Attualità

Francia / Nuovo sgombero per la Jungle di Calais

Interessata la zona sud, dove si concentra buona parte della vita sociale della città dei rifugiati. Non cessano gli episodi di violenza neofascista.

15 Febbraio 2016 - 11:58

Calais - © Valerio MuscellaIl governo francese muove un nuovo passo verso la distruzione della Jungle di Calais, dopo la creazione di una ‘zona di esclusione’, detta anche ‘no man’s land’, a gennaio. La mattina di venerdì scorso la prefettura di Calais ha annunciato alla stampa ed alle associazioni che operano nella giungla il progetto di sgombero per cancellare la ‘zona sud’ della Jungle, intimando a chiunque viva nella zona interessata di abbandonarla entro una settimana.

In gennaio, nonostante la resistenza degli abitanti, la maggior parte delle persone ha dovuto spostarsi in altri spazi della Jungle e abbandonare la zona di esclusione, aiutati da associazioni e volontari. L’area che oggi il governo vuole sgomberare è però molto più grande, e la restante superficie della Jungle è troppo piccola, e già sovraffollata, perché lo sgombero avvenga con le stesse modalità di un mese fa.

La zona sud è la parte più grande della giungla: comprende la chiesa eritrea (la più grande, e dato che la precedente chiesa è stata distrutta, l’unica rimasta), il centro giovanile, aperto di recente, la scuola Ecole Laique Chemin des Dunes, il centro delle donne, molti negozi e ristoranti, le cucine comunitarie, i punti di distribuzione, il teatro, il centro di assistenza legale, e naturalmente, le case di molte persone.

Il governo sostiene che il numero di persone che vivono nella zona sud sia di circa 800, ma l’ Auberge de Migrants, che si occupa della gestione di cibo, vestiti e della distribuzione degli alloggi all’interno della Jungle ritiene che il numero reale sia più vicino a 2000, fra le quali molte famiglie e persone in condizioni di particolare vulnerabilità.

Calais - © Valerio Muscella

I numeri ipotizzati dal governo francese coincidono all’incirca con la disponibilità di posti del campo di prefabbricati (centre d’accueil provisoire – CAP) che verrà aperto il prossimo sabato: 750. L’apertura di questo nuovo campo, combinato con l’attivazione di servizi di bus per lo spostamento dei migranti in vari centri di accoglienza sparsi per la Francia (centre d’accueil et d’orientation – CAO) – che forniscono tuttavia alloggio soltanto per i mesi invernali – consentirebbe al governo di mettere in atto la sua alternativa alla Jungle, mantenendo l’illusione di voler trattare la crisi dei migranti con un atteggiamento compassionevole, ma a discapito dello spirito comunitario e delle forme di autorganizzazione offerti dalla Jungle.

Nel frattempo, la violenza della destra neofascista contro i migranti continua a crescere. Questa settimana, dopo aver documentato gli attacchi con molte difficoltà, alcuni media hanno riconosciuto l’avvio di una brutale campagna di violenza, con la sospettata complicità delle forze di polizia. Resta da vedere se l’attenzione dei media provocherà qualche iniziativa da parte delle istituzioni per combattere questi attacchi fascisti oppure no. Se la Jungle verrà distrutta, l’esposizione dei migranti a queste forme di violenza sarà probabilmente destinata ad aumentare, poiché verranno dispersi in campi più piccoli.

Come questo sgombero procederà, e come le persone che vivono nella Jungle reagiranno, si vedrà nei prossimi giorni. Il governo francese ha detto chiaramente che tollererà solo 2000 migranti a Calais, alloggiati nei campi di prefabbricati controllati dallo Stato e dal centro Jules Ferry. Quindi questo piano di sfratto non è una sorpresa, ed è chiaro che ne seguiranno altri.

Lunedi (oggi) le associazioni si incontreranno con i funzionari del governo perchè spieghino loro il piano di sgombero, e per ottenere la loro collaborazione nell’accelerazione delle operazioni. Dal canto loro le associazioni e i volontari, opponendosi alla disumanità dello sgombero, intendono agire in solidarietà con i rifugiati, ma la loro posizione è ancora da capire.

Le associazioni stanno cercando di montare uno scontro legale, e molti sperano in un successo.

Calais - © Valerio Muscella

Tuttavia potrebbe non essere sufficiente: la polizia a Calais ha a lungo agito al di fuori della legge e non ha rispettato gli accordi, come si è visto con la scuola e la chiesa alle quali era stata garantita la permanenza, salvo poi essere sgomberate una volta che la resistenza degli abitanti si era indebolita.

In questo momento, le informazioni stanno circolando rapidamente in tutta la Jungle, e gli abitanti si stanno incontrando tra loro, discutendo sulle diverse possibilità e sulle azioni di resistenza. Questo sgombero sarà un momento critico per la Jungle di Calais, ma sappiamo con certezza che le persone che sono venute dall’altra parte del mondo e che ora lì vivono non se ne andranno senza opporre resistenza.