa giocata in questi mesi” vuole “immediatamente andare oltre e puntare sull’agenda dei conflitti sociali che pretendono diritti e dignità”. Questo al termine di un percorso verso il referendum durato diversi mesi, “che ci ha condotto dalla contestazione alla Leopolda del sì fino alla manifestazione romana, che ha avuto il pregio di far vedere che esiste un no a Renzi che non si piega sulle posizioni di Grillo, di Salvini, di Berlusconi; bensì, che esiste un no che parla di autonomia e di decisionalità, di lotte sociali non mediabili e di indipendenza da ogni potere calato dall’alto sulle nostre vite. Aver fatto emergere nella mappa del no il punto di vista di chi non ci sta, di chi ha subito e non vuole più farlo, di chi rifiuta i giochini politici sulla propria testa è la prima scommessa vinta in questi mesi”. E oggi, visto l’esito del voto, Bologna dice no ribadisce: “Renzi si è dimesso dopo la grande sconfitta subita ieri alle urne, ma già sono iniziate le manovre di palazzo per insediare altri Governi che sicuramente non cancelleranno Jobs Act, Buona Scuola, Sblocca Italia, Piano Casa, grandi opere inutili… cioè il programma minimo delle lotte! Per questo sin da oggi è necessario scendere in piazza… Portiamo il no sociale nelle strade!”.

Commentano il referendum anche i No Salva-banche: “Una battaglia è stata vinta. Con il no di massa di ieri il regime Renzi è stato costretto alle dimissioni. In quel no ci sono tanti no sociali, espressi da chi sta pagando i costi e i disastri della crisi e delle loro politiche. C’è anche il nostro no al Salvabanche, di risparmiatori che in Toscana, in Emilia e in Veneto da un anno lottano per riavere ciò che ci è stato tolto: i soldi e prima ancora le nostre vite. La caduta del governo Renzi dimostra che quando si lotta con determinazione, si può vincere. Noi sappiamo anche che questa è solo una battaglia. Il nostro no non è rappresentato da nessuna istituzione, perché non abbiamo più alcuna fiducia nelle istituzioni: d’ora in avanti, più che mai, devono capire che non accetteremo che le decisioni che ci riguardano vengano prese sulle nostre teste. Per vincere la guerra, dobbiamo continuare su questa strada, con le nostre forze e la nostra determinazione”.