Acabnews Bologna

Hobo in rettorato: “Le intimidazioni ci rendono più forti” [comunicati]

Dopo i divieti di dimora per Parvis e Loris, il collettivo prende parola entrando in rettorato e puntando il dito contro le responsabilità dell’Ateneo. Solidarietà da Tpo, Làbas, Cua, Vag61 e Exarchia.

29 Aprile 2015 - 15:42

 

ffIn attesa del presidio convocato per oggi alle 18 in piazza Verdi, il collettivo Hobo ha deciso di prendere parola dal rettorato dopo le misure cautelari che questa mattina hanno colpito Loris e Parvis.  Gli attivisti sono entrati in rettorato ed hanno esposto uno striscione davanti alla porta (chiusa) da cui partono le scale che portano agli uffici del Rettore e degli altri vertici dell’Ateneo. “Ci cacciate da un luogo, ci troverete ovunque” si legge nello striscione. “Chiediamo al Rettore di assumersi la responsabilita’ di questo, e invece come al solito non lo fara’, cosi’ come non lo ha fatto il prorettore Nicoletti che poco fa e’ passato di qua dicendo che non sapeva di cosa stessimo parlando e poi e’ scappato dal retro”, dicono gli attivisti di Hobo al megafono. “Questa intimidazione come tutte le precedenti la respingiamo al mittente, e’ un tentativo di mettere a tacere chi contesta ma non serve a nulla, ha solo l’effetto di renderci piu’ forti”. Nel frattempo, diverse realtà cittadine esprimono solidarietà a Loris e Parvis: qui sotto i comunicati.

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> Gli attestati di solidarietà:

Nessuno va lasciato solo! Parvis e Loris liberi! Ci vediamo alle ore 18 al presidio in Piazza Verdi

Quanto successo stamattina a Bologna è l’ennesimo tassello di un nuovo mosaico repressivo che l’alleanza tra tutti i poteri dello Stato, compreso il Partito di Governo, sta mettendo in campo contro ogni articolazione delle lotte sociali. Spietata sproporzionalità delle misure cautelari anche ad anni di distanza dai fatti contestati, nessun tipo di correlazione tra il peso e la dinamica dei fatti stessi e la pena comminata, reviviscenza di reati sotterrati in altre epoche e regimi, operazioni di polizia alle vigilie di grandi eventi i cui esiti sono solo scoop giornalistici imbarazzanti. In questo disegno, la Procura di Bologna sembra scalpitare da tempo per avere un ruolo in prima fila. Non è un film dell’orrore, ma la triste realtà dell’epoca della violenza della crisi e del suo Pensiero Unico contro chi con generosità cerca di praticare l’alternativa allo stato di cose presente. Solidarietà ai compagni e le compagne del collettivo Hobo!

Làbas Occupato
C.s. Tpo

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Sappiamo bene cosa significano esilio e aggressioni giudiziarie di questo tipo. Ancora oggi, dopo l’esilio, un nostro compagno è agli arresti domiciliari per i fatti di piazza Verdi. Esprimiamo solidarietà ai due attivisti colpiti dal divieto di dimora, certi che presto torneranno a Bologna a lottare per la giustizia sociale e la libertà. Non saranno certo questi miserabili provvedimenti ad intimidire e far arretrare le lotte!

Cua

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Ancora misure cautelari per colpire chi a Bologna si batte in prima persona contro l’austerity e per l’apertura di spazi di autogestione, ancora la necessità di ribadire con forza che non saranno provvedimenti di questo tipo a fermare il cammino delle lotte sociali.

Esprimendo la nostra solidarietà e vicinanza a Loris e Parvis, invitiamo tutte/i a partecipare al presidio convocato per le 18 di oggi in piazza Verdi.

Parvis e Loris liberi subito di tornare a Bologna!

Vag61

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Come Collettivo Exarchia esprimiamo la nostra solidarietà ai compagni e alle compagne del Collettivo Hobo, colpiti dalla repressione. Denunciamo inoltre il clima di caccia alle streghe che sta caratterizzando questo periodo di avvicinamento alla mobilitazione contro Expo del primo maggio: in tutta Italia, in queste settimane, si sono susseguiti arresti, perquisizioni, fogli di via di natura assolutamente pretestuosa che sono di fatto andati a colpire quei soggetti e movimenti attivi nelle lotte sociali dei singoli territori. Proprio a fronte di questi attacchi, riteniamo sia giusto rivendicare il percorso di critica e contestazione al mega-evento Expo e rilanciare la giornata del Primo maggio a Milano. Un percorso che eccede le geometrie dei singoli movimenti e che quindi rende del tutto inefficaci gli attacchi polizieschi che cercano di minarne la proliferazione secondo questa stessa logica.

Expo non è solo un evento: è il modello, il simbolo, di una prospettiva che i governi neo-liberisti vogliono imporre alla società. Il modello Expo è quello che sperimenta per primo la riforma del Jobs Act del governo Renzi, che sottindende un certo modo di produzione, di consumo, di formazione: un nesso più stringente tra università e lavoro che significa lavoro gratuito e nuovo sfruttamento; un mercato occupazionale sempre più precario e sempre meno tutelato, mascherato da contratti formativi; il feticcio del “cibo bio” come articolazione classista dell’accesso ai beni di consumo, soprattutto al cibo. Sul piano dell’impatto ambientale, poi, Expo significa cementificazione selvaggia, gentrificazione forzata.

Parlare di modello Expo significa riconoscere una sistematica applicazione di determinate politiche di governo all’interno dei singoli territori: per Bologna, è il caso di FICO, progetto che implicherà la cementificazione di alcune zone, la “riqualificazione” di alcune aree con un impatto diretto sul mercato degli affitti e quindi con ricadute immediate sul costo della vita. Il modello EXPO è anche repressione diffusa del dissenso, nel tentativo di silenziare ciò che di alternativo si muove, chi crea e dà vita ogni giorno a spazi e momenti di autonomia e autogestione.

Per tutti questi motivi ribadiamo la nostra solidarietà e vicinanza con le compagne e i compagni di Hobo e con tutt* coloro che, lottando quotidianamente contro un presente di oppressione, vengono colpiti dagli apparati repressivi.

Non potete fermare il vento.

Collettivo Exarchia