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Il Consiglio comunale litiga sulla famiglia Aldrovandi

Il Pd propone di concedere la cittadinanza onoraria a Patrizia Moretti, Pdl e Lega si oppongono parlando di “marchette” e “onoreficenza violentata”. La madre di Aldro: “Dispiaciuta, non è tema da bagarre politica”.

03 Aprile 2013 - 19:21

Bagarre in Consiglio comunale sulla figura di Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi, il 18enne ucciso a Ferrara nel 2005 da quattro agenti di Polizia. Tutto è nato, nella seduta di oggi, dalla proposta (avanzata dal Pd e poi approvata a maggioranza) di concedere a Patrizia la cittadinanza onoraria di Bologna, dopo la provocazione subita per opera del sindacato dei poliziotti Coisp.

Di certo non è la cittadinanza onoraria alla madre di Aldro che risolve il problema dell’impunità di cui in Italia sembrano godere le forze dell’ordine. Così come non si può non notare che il Pd si sveglia tardi e che, su questi temi, ha spesso posizioni imbarazzanti. Ciò non toglie, però, che Lega nord e Pdl anche in questo caso sono riusciti ad offrire uno spettacolo a dir poco desolante. Il Carroccio ha lasciato l’aula: “Sono marchette”, è la motivazione fornita. Il Pdl, invece, hanno parlato di “strumentalizzazione, deriva della maggioranza ed umiliazione del Consiglio”. La cittadinanza “si da’ all’unanimità, qui si violenta un’onorificienza”, dicono i berlusconiani: evidentemene per loro  la “violenza” da condannare è questa, non quella subita da Aldro.

Questo il commento della diretta interessata, Patrizia Moretti: “Mi dispiace davvero. Non credo che questa sia una forzatura di carattere politico, e’ un’iniziativa civile, sociale che non dovrebbe essere oggetto di bagarre politica”. La vicenda di Aldro “non e’ un tema di un partito piuttosto che di un altro”, aggiunge. Bologna “per me ha un valore fondamentale, perche’ proprio qui ci hanno dato i primi spazi, le prime opportunita’ per parlare della vicenda”, continua Moretti, ricordando in particolare la prima iniziativa in assoluto, promossa dallo scrittore Stefano Tassinari.

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