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Hobo: “Abbiamo dissequestrato il Community Center”

Dopo lo sgombero di ottobre, il collettivo torna nel campus di via Filippo Re: “Rivendichiamo l’autogestione di questo spazio, affinché sia aperto a studenti, precari e lavoratori”. Cua: “Di nuovo oscurate le telecamere in via Zamboni”.

10 Dicembre 2014 - 10:00

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“Abbiamo dissequestrato il Community Center: ora autogestione”. Lo annuncia Hobo, a due mesi dallo sgombero e dal sequestro dello spazio occupato alcune settimane prima. “L’anno scorso nel campus di Filippo Re c’era un bar, piuttosto costoso e in cui lavoravano in modo precario varie persone. L’amministrazione universitaria non è intervenuta per rendere accessibile a tutti il servizio e migliorare le condizioni salariali, ma per chiudere il bar. All’inizio di settembre lì è nato il Community Center, spazio autogestito da studenti, precari e lavoratori, che per quasi un mese è stato un luogo di socialità e incontro, in cui bere un caffè e ascoltare un dibattito, chiacchierare senza aggravi economici e proporre un’iniziativa. Uno spazio aperto a tutti, chiuso e sgomberato all’inizio di ottobre da un centinaio di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa. Per due mesi il Community Center è tornato a essere un luogo vuoto e da cui tutti sono esclusi, sequestrato coi sigilli della Procura. Il regime di Dionigi & Nicoletti ha fatto un deserto e lo chiama università. Ora i sigilli sono stati tolti, e a inaugurare il dissequestro siamo stati ancora una volta noi. Ieri sera siamo infatti rientrati nel Community Center, per fare un partecipato dibattito su Ferguson e le rivolte negli Stati Uniti seguite all’assassinio di Michael Brown. Da subito rivendichiamo l’autogestione di questo spazio, affinché sia aperto alle iniziative degli studenti, dei precari e dei lavoratori, uno spazio autorganizzato accessibile a tutti e non appaltato alle piccole o grandi imprese o associazioni private che fanno profitti con i nostri soldi. Continueremo quindi con discussioni, proiezioni e momenti di socialità, per riaffermare l’autogestione dove il morente regime del Re-ttore avrebbe voluto sequestro e silenzio. Dove loro distruggono, noi costruiamo; dove loro sequestrano, noi riapriamo; dove loro privatizzano, noi autogestiamo!”.

La lotta per l’autogestione della zona universitaria, intanto, prosegue anche in via Zamboni. Questo il messaggio diffuso ieri dal Cua: “In via Zamboni oscurate nuovamente le telecamere! Vogliamo una zona universitaria libera dal controllo sociale e autogestita da chi la attraversa quotidianamente!”.