Acabnews Bologna

Il Comune non intende prendere in carico tutti i profughi

Palazzo d’Accursio: prolungamento dell’accoglienza solo per situazioni di fragilità. Tpo: “Si alimenta la guerra tra poveri”, l’amministrazione sostenga “progetti di autogestione immediati” per i 60 migranti ancora nei centri. Asia-Usb: “Inaccettabile espellerli”.

22 Marzo 2013 - 16:17

L’emergenza Nord Africa è fallita? Cambiare rotta si può!

Foto di Simona Hassan

Si è tenuta giovedì 21 marzo un’altra riunione con l’Assessore Frascaroli e le realtà che stanno seguendo la situazione dei migranti che, dopo la conclusione dell’emergenza Nord Africa, ancora abitano nei centri di Villa Aldini e Prati di Caprara, non avendo altre sistemazioni abitative. Non si tratta di centinaia di persone, ma di un numero che non supera le 60 persone, per le quali l’unica prospettiva è quella di finire in strada dopo il 31 marzo, data di chiusura definitiva delle sue strutture.

Il Comune ha esordito dichiarando che solo per le situazioni di fragilità e vulnerabilità, valutabili caso per caso, sarebbe stato possibile considerare eventuali prolungamenti dell’accoglienza, in base alla disponibilità di posti e percorsi ordinari.

Questo piano di ragionamento, che alimenta la nota guerra tra poveri con cui giorno dopo giorno si assottigliano le chances di futuro per chi deve contare sugli ultimi scampoli di welfare ed accoglienza, l’abbiamo respinto fermamente.

Non è mettendo in competizione la disperazione che si risponde a situazioni frutto di una gestione irresponsabile dell’emergenza, che oltre ad aver abbandonato a se stesse migliaia di persone ha sperperato solo a Bologna diversi milioni di euro. Occorre sperimentare percorsi nuovi, abbiamo detto, dando fiducia e protagonismo ai migranti ed alle realtà che li hanno seguiti ed appoggiati, in totale solitudine, per oltre due anni. Occorre incentivare e porre le condizioni per progetti di autogestione ed autorganizzazione immediati, senza perdere tempo e senza passare da graduatorie e liste di “maggiore urgenza”. Abbiamo presentato proposte precise, che permetterebbero di costruire quella che abbiamo chiamato “accoglienza degna” dove i migranti sono al centro del progetto che li riguarda e dove il Comune garantisce alcune condizioni e garanzie minime a costo zero per le proprie casse.

Di fronte alla crisi del welfare e alla totale inadeguatezza dei Servizi Sociali, di fronte ad un sistema di protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati che lascia senza tutele l’80% degli aventi diritto, abbiamo esortato l’Assessore a compiere una scelta coraggiosa, investendo su laboratori di accoglienza nuovi.

Abbiamo chiesto una risposta in tempi brevi, non oltre martedì. Il Comune sceglierà che segnale dare: se continuare a permettere che nuove vite vengano distrutte e spinte nella disperazione o affermare che cambiare rotta si può.

Noi non abbiamo dubbi, e sabato 23 marzo saremo di nuovo in piazza con i migranti di Villa Aldini e Prati di Caprara per partecipare alla manifestazione generale dei migranti che partirà alle 15 da Piazza XX Settembre.

Diritti dignità futuro, per i migranti, per tutti!

Centro sociale TPO

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Ieri alle 15, nella sede dell’Assessorato al Welfare, si è tenuto un incontro tra l’Assessore Amelia Frascaroli, la dott.ssa Annalisa Faccini e le organizzazioni impegnate a trovare una soluzione ai problemi derivanti dalla chiusura dell’ENA.
ASIA USB, presente al tavolo assieme alle altre organizzazioni, dichiara quanto segue:
La valutazione emersa e condivisa dal tavolo di discussione riguardo al percorso ENA è fortemente negativa. Non si può accettare che ora circa sessanta persone vengano espulse dai centri senza nessuna risorsa e senza nessuna possibilità, dopo che quantità enormi di denaro pubblico sono state sprecate in una gestione quanto meno approssimativa.
I canali tradizionali di assistenza proposti dall’Assessore durante il tavolo, che già non sono in grado di far fronte alla sempre più numerose condizioni di malessere che la città manifesta, sono assolutamente privi di significato ed evidentemente non considerabili.
I rifugiati ENA, in tal caso, andrebbero solamente ad ingrossare il numero, già consistente, delle persone che dormono in stazione o in altre situazioni di vergognoso degrado che Bologna non può più tollerare.
ASIA USB e le altre associazioni hanno avanzato all’Assessorato due proposte di soluzione a costo zero per l’Amministrazione, basate sull’impegno diretto della società civile e su il coinvolgimento diretto dei rifugiati.
I tempi a disposizione sono ridottissimi. Alla conclusione dell’ENA (28/02) una parte dei rifugiati è stata accolta all’interno delle strutture approntate per l’emergenza freddo. Quando questa si concluderà il 31 marzo, queste persone, se non si trovano soluzioni prima, finirebbero per strada assieme a tutte le altre ospitate nelle strutture, per cui non è stata progettata una ricollocazione.
Pertanto è stato richiesto ed ottenuto un ulteriore incontro per martedì prossimo. In tale sede l’Assessorato dovrà esprimere una posizione definitiva in merito alle proposte da noi avanzate, o assumersi le responsabilità della gestione fallimentare dell’ENA.
Durante il tavolo è stata più volte ribadita la condizione essenziale per ogni trattativa: “che nessuno resti senza casa, neppure per una notte”.

Asia-Usb