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Francia / Sgombero sanitario a Calais: la nuova Europa flette i muscoli

Inizia l’era Le Pen: ottocento cacciati dal campo profughi della cittadina francese sulla Manica, in violazione dell’obbligo di protezione dei richiedenti asilo.

29 Maggio 2014 - 11:22

Police trying to break into internal camp area. Migrants have barricaded themselves in Calais (foto da tw @domreynolds)di Giuseppe C.

A pochi giorni dalla vittoria dei partiti nazionalisti Front National (Fn) in Francia e UK Independence Party (Ukip) nel Regno Unito, la nuova (vecchia) fortezza Europa sembra mostrare già i primi segni di un ulteriore inasprimento delle politiche securitarie, anti-immigrazione e anti-rifugiati. Ieri mattina, infatti, gli agenti della polizia francese, in tenuta anti-sommossa, hanno proceduto allo sgombero di circa 800 migranti dal più imponente campo profughi di Calais, cittadina francese da sempre punto di passaggio per i migranti verso il Regno Unito. Infatti, i migranti sarebbero soprattutto di origine Afghana, Etiope e Siriana, e secondo Amnesty International tra loro vi sarebbe un numero importante di richiedenti asilo diretti verso il Regno Unito.

I migranti alloggiati a Calais sono da sempre vittime di abusi polizieschi, sgomberi improvvisi e violazioni dei diritti umani da parte della polizia e del governo francese. In seguito agli sgomberi e di diversi campi di migranti e richiedenti asilo, chiusure intensificatesi nel 2002 con la chiusura del campo di Sangatte, una serie di campi informali sono spuntati in tutta la zona. Le condizioni dei campi sono estremamente precarie, con persone accomodate in ripari di fortuna. Tali condizioni non potevano che portare ad un peggioramento delle condizioni sanitarie degli occupanti, sfociate nelle scorse settimane in un’epidemia di scabbia denunciata da associazioni umanitarie come Medecins du Monde e France Terre d’Asile. I migranti a Calais da anni protestano per il loro diritto a cercare asilo, e a muoversi liberamente anche attraverso occupazioni e azioni dirette.

Annunciato già il 26 Maggio, il prefetto di Pas-de-Calais ha ordinato lo sgombero per ragioni sanitarie. La rete di solidarietà internazionale Calais Migrant Solidarity, aveva nei giorni scorsi lanciato un comunicato d’appello a attivisti e solidali per impedire lo sgombero imminente. Secondo le associazioni umanitarie locali, lo sgombero viola una circolare del prefetto del 26 agosto 2012, in cui ogni sgombero di campi ‘illegali’ dovrebbe essere eseguito previa concertazione con le parti interessate. Nonostante lo sgombero sia presentato come ‘sanitario ‘, non é chiaro in che modo la situazione dei migranti possa migliorare quando la totalità degli abitanti del campo si troverà ancora una volta senza alloggi (benché di fortuna), strutture sanitarie o interventi terapeutici.

Lo sgombero rappresenta anche una violazione dell’obbligo di protezione della Francia verso i richiedenti asilo, anche se da anni il cosiddetto ‘obbligo di protezione’ sembra essere diventato lettera morta, mentre le misure di repressione e limitazione della libertà di movimento di profughi e migranti vanno intensificandosi. Nonostante lo sgombero di oggi sia soltanto uno di una lunga serie, é difficile non leggerlo alla luce della legittimazione ottenuta dal Fn nei giorni scorsi alle elezioni europee, ed al suo ‘gemello’ inglese, l’Ukip. Entrambi i partiti, che hanno portato avanti campagne da toni xenofobi e anti-migranti, hanno superato il 25 percento nei rispettivi paese. Retorica a parte, la vittoria dei fronti nazionalisti dovrebbe rappresentare un momento di unione e mobilitazione per anti-razzisti, anti-fascisti e tutti coloro sinceramente solidali con la situazione di migranti e richiedenti asilo. Purtroppo, le già comuni scene prodottesi a Calais stamattina potrebbero intensificarsi nei mesi a venire.

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