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Guernelli: “Irruzione a causa di una fuga di gas? Surreale”

Il circolo sull’ipotesi emersa dalle indagini per giustificare il blitz di venerdì scorso. E intanto in via Gandusio arrivano nuove porte anti-intrusione noleggiate (e pagate) dal Comune. Ad Anzola protesta di Asia-Usb: Comune nega confronto.

22 Luglio 2017 - 16:37

“L’unica fuga accertata ad oggi è quella dell’intelligenza dai cervelli di chi ha materialmente eseguito l’operazione di sgombero della scorsa settimana”. Il circolo Guernelli commenta così quanto riportato oggi dalla stampa mainstream: l’irruzione di venerdì scorso, durante il maxi-sgombero dei palazzi Acer di via Gandusio, sarebbe scaturita dal sospetto di una fuga di gas. Questa l’ipotesi emersa dalle indagini aperte sulla vicenda dalla Procura. Ma il circolo, che dovrà restare chiuso fino all’inizio del 2018, scrive: “Appare piuttosto sorprendente quanto leggiamo oggi sui quotidiani a proposito del ‘caso’ Guernelli: secondo ‘indiscrezioni’ l’intervento delle forze dell’ordine sarebbe stato reso necessario dal sospetto di una fuga di gas. Dunque ‘caso chiuso’. Proponiamo alcune domande e considerazioni, confidando che comunque la ricostruzione ufficiale dei fatti sia del tutto diversa e ci aiuti a fare davvero chiarezza sulle responsabilità sia materiali che politiche dell’accaduto. Sottolineiamo che durante i tavoli ufficiali di discussione questa versione non ci è mai stata proposta. Perché una spiegazione così semplice e comprensibile non ci è stata fornita immediatamente? Come abbiamo dovuto attendere una settimana per venire a conoscenza di una cosa così grave, che avrebbe messo in gravissimo pericolo tutte le persone impegnate nelle operazioni e non solo?”.

Continua il circolo: “Diversi dirigenti e volontari del circolo sono stati nei pressi di via Gandusio tutto il giorno, sin dall’inizio delle operazioni di sgombero. Se il pericolo fosse stato davvero quello di una fuga di gas perché non chiederci le chiavi per entrare invece che forzare una porta di metallo con un flessibile? Tra l’altro se si sospetta una fuga di gas non ci pare particolarmente saggio usare uno strumento che tagliando il metallo produce inevitabilmente scintille, con conseguenze facilmente intuibili. Qualcuno può credere che gli uomini delle forze dell’ordine e il personale di Acer siano davvero così sprovveduti? Noi non lo crediamo affatto. Altra questione. I volontari del circolo dicono che vi erano due bombole, delle quali una vuota e l’altra in uso. È fisicamente possibile che una piccola bombola determini in un locale così ampio la fuoriuscita di una quantità di gas tale da essere percepita all’esterno? Si consideri che il circolo aveva chiuso all’1,30 di notte e che lo sgombero ha avuto inizio alle 6,30: stiamo parlando di un arco temporale di poche ore. In ogni caso questa ricostruzione dei fatti lascia irrisolte alcune questioni fondamentali. Se il problema fosse solo la fuga di gas perché ci è stato detto che a causa del cantiere il circolo dovrà rimanere chiuso per sei mesi? Come si conciliano questi aspetti? Sono tutte coincidenze? Come mai è sparito l’incasso della serata precedente? Pare plausibile che siano state consumate birre e succhi di frutta in un ambiente saturo di gas? 18 porte sfondate e rese inservibili all’interno del Circolo sono il risultato dell’inseguimento concitato del ‘gas in fuga’? A nostro avviso, quindi, l’indiscrezione secondo cui l’intervento all’interno del Guernelli sarebbe stato motivato da una fuga di gas, non convince. Noi vogliamo continuare, a costo di apparire ingenui, ad avere fiducia nella autentica volontà da parte di tutti i soggetti coinvolti di fare chiarezza e fornire spiegazioni serie e plausibili; e da questo punto di vista continueremo ad offrire la massima collaborazione. Non si insulti la nostra intelligenza e quella dell’opinione pubblica con ricostruzioni davvero surreali. Queste indiscrezioni parlano di una fuga di gas, ma nei fatti producono una fuga dalle responsabilità di quanto accaduto; non vogliamo davvero credere che sia così”.

Nel frattempo, l’Arci nega di essere stata informata una quindicina di giorni fa del fatto, dopo lo sgombero di via Gandusio, il circolo sarebbe dovuto rimanere chiuso per diversi mesi a causa di un cambiamento nella gestione del cantiere, dopo che il Comune in precedenza aveva assicurato che l’attività del Guernelli non ne avrebbe risentito: “Una sciocchezza”, la definisce l’Arci, aggiungendo che “se anche fosse vero, e non lo e’ dato che tra l’altro non esiste alcuna comunicazione formale, avremmo potuto fare poco quando mancava una settimana allo sgombero rispetto a tutti i disagi che stiamo subendo”.

In via Gandusio, intanto, continua la protesta degli ex inquilini sotto i palazzi sgomberati, che sono stati circondati da una lunga recinzione: un’assemblea pubblica si è svolta ieri e un’altra è in programma per martedì 25 luglio alle 16, riferisce Pugno chiuso. In più, si regista la protesta di uno degli sgomberati nel cortile di Palazzo D’Accursio: si tratta di un uomo invalido al 100% e che prende 289 euro al mese di pensione di invalidità. E sulla situazione post sgombero si apprende una novità, riferita dall’assessore comunale Virginia Gieri: “In via Gandusio e non solo l’Acer sta attrezzando gli appartamenti vuoti o occupati e liberati con nuove porte blindate anti-intrusione, che vengono noleggiate e quindi sono un carico per l’amministrazione- ammette Gieri- ma rappresentano una necessità assoluta”.

Infine, oggi si è svolta un’iniziativa per la casa ad Anzola dell’Emilia, promossa da Asia-Usb: “Insieme a numerose famiglie di Anzola, sfrattate o sotto sfratto, abbiamo lanciato un presidio per chiedere un incontro con il comune. Arrivati la davanti, abbiamo trovato le porte chiuse e nessuna intenzione ad un confronto. Come sempre quando si chiedono diritti, la risposta rimane silenzio e indifferenza. Rimaniamo qui finché non ci verrà proposto un incontro. Chiediamo diritti, non privilegi! Chiediamo casa per tutti, le stesse case tenute vuote dal Comune e Acer!”.