Acabnews Bologna

G7M: “Ha vinto la città che non ha paura” [foto]

Il bilancio della mobilitazione di ieri. Interviene l’associazione di Mutuo soccorso: “Allontanamenti sulla base di informazioni di polizia, come sotto il fascismo”. Una nostra nuova fotogallery del corteo.

12 Giugno 2017 - 13:53

“Ha vinto l’ambiente, ha vinto la città che non ha paura, hanno vinto le migliaia di persone che hanno attraversato le strade per dire che i G7 non rappresentano affatto la base del nostro futuro. Ha vinto chi ha affermato con una biciclettata in tangenziale una mobilità sostenibile e necessaria, a scapito di uno sviluppo basato sul cemento e grandi opere inutili”. Questo il bilancio della piattaforma G7M al termine della manifestazione di ieri contro il G7 ambiente.

Prosegue il comunicato: “Ha perso chi spendendo centinaia di migliaia di soldi pubblici per la polizia pensava di poter togliere i sorrisi e i contenuti dalla manifestazione, chi imponendo inaccessibilità a luoghi pubblici per proteggere un bel niente sperava che piazza Maggiore non potesse raccontare storie diverse da quelle tossiche del g7 ufficiale, chi con confuse dichiarazioni in materia di espressione democratica non ha fatto altro che perdere un’occasione per ascoltare e capire davvero la città”.

> La fotogallery di Flavia Sistilli (l’articolo continua sotto):

11.06.2017_NO G7(ph:Flavia Sistilli)

Conclude G7M: “Infine, ha perso Galletti, che sottraendosi al vero confronto e nascondendosi dietro ad alberi di plastica verde sparsi per la città, non è riuscito a trasformare Bologna nel proprio giardinetto privato. L’ambiente però non ha bisogno di autocelebrarsi e lo vogliamo dire forte e chiaro: questo è solo l’inizio, perché quando la base si muove ciò che si è eretto finora non può che traballare e mostrare la sua incompatibilità”.

Specificamente sull’operato preventivo di Polizia che ha preceduto la manifestazione interviene l’associazione di Mutuo Soccorso per il diritto di espressione: “Scriviamo queste righe con l’elicottero che ci ronza sulla testa, a G7 ambiente ancora in corso. Terrorizzare e reprimere sono le parole che meglio spiegano quanto è avvenuto in questi giorni di giugno 2017 a Bologna. Migliaia di poliziotti, altrettante identificazioni, un numero imprecisato di fermi e di fogli di via preventivi. In base a informazioni di polizia, viene fermato chi arriva in città e la questura ne ordina l’allontanamento. È esattamente quello che faceva il fascismo: in occasione di eventi particolari, come la visita in città del re o di qualche alto gerarca, fermava o allontanava chi era ritenuto ‘sovversivo’ o ‘pericoloso’. Insomma ‘il re è nudo’, ‘è caduta la maschera’: dite come volete, ma questa è la sostanza. L’arbitrarietà delle decisioni del Ministero dell’Interno tende a essere assoluto, lo spazio per il diritto di espressione e di critica è possibile solo se si resta entro imposizioni sempre più restrittive. Provano a terrorizzarci individualmente, uno per uno, una per una, a reprimere ogni istanza di conflittualità al quadro vigente”.

Continua l’associazione: “Ciò non ci sorprende, sappiamo che lo ‘stato di diritto’ è tale, se lo è, solo fino a quando i rapporti di forza lo permettono, ed è pronto a esprimere la sua natura di ‘stato di polizia’ tutte le volte che ciò gli è lecito. Sappiamo anche che ciò che è legittimo non è sempre legale, e ciò che è legale non è sempre legittimo. Sappiamo insomma distinguere la realtà materiale dalla propaganda menzognera. A fronte di questo scivolamento verso uno stato di polizia, oramai esplicito anche in Italia, sulla scia di quanto sta succedendo negli altri paesi europei – si pensi solo alla Francia dove vigono tuttora le leggi d’emergenza –, esprimiamo la nostra solidarietà nei confronti di chi è stato colpito da provvedimenti repressivi e offriamo loro, nei limiti della nostre possibilità, appoggio materiale e morale. Alla base dell’associazione sta proprio il principio di prendersi carico collettivamente dei “guai giudiziari” del singolo”.

In conclusione, “un messaggio chiaro ai compagni e alle compagne critiche e antagoniste rispetto allo spettacolo del potere: è necessario che rafforziamo i rapporti di mutuo aiuto tra noi, al di là di etichette e distinzioni cosiddette “di area”; è fondamentale che ognuno-a dia quello che può e offra il supporto necessario all’altro-a. A fronte di un attacco così sfrontato dobbiamo rilanciare tutte e tutti insieme, non lasciando nessuno-a indietro, continuando a costruire percorsi di lotta e di opposizione al sistema capitalista e gerarchico all’insegna dell’autonomia dalle istituzioni e dai loro rappresentanti. Ci vogliono terrorizzati e disciplinati, ci avranno consapevoli e rivoluzionari”.