Acabnews Bologna

Hobo, un altro foglio di via

“Segnalazioni di polizia e presunti reati di resistenza e occupazioni di spazi abbandonati” alla base del provvedimento della Questura consegnato stamane a una studentessa.

25 Giugno 2015 - 14:30

Hobo (repertorio - © Michele Lapini)E’ con un comunicato diffuso questa mattina che Hobo risponde duramente all’ennesimo provvedimento restrittivo della libertà nei confronti di attivisti del collettivo: “A quanto pare la fantasia della Questura e della Procura di Bologna continua a colorare – piuttosto male – il loro paranoico disegno, che somiglia più ad uno scarabocchio con cui tentano di colpire le pratiche di lotta. Tentano, perché dalla riuscita sono ben lontani. Anche questa mattina, come ormai avviene con cadenza quasi quotidiana, degli agenti della Digos hanno suonato di prima mattina alla porta di una studentessa di Bologna, appartenente al collettivo Hobo, per comunicarle l’arrivo di un foglio di via con divieto di ritorno nella città in cui vive, studia e fa politica. I motivi addotti? Segnalazioni di polizia e presunti reati di resistenza e occupazioni di spazi abbandonati (ovviamente, com’è ormai prassi consolidata del potere giudiziario preventivo, senza nemmeno l’ombra di un processo). I motivi reali? Semplice: nella città del Partito della Nazione nessuno può fare politica contro il PD”.

“Il foglio di via – spiega Hobo – è una misura che appartiene al potere di polizia, particolarmente amata dal nuovo questore”. Peraltro, “già qualche giorno fa alla stessa studentessa e a un altro studente di Hobo erano arrivati altri fogli di via, dal paese di Molinella, per aver preso parte a un picchetto contro lo sfratto di una famiglia di lavoratori migranti con dei figli, che ancora una volta un’amministrazione del PD ha cercato di lasciare per strada”.

Conclude il collettivo: “La lista delle misure cautelari è ormai lunga e lo diventa ogni giorno di più: divieti di dimora, arresti domiciliari, fogli di via. Il tentativo è evidente: in ballo non c’è semplicemente l’attacco a un collettivo, ma l’attacco alla legittimità del conflitto sociale in questa città. E, nell’epoca del renzismo, quello che succede oggi in questa città è la prefigurazione di quello che succederà domani in tutto il paese. Per questo la battaglia è di fondamentale importanza. Di fronte a un potere ormai divenuto completamente arbitrario e fuori controllo, con la tranquillità e la forza di chi sta percorrendo la strada giusta ve lo diciamo ancora una volta: noi, al contrario vostro, di paura non ne abbiamo. E più cercate di dividerci, più ci troverete uniti. Di fronte ai vostri inutili fogli per una volta diciamo, rovesciando i latini: scripta volant, verba manent…”