Culture

Il comico italiano

Presentando l’opera teatrale “Mistero Buffo”, Paolo Rossi parla del mestiere dell’attore.

19 Marzo 2010 - 13:18

“Una volta c’erano il re e il buffone. Il re era colui che si occupava di politica, il buffone invece era colui che si occupava della risata. Adesso, oggigiorno, non c’è più alcuna distinzione e il re vuole fare tutto”.
Così esordisce Paolo Rossi in un incontro tenutosi ieri pomeriggio a Bologna presso i laboratori Dms, in occasione dello spettacolo “Il Mistero Buffo di Dario Fo” nella stagione del Teatro delle Celebrazioni di Bologna.
Lo stato di salute della satira italiana è un po’ instabile, precario. C’è un gran minestrone in cui i politici fanno satira cercando di ottenere un maggiore consenso, basti pensare a “Lui e dico lui perché non si possono fare nomi, ma è chiaro che quando dico lui intendo proprio Lui” che continua imperterrito a fare battute anche se ne è totalmente incapace. Il mestiere del teatrante è ben diverso, non si punta all’approvazione o all’audience ma alla comunicazione: esprimere qualcosa ricollegabile alla realtà.
Mettendo da parte paragoni nati comunque da una semplice volontà ironica, ciò che interessa al comico è la risata, ma non quella nata da una banale battuta, ma la risata liberatoria che nasce dalla volontà di rivedere se stessi e gli altri con ironia. Si ride per sentirsi parte di un gruppo, per condividere un’identità collettiva, per riconoscere aspetti comuni. Se un comico, per esempio, fa una battuta generica sugli ebrei questa diventa subito di cattivo gusto, ma se questa stessa battuta la fa accanto ad un ebreo, che è coinvolto nello sketch, il pubblico è trascinato dalla risata e ride dell’aspetto razzista, anche se piccolo e celato, che c’è in ognuno di noi.
Per un comico, conclude Paolo Rossi, riuscire a fare il proprio mestiere in un Paese come l’Italia, in cui la cultura non viene sufficientemente valorizzata, è un’ardua impresa. Quello del comico è un vero lavoro come tutti gli altri in cui si tenta di raggiungere l’arte, ma ciò accade raramente, quando va bene e se sei fortunato.