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Gd, ora Fiom-Fim-Uilm chiedono all’azienda di “precisare” l’accordo

Usb: “Ammettono la bocciatura dell’accordo e cercano di riparare in extremis”. Intanto continua la mobilitazione dei lavoratori della Fabio Perini. E l’Sgb sulla vertenza del comparto sosta Tper: “Intervengano le istituzioni”.

21 Ottobre 2017 - 17:02

Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil difendono i contenuti dell’accordo integrativo raggiunto con la Gd ma, dopo il referendum che ha spaccato a metà lo stabilimento, le tre sigle hanno chiesto di incontrare urgentemente la direzione aziendale per produrre “le precisazioni e i chiarimenti utili e necessari, superare i problemi e offrire riscontri positivi alle sollecitazioni emerse anche dai primi confronti avuti con i propri iscritti e con i lavoratori, a fronte di un’approvazione dell’accordo aziendale che ha consegnato un’azienda divisa”. Fiom, Fim e Uilm l’hanno annunciato con una conferenza stampa unitaria giocata sul filo dell’equilibrismo: un po’ di difesa dell’accordo all’insegna del “non va messo in discussione” (nonostante i 700 voti contrari dei dipendenti Gd), un po’ di “sono stati i lavoratori che non l’hanno capito”, un po’ di autocritica di circostanza e un po’ di accuse di “sciacallaggio politico” a chi ha sostenuto il “no” al referendum. Per l’Usb, Fim-Fiom-Uilm e la Rsu “con la richiesta di incontro alla direzione Gd ammettono la bocciatura dell’accordo e cercano di riparare in extremis. Tuttavia lo fanno senza alcun mandato democratico, senza aver fatto le assemblee di tutti i lavoratori, senza passare dal voto delle Rsu. Come possono coloro che hanno firmato un accordo a perdere difendendolo a spada tratta e impedendo il voto democratico dei lavoratori ad essere loro stessi a modificarlo?”. Per questo l’Usb e i Lavoratori Gd per la democrazia confermano per lunedì “una grande assemblea aperta a tutti i lavoratori della fabbrica metalmeccanica Bolognese per chiudere pubblicamente ed in maniera trasparente la lista Usb alle prossime elezioni Rsu Gd”.

Sempre l’Usb, intanto, riferisce che prosegue la vertenza alla Fabio Perini. Anche due giorni fa “le lavoratrici ed i lavoratori della Fabio Perini dello stabilimento di Calderara di Reno hanno presidiato in sciopero per due ore davanti ai cancelli dell’azienda. L’adesione allo sciopero da parte delle lavoratrici e dei lavoratori continua ad essere quasi unanime! Dopo l’indizione di un pacchetto di venti ore di sciopero di fronte alla posizioni di irricevibilità delle nostre richieste di modifica al Ccnl, indicate in una piattaforma votata all’unanimità in assemblea dalle lavoratrici e dai lavoratori della Fabio Perini, oggi (giovedì, ndr) abbiamo raggiunto le 14 ore di sciopero. La prossima settimana continueremo nella lotta e democraticamente in un’assemblea decideremo tutte/i insieme lavoratrici e lavoratori come proseguire la lotta. Ormai abbiamo capito, lo scontro con la dirigenza Fabio Perini non è più sul merito delle richieste, riconoscimento del 100% del salario in caso di carenza per malattia breve, modalità di utilizzo legge 104 e libertà individuale di non utilizzare buoni welfare e sanità integrativa godendo di un rimborso. Lo scontro è di principio! La posizione dell’azienda rimane una sola: le nostre richieste sono irricevibili!! I dirigenti Fabio Perini, hanno deciso di non riconoscere la Rsu Us Fabio Perini, votata, unica lista presente, solo qualche mese fa con 105 voti su 150 effettivi e che ha in pochi mesi iscritto a Usb 87 tra lavoratrici e lavoratori spazzando via la Fiom sia in termini di rappresentanza che di iscritti. In sostanza ci stanno dicendo che oggi dobbiamo pagare la nostra scelta di aver lasciato la Fiom per Usb e di aver presentato una piattaforma rivendicativa per riconquistare diritti che l’ultimo e vergognoso rinnovo del Ccnl metalmeccanici firmato da Fim, Fiom e Uilm ci ha scippato. Noi ribadiamo convintamente la nostra disponibilità al dialogo, ma non vogliamo e non possiamo cedere a questo ricatto, useremo tutte le nostre forze e la nostra intelligenza per riconquistare diritti che i nostri genitori hanno con grandi sacrifici conquistato. Lo facciamo per noi, ma anche per il futuro dei nostri figli!”.

Sgb, infine, informa che non si ferma la mobilitazione dei lavoratori del comparto sosta di Tper: “Sordi a lusinghe di confronti inutili ed improduttivi i dipendenti continuano a scioperare. Sgb non ritirerà lo stato di agitazione fino a quando non si otterranno condizioni di lavoro dignitose e una dirigenza capace di motivare e valorizzare il proprio personale, anziché privarlo di ogni libertà fino a spingerlo ad andarsene. E forse è proprio questo lo scopo di questo accanimento su dipendenti che da anni lavorano in strada  ed hanno sempre dimostrato di saper svolgere i loro compiti con professionalità ed efficienza, il cui lavoro è stato progressivamente privato di significato e valore, costringendoli, ormai, ad essere meri compilatori di elenchi di targhe che non si capisce a quale scopo si raccolgano. Sgb non ha mai smesso di lottare, fin dall’inizio di questa vertenza, e, forte del consenso del reparto ha deciso di proseguire la mobilitazione”. Il sindacato ha proclamato quindi uno sciopero di un’ora alla fine di ogni turno sia per ieri che per oggi, “nella speranza che finalmente le istituzioni intervengano in questa situazione che la Tper ha ampiamente dimostrato di non saper gestire”.