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Hobo, dopo lo sgombero la carica [audio+comunicato]

Arrivato alla sede Unipol di via Stalingrado per una conferenza stampa, il collettivo è stato cacciato dalle forze dell’ordine: “Responsabilità politica è di tutto il sistema di potere del Pd”.

26 Maggio 2015 - 14:52

Cariche Unipol (twitter @HoboBologna)Dopo lo sgombero degli ex Magazzini del popolo, il collettivo Hobo si era dato appuntamento davanti la sede di Unipol di via Stalingrado. Intenzione dei militanti del collettivo era quella di dare luogo a una conferenza stampa aperta a tutti per denunciare lo sfratto subito poche ore prima.

Intorno alle 11.30 però, all’ingresso del Cubo, (uno degli spazi del gruppo finanziario) il collettivo ha trovato le forze dell’ordine schierate e armate di scudi. E’ partita una breve carica e agli studenti è stato impedito l’ingresso nei locali Unipol. La scelta del luogo per la conferenza stampa non è certo stata casuale. Secondo quanto raccontato da Hobo infatti, è proprio il gruppo Unipol il proprietario degli ex Magazzini del popolo sgomberati.

“Noi crediamo che la responsabilità politica degli ex Magazzini del popolo ma anche dello sgombero che c’è stato due giorni fa all’ex Dima e tutti gli sgomberi annunciati, è del sistema di potere del Pd, non di una singola articolazione” dice a Zeroincondotta un’attivista del collettivo.

Dopo un mese di occupazione, ancora una volta ad Hobo è stato sottratto uno spazio. Tutti i militanti a cui era stato concesso l’ingresso temporaneo negli ex Magazzini del popolo per il recupero dei materiali sono stati identificati dalla polizia.

> Ascolta l’audio con un’attivista di Hobo:

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> Il comunicato di Hobo:

Questa mattina è andata in scena la nuova puntata della love-story tra i poteri della città, Partito unico della nazione, Questura e Unipol, con lo sgombero degli Ex-Magazzini del Popolo, stabile occupato da circa un mese contro la speculazione edilizia e la rendita. Si è trattata di un’importante tappa all’interno della campagna Space Invaders, un’occupazione fatta innanzitutto verso la mobilitazione contro Expo e la MayDay milanese. Ci siamo presi quello spazio per denunciare come la bolla delle cattedrali del consumo, dei megaeventi e delle grandi opere, scoppiando sul territorio, lascia solo deserto e desolazione. In queste settimane di iniziativa gli Ex-magazzini del Popolo si sono riempiti di socialità e partecipazione, elementi sociali che non possono essere sgomberati da nessuno e che vivono pronti a riappropriasi di nuovi terreni.

Questo ennesimo sgombero di uno spazio rientra nel piano politico del Partito della Nazione e delle sue articolazioni cittadine, amministrazione comunale, università, procura e questura, poteri finanziari, assicurativi e speculativi come Unipol, di restringere l’agibilità politica e le lotte sociali che si pongono l’obiettivo generalizzato di un miglioramento di vita per tutti e tutte. Se, come diceva Fassino, ora il PD è “padrone di una banca”, è vero anche che altro non gli è rimasto.

Gli sgomberi, le misure cautelari e gli attacchi alle iniziative di resistenza sociale alla barbarie politica – ulteriormente accelerati nell’ultimo mese dal nuovo questura al servizio del PD – sono la misura della loro paura e della loro debolezza, l’ultimo tentativo di arginare la totale illegittimità di questo governo rispetto al tessuto sociale e alla realtà. La campagna Space Invaders continua: presto ci troverete dove meno ve lo aspettate. E ancora una volta abbiamo mostrato che attaccare il sistema di potere del PD è possibile, attaccarlo è necessario.

A voi il Comune blindato, noi ci prendiamo la città!

Hobo