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G7M contro Intesa Sanpaolo: “Disinvesta dall’oleodotto in Dakota”

Attivisti in tuta bianca alla sede Carisbo in sostegno alle rivendicazioni dei nativi americani. Intanto arriva notizia di alcuni fermi nelle scorse ore in stazione e Bolognina. Brigata 36 di Imola aderisce al corteo di domani.

10 Giugno 2017 - 16:08

“Idee imprenditoriali per un mondo sostenibile” era il titolo di un convegno alla sede in via Farini di Carisbo, banca del gruppo Intesa Sanpaolo, a cui prendeva parte anche il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, una coincidenza difficilmente resistibile per gli attivisti della piattaforma G7M, considerato anche che Intesa è uno degli istituiti che finanziano il Dap (con una quota di 120 miliardi di dollari), il mega-oleodotto che dovrebbe passare dalle terre Sioux in Dakota contro cui i nativi protestano da mesi.

Così gli anti-G7 sono arrivati stamattina in bicicletta e tuta bianca all’ingresso della sede, accompagnati da un attivista No-Dap del Dakota. Durante il presidio hanno tentato di consegnare una lettera firmata dagli ‘Water protector’ del movimento statunitense e indirizzata ai vertici della banca, ma nessuno dall’interno ha voluto prendersene carico. Nel testo, pubblicamato integralmente in inglese sulla pagina Facebook ‘Stand up with Standing Rock’, si chiede esplicitamente a Intesa di disinvestire dal progetto e a impegnarsi a rispettare in tutti i futuri investimenti il diritto delle popolazioni native a un libero e informato consenso su tutte le opere che interessano i propri territori. Se ciò non avvenisse l’invito rivolto a tutti i clienti della banca  è a “ritirare tutti i propri soldi”.

Inizierebbero  intanto a registrarsi i primi casi di repressione preventiva: a quanto apprende Zeroincondotta, quattro manifestanti sarebbero stati fermati ieri sera in stazione per poi essere rimessi su un treno ore dopo con un foglio di via. Un fermo sarebbe avvenuto anche questa mattina in via Fioravanti: coinvolte due persone che sarebbero ancora trattenute in Questura.

Infine, si segnala l’adesione al corteo di domani del centro sociale Brigata 36 di Imola: “A pochi giorni dal G7 sull’ambiente che si terrà a Bologna – si legge nel comunicato – viene spontaneo pensare anche alle questioni ambientali del territorio imolese; in fondo le tematiche legate all’ambiente non possono essere affrontate solo localmente, perché l’inquinamento, le alterazioni del clima e la distruzione del territorio sono problemi globalmente interconnessi, e comportano conseguenze negative in ogni parte del pianeta”.

Continua il centro sociale: “Ci prepariamo ad assistere ad un vertice mondiale a Bologna già fallito ancora prima di cominciare. Finché il sistema dominante sarà quello capitalista basato sulla devastazione, gli incontri tra i potenti (che alcuni siano o meno assenti) saranno solo passerelle mediatiche svuotate di ogni senso ma riempite da belle parole. Così come, allo stesso modo, convegni di belle parole vengono organizzati a Imola per ribadire l’importanza dell’economia circolare, quando nella pratica ci si muove nella direzione opposta, insistendo sull’ampliamento a tutti i costi della discarica. La necessità di discariche, come di inceneritori, si rende necessaria d’altronde non solo dalla mancanza di politiche adeguate per il riciclo e la gestione dei rifiuti, ma soprattutto dal voler perseguire a tutti i costi un modello di sviluppo fallimentare, che vede nel consumismo esasperato l’unica direzione da seguire, a scapito delle risorse sempre più esigue del pianeta e della devastazione di nuove parti di territorio da cementificare, traforare, deforestare. Vediamo così anche a Imola supermercati spuntare come funghi e guardarsi dall’altro lato della strada, o progetti di urbanizzazione da mille nuovi alloggi favoriti da una legge regionale sull’urbanistica che privilegia la speculazione edilizia e sottrae capacità decisionali ai Comuni per consegnarle ai privati”.

“La conseguenza di questo vicolo cieco – prosegue Brigata 36 – nel quale ci stanno infilando è quella di un PD locale incapace di riflettere sulle tematiche legate alla discarica, che pur di non affrontarle avvalla sotterfugi come quello di un nuovo piano di ampliamento identico al precedente, presentato una volta che il primo era stato bocciato. Una mossa evidentemente ben consolidata per il Pd, visto che ricorda molto quanto fatto dal Governo con i voucher, aggirando il referendum e riproponendoli con un nuovo nome proprio nei giorni in cui si sarebbe votato per cancellarli. Un Governo il cui ministro dell’ambiente Galletti si è più volte distinto per posizioni che di ecologico non hanno nulla da invidiare a quelle di Trump: favorevole al nucleare in Emilia-Romagna ai tempi dell’ultimo referendum, favorevole alla privatizzazione dell’acqua (per lui l’acqua pubblica è ‘un danno enorme al Paese’), mentre sullo scempio del Tav in Valsusa ha recentemente dichiarato che ‘l’ambiente non deve essere un vincolo allo sviluppo’.Non si comportano certamente meglio gli altri partiti di centrosinistra e destra, che senza alcuna politica ambientale a livello nazionale, finiscono per scambiarsi ipocritamente i ruoli a livello locale tra chi promuove la devastazione ambientale e chi la combatte, a seconda di chi si trova in maggioranza o all’opposizione.

“Diventa così fondamentale – si legge in conclusione – unire e sostenere attivamente le lotte ambientali, ciascuna con le sue diversità ma tutte con l’obiettivo comune di difendere l’ambiente, per contrastare chi a livello mondiale, nazionale e locale si muove per devastare e inquinare il pianeta. Per questo parteciperemo alle mobilitazioni indette dal coordinamento delle realtà ecologiste ‘G7M – Ambiente alla base, non al vertice’ che si concluderanno domenica 11 giugno alle 15 con un corteo a Bologna che partirà dal parco XI settembre contro il G7 e le devastazioni ambientali”.