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Hobo: “Chi colpisce l’autogestione è nemico degli studenti”

Il collettivo denuncia il danneggiamento dei sanitari del Community Center autogestito di via Filippo Re. Ieri sera “Merry crisis parade” insieme all’Itr, in piazza Verdi bruciato un vecchione con le maschere di Renzi e Salvini.

18 Dicembre 2015 - 10:25

Sanitari danneggiati (foto Facebook Hobo)“Questa mattina insieme ai lavoratori del campus di Filippo Re abbiamo trovato i bagni del Community Center gravemente danneggiati”, racconta Hobo in una nota diffusa ieri pomeriggio. Secondo il collettivo quella allo spazio autogestito in via Filippo Re è stata “un’operazione condotta in modo premeditato (per quanto con mani tremolanti, vista l’incerta riuscita), garantita dall’oscurità che copre l’azione dei vili: lavandini e sanitari sono stati rotti a colpi di martello. Chi ha agito non l’ha fatto in modo casuale, ma si è appositamente introdotto nel campus nel cuore della notte per colpire in modo mirato un’aula studio e uno spazio di autogestione. Chi l’ha fatto, chiunque esso sia, è un nemico dei percorsi autonomi e di autorganizzazione. E probabilmente non è un caso che abbia compiuto la sua conigliesca azione il giorno prima della parade lanciata da studentesse e studenti per il natale precario (sono anche stati strappati i manifesti)”.

“Dopo l’occupazione, il violento sgombero e il sequestro nell’autunno del 2014 – spiega poi Hobo – da ormai un anno il Community Center è diventato uno spazio di studio e socialità, di costruzione di iniziative e di circolazione di saperi critici, con dibattiti, laboratori, serate musicali, percorsi di autoformazione. Sottratto all’abbandono prima e alla normalizzazione istituzionale poi, il Community Center è concretamente per le tante e i tanti che lo attraversano e fanno vivere uno spazio di libertà collettiva. Il Community Center è uno spazio comune, che appartiene a tutte e tutti, e come tale quotidianamente ne abbiamo quella cura che la casta universitaria non ha mai dimostrato lasciando abbandonati o demolendo i propri spazi. Quei bagni sfasciati sembrano l’immagine delle politiche di attacco ai saperi e alla formazione che da tempo viene condotto sulla nostra pelle. Chi li ha sfasciati è, consapevolmente o inconsapevolmente, un servo di quelle politiche e di chi le porta avanti. Chi ha compiuto l’infame gesto vuole un deserto, sperando che l’amministrazione universitaria o la questura lo aiutino nella sua eroica impresa. Chi si è macchiato di questa infamia, ne pagherà le conseguenze. L’autogestione non si tocca! Il Community Center va avanti più bello e più forte di prima!”, è la promessa con cui si chiude il testo.

Merry crisi parade (foto da twitter @HoboBologna)Hobo, insieme all’Internazionale del Trash Ribelle, ha dato poi vita in serata alla “Merry crisis parade”, partita intorno alle 20 da porta San Donato. La prima tappa è in via Zamboni, dove il rettorato e stato bersagliato di indumenti intimi: “Visto che l’università, smantellata e in rovine, ci lascia in mutande, noi gliele tiriamo!”.

Poi piazza Verdi: “A Bologna, a Capodanno, si usa bruciare il Vecchione, ossia l’anno passato. Noi, invece, bruciamo il nostro di Vecchione, quello che porta le maschere di Renzi, responsabile delle politiche di austerity che ci giorno dopo giorno ci impoveriscono, e il suo figlio degenere, razzista e sciacallo, Salvini. Ci riprendiamo le strade e il Natale!”. Così Hobo su facebook.

In via Mascarella un ricordo per Francesco Lorusso, “morto perché sulla testa dei re ci ballava”. La parade è infine arrivata in via Filippo Re, dove è proseguita come serata musicale.